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Notizie storiche: Figlio di Valeriano I, Gallieno fu fatto co-imperatore dal padre subito dopo l’elevazione al trono, e nel 254 d.C. gli fu affidata la difesa delle frontiere sul Reno. Durante l’anno successivo riportò un considerevole successo nella guerra contro le tribù dei germani, e quando Valeriano lasciò Roma per l’oriente, nel 256 d.C. a Gallieno venne dato il governatorato delle provincie occidentali. Dopo la cattura di Valeriano da parte dei Persiani [1], Gallieno si trovò ad essere l’unico imperatore di un regno soggetto, non solo all’attacco dei barbari, ma sconvolto anche da rivolte interne, epidemie e carestie, costellato di guerre ai confini e dispute con gli usurpatori nelle provincie. La maggior parte dell’impero orientale finì sotto il dominio di Odenatho di Palmira e nel 259 d.C. la Gallia, la Spagna e la Britannia furono perse per il governo centrale, quando Postumo stabilì un impero indipendente che durò circa quindici anni. Sebbene fosse un abile soldato, Gallieno non era uomo da riuscire a ricostruire un impero che mostrava tutti i sintomi della disgregazione e, dopo alcune campagne, venne assassinato durante l’assedio di Milano (rivolta di Aureolo), nel marzo del 268 d.C. a 50 anni. I futuri imperatori Claudio e Aureliano furono entrambi coinvolti nel complotto che portò al suo assassinio. Caratteristiche: Peso reale ~3 g; Θ 2,2 mm; h <1 mm; lega di argento e bronzo; antoniniano (peso canonico 5,12 g [2]); contorno perlinato. Coniata tra il 255 e il 256, al tempo della cogestione dell’impero, come dimostra il tipo e la leggenda del rovescio. RIC 456 (pag. 104) - v., ad es., il link. Dritto: IMP C P LIC GALLIENUS P F AUG[3] Busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra. Rovescio:VIRTUS AUGG[4] Valeriano e Gallieno in abito militare, in piedi uno di fronte all’altro, il primo regge un’asta e un globo[5], il secondo una piccola Vittoria e un’asta trasversale; nel campo una corona. |
L'immagine di sopra è
tratta da wikimedia (v. link).
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La sottomissione di Valeriano I, catturato ad Edessa da Sapore I, in un rilievo del 3° secolo scolpito nella roccia a Nagsha Röstam (o Naqshū, Kerman) nell'attuale Iran (v. mappa). |
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