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rev. 30.8.2005
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Roma, 12.7.2005
Buon giorno
Signor De Florio, La ringrazio infinitamente per la
splendida consulenza che mi ha fornito.Le volevo
inviare un’altra moneta di cui mi trovo in possesso
e purtroppo ho dovuto usare lo stesso metodo che ho
utilizzato in precedenza poiché ho provato a
migliorare le foto con il mio scanner ed
effettivamente, la qualità migliora di parecchio ma
purtroppo non riesco ad inviargliele perché mi
collego con un cellulare gprs e quindi mi risultano
troppo grandi come MB.Nella speranza di non crearle
troppi problemi le elenco i dati caratteristici:
-Peso: gr. 2,8 -Diametro minimo: mm. 24,0 -Diametro
massimo: mm. 25,0 -Magnetica: NO -Materiale: Ritengo
sia bronzo -Colore: Molto scuro, direi nero -Asse di
conio: 180° La ringrazio vivamente della consulenza
e resto in attesa della sua risposta Cordiali
saluti |
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Duisburg, 14.7.2005
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Follis1, zecca di Tessalonica2, 312-313 d. C.3 , RIC VI 61b, indice di rarità "C" D. IMP C
CONSTANTINVS P F AVG4. Busto laureato, drappeggiato e
corazzato a destra di Costantino I il Grande. La ricerca nel web di monete uguali a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. -------------------------------
(1) Secondo il
RIC, il follis d'epoca battuto dalla zecca di
Tessalonica pesava 3,75-3,25g. e possedeva un asse
di conio orientato indifferentemente ad ore 0
oppure ad ore 12. Nella tabella che segue riporto
le caratteristiche fisiche dei campioni i cui link
sono sopra indicati:
(2)Le prime due lettere in esergo (TS) identificano la zecca di Tessalonica (l'odierna Salonicco sull'Egeo nella Grecia settentrionale). (3)Secondo il RIC, la moneta di figura fu battuta nel periodo 212-213 d.C. (4)IMPerator Claudius CONSTANTINVS Pius Felix AVGustus. Nel novembre del 308 la conferenza di Carnuntum aveva tentato di conferire stabilità politica all'impero romano, da un lato, attraverso la legittimazione dello status quo legato ai rapporti di forza esistenti, dall'altro attraverso il reciproco riconoscimento dei sovrani e la ripartizione delle competenze: Galerio, Augusto senior, assumeva il governo dei Balcani e dell'Asia Minore; Licinio veniva delegato al governo della Pannonia (confine danubiano ed Istria) e, con il titolo di Augusto, posto in prima posizione nella linea di successione dopo Galerio; a Massimino veniva attribuito il governo della Siria e dell'Egitto ma solo il titolo di Cesare (egli aspirava invece, per la maggiore anzianità rispetto a Licinio, al titolo di Augusto e ad essere riconosciuto primo nella linea di successione); a Costantino veniva assegnato il titolo di Cesare (terzo nella catena di successione dopo Massimino) e il governo della Gallia e della Britannia. Non si era invece voluto riconoscere il governo di Massenzio in Italia, Spagna e Africa, né assecondare le speranze di Massimiano Erculio di poter riassumere un ruolo politico attivo a spese di Costantino. Si pensava che la situazione politica in quell'area del mondo romano prima o poi si sarebbe risolta da sé, visti i contrasti esistenti al suo interno tra Massenzio e il padre Massimiano, la rivolta militare in Africa di Alessandro e la forte presenza militare di Costantino nella Gallia a ridosso delle Alpi. In effetti la situazione evolse rapidamente quando, dopo vari e infruttuosi tentativi di complotto contro Costantino, Massimiano fu indotto al suicidio agli inizi del 310 e dopo che la repressione della rivolta in Africa restituì l'area al controllo di Massenzio. Lo scacchiere meridionale e occidentale dell'impero era ora dominato da Massenzio, autoproclamatosi Augusto, ma non riconosciuto dalle altre parti in gioco. Nel maggio del 310, Massimino, insofferente del mancato riconoscimento della propria anzianità rispetto a Licinio si autoproclamò Augusto e Galerio fu costretto ad accettare il fatto compiuto riconoscendo a Massimino il titolo di Augusto e, per l'equilibrio dei poteri, a fare altrettanto con Costantino. Il 5 maggio del 311 Galerio morì e Massimino invase rapidamente da Sud l'Asia Minore, già sotto il controllo di Galerio e portò i confini del suo regno sino ai Dardanelli, mentre Licinio muovendo dalla Pannonia occupò l'area balcanica ponendosi in una situazione di pace armata con il suo diretto competitore. Nel 311, poco prima di morire, Galerio aveva soppresso, d'intesa con Costantino e Licinio, l'editto contro i cristiani, a suo tempo emanato da Diocleziano. Massimino, appena insediatosi a Nicomedia (città sulla sponda asiatica del Mar di Marmara) ripristinò l'editto contro i cristiani, rimarcando la distanza dai suoi colleghi. Agli inizi del 312 l'annuncio del matrimonio tra Costanza, sorellastra di Costantino e Licinio sancì la convergenza di interessi tra i due Augusti, in chiave anti-Massenzio, nello scacchiere occidentale dell'impero, e anti-Massimino, in quello orientale. Massenzio non attese oltre e aprì le ostilità ma fu poi Costantino che prese l'iniziativa militare, invase l'Italia e il 28 ottobre del 312 batté e uccise il suo avversario nella battaglia di ponte Milvio, alle porte di Roma (particolare macabro, la testa di Massenzio fu inviata in Africa a testimonianza della sua morte). Nel gennaio del 313 si celebrarono a Milano le nozze di Licinio con Costanza. Subito dopo fu promulgato l'editto sulla tolleranza religiosa, quindi Costantino tornò a Treviri e Licinio nell'Illirico. L'incontro di Milano tra Licinio e Costantino e le notizie dell'alleanza tra i due, raggiunsero Massimino che, rotti gli indugi, alla fine di marzo del 313, attraversò il Mar di Marmara, invadendo il territorio di Licinio. L'incontro tra i due eserciti avvenne alla fine di aprile del 313 a Tzirallum, vicino Heraclea (poco all'interno della sponda europea del Mar di Marmara), i tentativi di negoziato prontamente avviati si rivelarono inutili, la parola passò alle armi e Massimino fu battuto (riuscì a fuggire ma si suicidò a Tarso qualche mese dopo). Da quel momento l'impero romano passò sotto il controllo di Costantino in Occidente e di Licinio in Oriente. L'alleanza tra i due però doveva durare appena un anno ma questa è un'altra storia, almeno per quanto concerne la moneta di figura. (5)IOVI CONSERVATORI AVGG NN. A Giove protettore dei nostri Augusti. Il tipo di Giove protettore è molto comune nella monetazione del periodo legata al mito del fondatore della tetrarchia, Diocleziano, che si era dichiarato "gioviano", figlio di Giove (si veda in proposito la pagina di questo sito in cui l'argomento è trattato per esteso (cliccare qui). Il senso letterale e figurativo di questo rovescio è molto chiaro, il significato politico è quello della concordia, almeno sul piano formale, tra i tetrarchi, Licinio, Costantino e Massimino Daia nel nome dei quali nel periodo 312- 313 la zecca di Tessalonica, allora sotto il controllo di Licinio, batté la stessa tipologia monetale con le seguenti leggende del dritto:
(6)La moneta porta il segno di zecca , ove ε individua la quinta officina monetale di Tessalonica. |
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