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28.8.2005
Gentile sig.
De Florio, grazie per la relazione sul denario di Faustina minore. Adesso le invio la foto di un antoniniano di Carino. Resto in attesa del suo parere. Diritto: IMP CARINVS PF AVG Rovescio: AETE_RNIT AVGG (in esergo KA gamma) peso: g 3,7 diametro: mm 21 circa asse: 180° colorazione: grigio effetti alla calamita: nessuno La ringrazio. |
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Roma, 7.9.2005
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la sua moneta, con la precisazione che ho indicato con un trattino le interruzioni nella continuità della leggenda del rovescio: Antoniniano1, zecca di Roma2, RIC V/II 248, C/VI 14, 283-84 d. C., indice di rarità "C" D. IMP CARINVS P F
AVG3. Carino,
busto radiato e corazzato a destra. La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------------------- Note: (1) Traggo dal sito dell'ANS (American Numismatic Society - http://www.amnumsoc.org/search/) le caratteristiche fisiche degli antoniniani della tipologia di figura battuti dalla zecca di Roma che raccolgo in tabella unitamente agli antoniniani i cui link sono sopra riportati:
(2) Secondo il RIC V/II, tutta la monetazione di Carino che presenta in esergo la lettera K fu battuta dalla zecca di Roma, a quel tempo operante su sette officine (numerate con le lettere greche A, B, Γ, Δ, ε, Z, H), la lettera K avendo sostituito la tradizionale R tipica della monetazione di prima di Carino e della prima emissione dello stesso Carino. In ordine progressivo di emissione, i segni utilizzati dalla zecca di Roma per le emissioni di Caro e dei figli Carino e Numeriano furono: RA, AK, AAK, AKA, KAA, KA, KAA, K,AA, KAA, KAB. In generale Caro utilizzò, per le monete emesse in suo nome, le prime quattro officine (A, B, Γ, Δ), mentre per le prime emissioni di Carino furono utilizzate le ultime tre officine (ε, Z, H). Le prime emissioni di Numeriano furono battute dalla quarta e sesta officina (Δ, Z). Con la morte di Caro, tutte le officine, tranne la prima, batterono nel nome di Carino e forse anche di Numeriano. Si ha notizia, solo attraverso la monetazione, per altro molto scarsa, dell'esistenza di un figlio di Carino, di nome Nigriniano, le cui monete commemorative (DIVO NIGRINIANO) furono battute solo dalla prima officina (A). (3) IMPerator CARINVS Pius Felix AVGustus. Il padre di Carino, Marco Aurelio Caro fu acclamato imperatore dall'esercito alla morte di Probo nel settembre del 282 d.C. Poco dopo l'ascesa al trono egli conferì il titolo di Cesare ai due figli, Marco Aurelio Carino, nel cui nome fu battuta la moneta di figura, e Marco Aurelio Numeriano, rispettivamente di 33 e 28 anni. Nel dicembre del 282 o agli inizi dell'anno successivo le esigenze della guerra persiana costrinsero Caro e Numeriano a partire per l'Oriente, mentre Carino rimase a Roma a curare gli affari di stato e a difendere i confini gallici. Lungo la strada padre e figlio intervennero con succeso sui Sarmati e i Quadi in Pannonia prima di raggiungere il teatro delle operazioni in Persia. Al momento di attraversare il confine persiano, verosimilmente agli inizi del 283, Caro decise di elevare i figli al rango di Augusti ed ebbe cura di riconoscere al figlio maggiore Carino l'anzianità di comando che, in virtù dell'età, gli era dovuta rispetto al fratello Numeriano. Il Tigri fu attraversato e l'esercito avanzò fino a Ctesifonte facendo un ricco bottino, quando avvenne la singolare disgrazia, un fulmine uccise Caro tra l'agosto e il settembre del 283 o più probabilmente nel mese di novembre. Numeriano procedette lentamente sulla strada del ritorno in Europa quando anche lui perì improvvisamente, forse assassinato, nei pressi di Heraclea nel settembre÷novembre del 284. Questa versione dei fatti, presentata dal RIC, si discosta in parte dall'altra adombrata in altra pagina di questa rubrica e avanzata dallo storico Kovaliov, secondo il quale alla base delle due morti improvvise di Caro e di Numeriano ci sarebbe stata la congiura ordita dal prefetto del pretorio Flavio Apro che aspirava al potere. Diocleziano, l'ufficiale di grado maggiore al seguito di Numeriano colse l'occasione della morte del proprio sovrano per uccidere l'infido Flavio Apro e farsi proclamare imperatore dalle truppe. Carino, appresa la notizia della morte del fratello e dell'acclamazione di Diocleziano, mosse contro di lui. Sulla strada dovette però reprimere la rivolta di Marco Aurelio Giuliano di Pannonia che sconfisse e uccise in battaglia a Verona verso l'inizio del 285. Lo scontro con Diocleziano si svolse nella primavera successiva a Margus in Moesia, al confine danubiano. Diocleziano fu battuto in battaglia ma, incredibilmente, vinse la guerra perché Carino fu assassinato da un suo ufficiale la cui moglie egli aveva sedotto. Le donne del resto avevano rappresentato, sembra, un grosso problema per Carino: secondo il RIC ne avrebbe sposate nove, dell'ultima delle quali soltanto ci è pervenuto il nome, Magnia Urbica, donna di singolare bellezza che ha lasciato di sé un'immagine sulle monete a lei dedicate. (4) AETERNITas AVGG (Aeternitas Augustorum). L'eternità degli Augusti coinvolge l'intera dinastia, Caro, Carino e Numeriano, ma la moneta di figura non è datata nel senso che non reca nella leggenda indicazioni tali da poter risalire con certezza alla data della coniazione che, in via indiretta, si può ritenere essere avvenuta nell'arco temporale compreso tra l'elevazione di Carino e la morte di Numeriano (283÷284). (5) L'Aeternitas è il simbolo dell'eternità e della stabilità. I suoi attributi sono tipicamente, un globo, una torcia, uno scettro o la fenice (il mitico uccello che risorse dalle ceneri della sua pira funeraria). Per una trattazione più estesa del tema della fenice si rimanda al sito: http://astrocultura.uai.it/mitologia/lafenice.htm. (6) Il segno di zecca KAΓ indica che la moneta appartiene alla quinta emissione nel nome di Carino della zecca di Roma (v. KAA, nota(2)) e che fu battuta dalla terza officina (KAA, con l'ultima A = Γ). |
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