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aggiornata il 14.0.2010 |
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30.5.2006
Buon giorno
Sig. De Florio Mi permetto di sottoporre alla sua attenzione la moneta con foto in allegato, anche se molto usurata e con notevoli ed evidenti difficoltà di identificazione, avente le seguenti caratteristiche: - Peso: gr. 13,9 - Diametro max: mm. 28,7 - Diametro min: mm. 27,3 - Magnetica: NO - Materiale: Bronzo - Colore: Verde con macchie scure sul rovescio - Asse: 0°, oppure ore 12 Resto in attesa della sua cortese risposta Cordiali saluti |
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Roma, 18.9.2006
Egregio
Lettore, condividendo la sua difficoltà nell'identificare la moneta di figura, mi sono rivolto al forum di numismatica di Yahoo, Moneta-L (iscrizione gratuita, lingua inglese, aperto a tutti), ottenendo una consulenza. Ringrazio perciò i signori Mark Lehman, Giacomo De Florio, Bill, Robert Kokotailo che, nella successione temporale indicata, mi hanno fornito gli elementi di identificazione di seguito riportati: Sesterzio1, zecca di Roma, RIC IV/III 297a, Cohen V 43, 241÷243 d. C.2, indice di rarità "C". Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili): La ricerca nel web di monete di tipologia identica a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Description Gordian III AE Sestertius 240-244AD Reverse- AETERNITATI AVG SC- Sol stnading left holding globe. Currently $27.00 01/04/00. Gordian III, Æ sestertius, (13.60g) GORDIANVS PIVS FEL AVG Laureate, draped and cuirassed bust right. / AETERNITATI AVG Sol standing, head left, holding globe, S C at sides. Good VF / VF, dark green patina. Currently $52.75 Sep-13-01. Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note: (1) Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratti dai link di cui sopra e dal sito dell'ANS (American Numismatic Society):
(2) Il sito francese http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r07/emissionstab.html fornisce un'articolata tabella delle emissioni della zecca di Roma da cui si evince la datazione sopra riportata per la moneta della tipologia di figura. Secondo il sito, la moneta sarebbe stata emessa dalla prima delle sei officine della zecca di Roma, tra la fine del 240 e il 242, prima della nomina di Filippo quale prefetto del pretorio. (3) IMPerator GORDIANUS PIVS FELix AVGustus. Gordiano III, il cui nome per esteso da Augusto è Imperator Caesar Marcus Antonius Gordianus Augustus, riceve il titolo di "PIVS" nel 239 d. C. e l'anno successivo aggiunge al proprio nome l'appellativo "FELix". La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco di soli sei anni, tra il 238 e il 244 d. C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Alessandro Severo l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d. C., regnante Massimino (Alessandro Severo era stato ucciso nel 235 per mano di Massimino), scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni confiscati dalla politica predatoria del sovrano. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'elevazione al trono dei due Gordiani. Il loro regno doveva tuttavia durare meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, gli si rivoltò contro allorché ritenne che le sue aspettative non venissero tenute nella giusta considerazione e poiché aveva al suo comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei suoi oppositori, sicché Gordiano I si suicidò e Gordiano II finì ucciso in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa circa la morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere le sue prerogative. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, una rivolta dei pretoriani pose fine alla vita dei due Augusti regnanti, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica ne determinò la morte. Gordiano III, data la giovane età, era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia. Ma il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante una campagna militare in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo, passato poi alla storia come Filippo I l'Arabo, lo fece assassinare dai suoi sicari nel 244 facendosi proclamare Augusto al suo posto. Il Senato e le province riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (4) AETERNITATI AVGusti. All'Eternità dell'Augusto. Sostiene Seth Stevenson (v. link) che la ragione per la quale sul rovescio di alcune monete imperiali il Sole o la Luna sono associati alla leggenda AETERNITAS sta nel fatto che i menzionati corpi celesti erano considerati eterni dai Romani e l'eternità era ostentata anche come attributo del sovrano. Del resto la pratica di deificare gli imperatori defunti non esprimeva proprio questo concetto di eternità? Il tipo del Sole con la mano destra alzata e la sinistra che sorregge il globo, simbolo del dominio sul cosmo, è un classico nella monetazione romana. L'attribuzione della leggenda del rovescio è stata fatta per via indiretta, sulla base di due elementi congiunti, le ultime due lettere ancora riconoscibili della leggenda e la presenza del globo che sembra potersi intravedere un po' spostato a destra rispetto al centro del tondello. Se l'identificazione è esatta, la figura sul rovescio rappresenta il Sole che sorregge il globo e rappresenta simbolicamente l'Eternità dell'imperatore. Per il simbolismo dell'Aeternitas, rimando al sito http://www.thaliatook.com/OGOD/aeternitas.html. |
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