Roma, 14.3.2007
Egregio
Lettore,
di seguito riporto gli elementi che ho potuto
raccogliere sulla moneta di figura:
AE26, zecca di Nicopolis ad Istrum1,
218-222 d. C., Verbanov 31535, Moushmov
1405
Descrizione sommaria (sono indicate
in rosso le parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili):
D. AΥT K M AΥΡ - ANTΩNEINOC.2
Busto di Elagabalo laureato, paludato, corazzato a
destra. Segno di punzone al centro.
R. ΥΠ NOBIOΥ ΡOΥΦOΥ
NIKOΠOΛITΩN ΠΡOC IC/TΡ - ON3.
Zeus stante a sinistra, sorregge con la mano destra
il fulmine e con la mano sinistra uno scettro. Segno
di punzone al centro.4
La ricerca nel web di monete di tipologia simile ha
prodotto i seguenti risultati:
- http://wildwinds.com/coins/ric/elagabalus/_nikopolis_AE28_Moushmov_1405.jpg
Elagabalus AE28 of Nikopolis ad Istrum. AVT K M
AVPH ANTWNINOC, laureate, draped bust right / VP
NOBIOV POVFOV NIKOPOLITWN PPOC IC-PT-ON, Zeus
standing left, half-naked, holding thunderbolt
& sceptre.
- http://www.numismall.com/acc/images/P/v6806.jpg
AE27 of Elagabalus (218-222 AD) with Zeus
standing, Nikopolis ad Istrum, Moesia Inferior AVT
K M AVP ANTW*NEINOC, laureate bust right / VP
NOBIOV ROVFOV NIKOPOLITW*N PROC ICTPON, Zeus
standing, holding scepter and thunderbolt. 27mm,
11.9 grams. Verbanov V.I, #3153.5
- http://www.cgb.fr/elagabal-tetrassaria,bpv_177211,a.html
Description avers : Buste lauré, drapé et cuirassé
d’Élagabal à droite, vu de trois quarts en arrière
(A*2) . Légende avers : AUT M AURH - ANTWN[EINOS],
(Autokratoros Mapkos Aurhlios Antoninos).
Traduction avers : (L'empereur Marc Aurèle
Antonin). Description revers : Jupiter (Zeus)
debout de face, la tête tournée à gauche, nu
jusqu’à la ceinture, tenant un foudre de la main
droite et un long sceptre de la gauche. Légende
revers : UP NOBIOU ROUFOU NIKOPOLITWN/ PROS IS//
TR/ON, (Upatewn Nobiou Roufou Nikopolitwn Pros
Istron). Traduction revers : (Hypateon Novius
Rufus ville de Nicopolis près d’Istros). La
légende du revers commence normalement et se
termine dans le champ, faute de place. Il existe
plusieurs représentations de Zeus en pied dans le
monnayage de Nicopolis. En l’absence d’une marque
dans le champ du revers, nous sommes en présence
d’une pièce de 4 assaria. Seule la marque dans le
champ, delta ou epsilon permet de connaître la
valeur de ces pièces. J.-P. Callu, dans sa thèse,
avait noté un poids moyen de 10,50 g pour 29
exemplaires relevés. ÉLAGABAL
(16/05/218-12/03/222) Marcus Aurelius Antoninus
Élagabal, proclamé empereur le 16 mai 218, seul
auguste avant la fin juin ou le début juillet,
quitte la Syrie pour rejoindre Rome. Élagabal
s'arrête à Nicomédie, il y passe tout l'hiver et y
tombe malade. C'est donc dans cette ville qu'il
revêt son second consulat. Élagabal n'arrivera à
Rome qu'en juillet ou septembre 219, apportant la
pierre noire de son culte pour l'installer dans sa
capitale. Il ne reviendra jamais en Syrie,
assassiné rapidement après un règne inégalé en
turpitudes et dérèglements. Type : Tetrassaria.
Date : c. 218-220. Nom de l'atelier/ville:
Nicopolis ad Istrum, Mésie Inférieure. Métal :
cuivre. Diamètre: 26,00mm. Axe des coins: 7h.
Poids: 10,85g. Degré de rareté: R1. Article vendu
sur notre boutique internet. Prix: 170.00€.
- http://numismatics.org/collection/1997.32.202
Bronze Coin, Nicopolis ad Istrum, AD 218 - AD 222.
1997.32.202 Obverse: ANT K M AVPH ANTON... -
Laureate, draped, and cuirassed bust r.
Reverse: Zeus stdg. l., holding lightning
bolt in r. and scepter in l. Axis: 7 Measurements
Weight: 13.74 Diameter: 30.
Concludo osservando che lo stile della moneta appare
compatibile con i conî d'epoca. Il valore venale della
moneta, nello stato di conservazione in cui si trova,
non dovrebbe superare i 40 euro.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Nicopolis
ad Istrum, nell'attuale Bulgaria ("ad Istrum",
cioè sull'Ister, nome con il quale nell'antichità
si indicava il Danubio) era in realtà collocata vicino al villaggio
di Nikyup, nel distretto di Veliko Turnovo,
a 20 km dalla suddetta città. Era stata fondata da
Traiano pe commemorare la vittoria sui Daci. La
città era abitata da una popolazione di lingua
greca e batteva moneta a circolazione locale
(provinciale).
(2) AΥTokράτωρ
Kαĩσαρ Mάρκος AΥΡήλιος ANTΩNEINOC,
equivalente al latino "Imperator Caesar Marcus
Aurelius Antoninus", cioè l'imperatore Elagabalo.
Interessante storia quella di
Vario Avito Bassiano, detto Elagabalo (o
Eliogabalo) dal nome del dio Elagabal (o El_Gabal)
di cui era sacerdote. Dovette la sua ascesa alla
nonna materna, Giulia Mesa, sorella
dell'imperatrice Giulia Domna, moglie
dell'imperatore Settimio Severo, della cui vita si
è accennato in altra pagina di questo sito (cliccare qui).
Si ricorderà che Giulia Domna, dopo l'assassinio
del figlio Caracalla ad opera del prefetto
pretorio Marco Opellio Macrino, era stata esiliata
con tutta la famiglia ad Emesa, sua città natale
e, non sopportando la nuova condizione, si era
lasciata morire di fame. Dopo la morte di
Caracalla, Macrino era stato immediatamente
elevato al soglio imperiale ma non aveva saputo
soddisfare le aspettative di chi l'aveva
appoggiato nell'ascesa, in primo luogo l'esercito.
Una sfortunata campagna militare contro i Parti,
seguita da una pace comprata a peso d'oro, creò
presto un clima di sedizione di cui approfittò
Giulia Mesa la quale, vantando dalla sua parte la
tradizione di prodigalità dei Severi e di
Caracalla e valendosi delle sue immense ricchezze,
complottò con gli ambienti militari convincendoli
ad appoggiare l'elevazione del nipote Vario Avito
Bassiano. Bassiano divenne imperatore assumendo il
nome di Marco Aurelio Antonino che era stato anche
quello di Caracalla e quello di Commodo prima di
lui. Macrino fu sconfitto sotto Antiochia, poi
catturato e ucciso mentre fuggiva in occidente.
Lasciata Emesa, Elagabalo non abbandonò i doveri
sacerdotali. Il senato fu costretto ad accogliere
nel pantheon romano «l'invitto dio sole
Elagabalo», di cui sommo sacerdote era lo stesso
imperatore. Al nuovo dio fu elevato un tempio
vicino al palazzo imperiale sul Palatino, dove fu
trasferito l'altare della dea Vesta insieme ad
altre reliquie sacre dello Stato romano. Questo
fatto dimostra non solo la stravaganza
dell'imperatore, ma anche la servilità del senato;
esso svela pure che in Italia e nelle regioni
orientali dell'Impero si erano diffuse in
quell'epoca varie credenze e culti orientali che
avevano creato una variegata mescolanza religiosa.
Questo sincretismo religioso creò la base sulla
quale proprio a quel tempo cominciò rapidamente a
diffondersi il cristianesimo. Tuttavia la svolta
decisiva di apertura verso l'Oriente non poté non
determinare la protesta di vasti circoli sociali.
L'opposizione alla politica orientale di Elagabalo
fu rafforzata dal malcontento determinato dalla
condotta del giovane imperatore e della cricca di
corte. È vero che, al riguardo, a Roma non
rimaneva molto di che meravigliarsi, ma ciò che
succedeva alla corte di Elagabalo superava
qualsiasi misura di impudenza. Nonostante la
giovane età, l'imperatore era estremamente
corrotto. Egli era un pervertito sessuale; le
scene di dissolutezza che si svolgevano sul
Palatino superavano di gran lunga le orge di
Caligola, Nerone e Commodo. Le persone più vicine
all'imperatore, la madre Semia, il favorito
Ierocle, il prefetto di Roma Fulvio, il ministro
delle finanze Eubulo e altri dissipavano
apertamente il denaro dello Stato e si
permettevano inauditi abusi. La
nonna di Elagabalo, Giulia Mesa, che all'inizio
dirigeva tutti gli affari di Stato, comprese
presto che la sua « creatura » era assolutamente
incorreggibile e che non solo sarebbe stata
incapace di consolidare la dinastia, ma al
contrario l'avrebbe inevitabilmente rovinata.
Perciò ella convinse Elagabalo
ad adottare il cugino Alessandro, figlio di Mamea
(la più giovane delle figlie di Giulia Mesa), e a
proclamarlo Cesare. Subito dopo Elagabalo,
allora diciottenne, insieme a sua madre Giulia
Semia e a tutta la loro cricca (inizio del 222)
furono uccisi dai pretoriani. Gli elementi
biografici sul regno di Elagabalo sono stati
tratti dal Kovaliov.
(3) ΥΠάτου
NOBIOΥ ΡOΥΦOΥ NIKOΠOΛITΩN ΠΡOC ICTΡON;
ove le prime tre parole costituiscono un genitivo
etnico e quindi .. [moneta battuta nel nome] di
Novio Rufo prefetto dei cittadini di Nicopolis ad
Istrum. Novio Rufo era al tempo governatore della
Mesia Inferiore.
(4) Il segno del punzone al
centro è comune a molte monete provinciali.
Riferisce Mark Lehman in "An introduction to roman
provincial coinage" (v. link),
"spesso le monete provinciali presentano delle
piccole depressioni (inglese, dimples) o "fossette
di centraggio", al centro del dritto o del
rovescio. Queste fossette sono un artificio
utilizzato in un processo poco compreso,
finalizzato a preparare i tondelli destinati alla
coniazione - forse attraverso la rifilatura
dei bordi, la levigatura delle superfici, o
entrambi".
(5) La catalogazione Verbanov
3153 è ripresa dal link1 sopra
indicato, in quanto non dispongo del
Verbanov per la consultazione.
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