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11.8.2007
Gent.mo Dr.
De Florio, Le sottopongo quest'altra moneta di Licinio I per saperne qualche cenno storico e la sua attuale quotazione. Qui di seguito i dati della moneta. peso gr.3,51; diametro cm 1,8; colore: marrone scuro; metallo: bronzo; non c'è presenza di materiale ferro-magnetico; l'autorizzo all'uso incondizionato della foto o dell'immagine inviata; non ho potuto verificare l'asse di conio. In allegato le foto in formato .jpg La ringrazio per la Sua ormai consueta cortesia e disponibilità. Cordiali saluti |
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Roma, 18.8.2007
Egregio
Lettore, di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla sua moneta: Follis 1, Zecca di Roma2, 314-315 d. C., RIC VII 29 (pag. 299), indice di rarità "r4-r5"3 Descrizione
sommaria: Seguono i link a monete di tipologia simile presenti nel web:
Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note:
(2) La zecca di Roma, nel periodo in questione, operava su 4 officine, contrassegnate dalle lettere latine P, S, T, Q. Sfortunatamente l'immagine disponibile per la moneta di figura non consente di leggere l'esergo della moneta e quindi di stabilire con certezza l'identità della zecca di emissione e dell'officina. Tuttavia le due lettere sovrapposte R/X a sinistra nel campo del rovescio e la lettera F a destra sono presenti contemporaneamente solo su monete battute dalla zecca di Roma, il che consente di attribuire con certezza la moneta alla zecca anzidetta. Ovviamente non è possibile, in assenza della lettura dell'esergo, identificare l'officina. La zecca di Roma, era a quel tempo sotto il controllo di Costantino, imperatore romano d'Occidente e, com'era d'uso durante la Tetrarchia, batté moneta sia nel nome del proprio sovrano, che in quello di Licino, imperatore d'Oriente. Ciò significa che ritroviamo monete con gli stessi tipi del rovescio ma con le seguenti leggende del dritto:
(4) IMPerator LICINIVS Pivs Felix AVGvstvs. In altra pagina di questo sito si è tracciato un profilo storico della tetrarchia, all'interno della quale trova posto Licinio:
(5) SOLI INVICTO COMITI, al Sole compagno invitto. Invitto era l'epiteto di tre diverse divinità, El Gabal (divinità siriaca), Mitra (divinità di origine persiana), e il Sole (il dio protettore dell'imperatore Aureliano) che venivano festeggiate insieme il 25 dicembre, "dies natalis solis invicti". La festa, secondo http://en.wikipedia.org/wiki/Sol_Invictus, fu introdotta da Elagabalo (218-222) e raggiunse l'apice della popolarità sotto Aureliano che la promosse in tutto l'impero. Quando Cesare introdusse il calendario giuliano, il 25 dicembre corrispondeva approssimativamente alla data del solstizio d'inverno. Dunque, proprio nel giorno più corto dell'anno, il Sole dimostrava la sua natura invitta perché dava inizio ad un nuovo ciclo di crescita. La moneta richiama il culto del dio, presente in tutta la monetazione di Costantino e, con la stessa leggenda, anche in quella precedente sin dai tempi di Adriano. (6) Il segno di zecca si compone di tre parti: in esergo, il segno R che corrisponde all'indicativo della zecca di Roma (illeggibile sulla moneta di figura) seguito dal numero dell'officina monetale, Prima, Secunda, Tertia, Quarta (anche questa illeggibile) ed infine, nel campo del rovescio, tre lettere in qualche modo legate all'emissione monetale. |
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