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Massenzio difensore della sua città
22.10.2007
Buongiorno,
sono in possesso di una moneta di cui Le elenco le seguenti caratteristiche:
peso: 5.50 grammi 
diametro:22 mm 
asse di conio: 5 
tipologia della lega:sembra rame 
presenza di materiale ferro-magnetico: assente
Allego le foto della moneta e la ringrazio anticipatamente per la risposta
Cordiali saluti
fig. 1
Cliccare sulle immagini per ingrandire
Roma, 24.10.2007
Egregio Lettore,
trascrivo di seguito i dati significativi pertinenti alla sua moneta:

Follis1, zecca di Aquileia, RIC VI 116 (pag. 325), tarda estate 307 d. C., indice di rarità "C"

Descrizione (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate e non più leggibili):
D. IMP C MAXENTIVS P F AVG2. Massenzio, testa laureata a destra.
R. CONSERV - VRB SVAE3. Roma seduta di fronte, testa a sinistra, all'interno di un tempio esastilo, sorregge un globo con la destra, con la sinistra uno scettro; statue come acroteri; corona nel timpano. AQP4 in esergo.

La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha prodotto i seguenti risultati:

  1. http://www.wildwinds.com/coins/ric/maxentius/_aquileia_RIC_116.jpg Web Product ID: 1387 Estimate: $100.00 Final Sale Price: $71.50. Denomination: Follis Grade: Good VF Reference: RIC VI 116 Maxentius. 306-312 AD. Æ Follis (7.60 gm). Struck 307 AD. Aquileia mint. IMP C MAXENTIVS P F AVG, laureate head right / CONSERV VRB SVAE, Roma seated facing, head left, within hexastyle temple, holding globe and sceptre; wreath in pediment; AQP. RIC VI 116. Good VF. Estimate $60.
  2. http://www.vcoins.com/ancient/incitatuscoins/store/viewItem.asp?idProduct=3702 MAXENTIUS AE follis. Struck at Aquileia mint. IMP C MAXENTIVS P F AVG, laureate head right. Reverse - CONSERV VRB SVAE, Roma seated facing, head left, within hexastyle temple, holding globe and sceptre; wreath in pediment; AQP in exergue. 26mm, 6.6g. Extremely Fine, wonderful portrait. Price US$ 82.00 euro 58.00 £ 40.44 AUD$ 93.35 CHF 96.59 CAD$ 80.45 Rates for 10/22/2007.
  3. http://www.acsearch.info/record.html?id=58109 Source Numismatik Lanz München Auction 97 (22.05.2000) Lot 980  ( «  |  » ) Price 150 DEM (~69 USD) Description (Translate description) RöMISCHE MüNZEN KAISERREICH MAXENTIUS (307-312) No: 980 Schätzpreis/Estimation DM 150,- d=26 mm Follis, 307, Aquileia. IMP C MAXENTIVS P F AVG. Kopf mit Lorbeerkranz rechts. Rs: CONSERV - VRB SVAE / AQS. Sechssäulige Tempelfront auf zweistufigem Podium, im Giebelfeld Kranz; im Inneren Roma mit Globus, Szepter und Schild en face thronend. RIC 116. 6,97g. Dunkelbraune Patina, leichte Prägeschwäche, vorzüglich.
  4. http://www.acsearch.info/record.html?id=148867 Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Auction Mail Bid Sale 8 (01.10.2004) Lot 590  ( «  |  » ) Price 42 EUR (~52 USD) Description (Translate description) Diocletianus - Licinius II. Maxentius 306-312 Follis (6,71 g), Aquileia 307. Offizin 2. Av.: IMP C MAXENTIVS PF AVG, belorbeerter Kopf rechts. Rv.: CONSERV VRB SVAE, Roma sitzt frontal im hexastylen Tempel. RIC:116. s.sch. Estimate: EUR 30.
Venendo alle conclusioni, per quanto è consentito di giudicare dall'immagine telematica a disposizione, ritengo che la moneta presenti caratteristiche di stile e aspetto generale accettabili.

Un saluto cordiale. 
Giulio De Florio
 

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Note:

(1) Traggo dai link di cui sopra e dal sito dell'ANS (American Numismatic Society) le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura battuti dalla zecca di Aquileia:

Riferimenti Peso (g.)  Diametro (mm) Asse di conio (h)
Link1 7,60 - -
Link2 6,60 26 -
Link3 6,97 26 -
Link4 6,71 - -
ANS1 6,19 - 12
ANS2 5,55 - 6
ANS3 6,18 - 12
ANS4 7,05 - 12
ANS5 6,21 - 12
ANS6 6,07 - 12
Dalla tabella si evince che il follis di figura presenta caratteristiche fisiche (5,5g, 22mm, 5h) comparabili con quelle dei conî d'epoca.
(2) IMPerator Caesar MAXENTIVS Pius Felix AVGustus. Marco Aurelio Valerio MASSENZIO era nato attorno al 278 d.C. da Marco Valerio Massimiano (detto Massimiano Erculio) e dalla siriana Eutropia. Il 1° marzo del 293, DIOCLEZIANO, Augusto d'Oriente  e Massimiano Erculio, Augusto d'Occidente, secondo nella gerarchia dell'impero, scelsero, come propri successori, conferendo loro il titolo di Cesare, rispettivamente, Caio GALERIO Valerio Massimiano  e Caio Flavio Valerio COSTANZO (o Costanzo) Cloro, quest'ultimo gerarchicamente più anziano del primo. Si costituì così la prima Tetrarchia formata da due Augusti e da due Cesari, un sistema di governo che Diocleziano aveva fortemente voluto  nell'intento, tra l'altro, di evitare le successioni ereditarie, preferendo ad esse quelle basate sul merito e sulle capacità personali dei prescelti (in altra pagina di questo sito le ragioni fondanti della tetrarchia vengono trattate in modo più estensivo - cliccare qui). Il sistema di successione così escogitato voleva che, dopo vent'anni di regno, gli Augusti rassegnassero il mandato in favore dei Cesari prescelti i quali, divenuti Augusti, avrebbero a loro volta nominato i propri successori tra gli uomini di rispettiva fiducia. Fu così che il 1 maggio del 305 DIOCLEZIANO, giunto al ventesimo anno di governo, si ritirò dalla vita pubblica, e altrettanto pretese da Massimiano Erculio. Con l'uscita di scena, i due dimissionari assunsero il titolo puramente onorifico di "Seniores Augusti, felicissimi et beatissimi", mentre GALERIO e Costanzo furono elevati al rango di Augusti, rispettivamente d'Oriente e d'Occidente. Ma a guadagnarci fu sopra tutto GALERIO. Infatti, anche se Costanzo, come Augusto senior, possedeva il supremo potere legislativo, come era stato quello di Diocleziano prima di lui, fu GALERIO a scegliere, tra gli uomini certamente a lui fedeli, i due nuovi Cesari nelle persone di Flavio Valerio SEVERO (Cesare d'Occidente) e Valerio MASSIMINO DAIA, suo nipote (Cesare d'Oriente). La cosa scontentò gli occidentali: Massimiano Erculio, perché costretto a ritirarsi anzitempo, suo figlio MASSENZIO e COSTANTINO, il figlio di Costanzo, perché tagliati fuori dalla linea di successione. MASSENZIO in particolare si trovò irrimediabilmente tagliato fuori anche perché, a causa del carattere difficile e altezzoso, nonostante il legame di parentela con GALERIO (ne aveva sposato la figlia), era in pessimi rapporto sia con il suocero che con il proprio genitore. La crisi politica del sistema tetrarchico scoppiò quando Costanzo ad Eburacum (l'odierna York al confine con la Scozia), appena poco prima di morire, il 25.7.306, conferì l'imperium a COSTANTINO alla presenza entusiastica dei soldati che lo avrebbe acclamato immediatamente Augusto se non fosse stato per l'insistenza di COSTANTINO di accettare solo il titolo di Cesare. Costantino cercò subito di farsi riconoscere da Galerio che, con la morte di Costanzo, era diventato l'Augusto senior e a questo scopo gli inviò la tradizionale effige laureata che simboleggiava il suo nuovo status. Respingere la richiesta avrebbe avuto il significato di una dichiarazione di guerra, sicché Galerio si piegò ad accettare il fatto compiuto ed elevando SEVERO (più anziano per età di MASSIMINO DAIA) al rango di Augusto, riconobbe la posizione di COSTANTINO quale membro più giovane, in quanto ultimo per data di creazione, all'interno della tetrarchia. Nello stesso periodo scoppiarono a Roma tumulti popolari causati delle tasse imposte da GALERIO anche alla popolazione romana che per tradizione secolare non era abituata a pagarle. Approfittò della situazione MASSENZIO che, postosi a capo della rivolta, il 28.10.306 si fece acclamare dal popolo e dai pretoriani. Nella speranza che GALERIO accettasse il fatto compiuto, come già era avvenuto per  COSTANTINO, MASSENZIO evitò in un primo tempo di usare il titolo di Augusto limitandosi a farsi chiamare "princeps", l'appellativo adottato secoli prima da Ottaviano Augusto. Ma alla fine, per dare una legittimità di facciata al suo regime chiese ed ottenne dal padre Massimiano Erculio il riconoscimento formale del suo status in cambio di un analogo riconoscimento da parte sua nei confronti del padre. GALERIO tuttavia non volle assecondare le aspirazioni di MASSIMIANO e di MASSENZIO e ordinò a SEVERO di riprendere con le armi il controllo della penisola. SEVERO passò in Italia ma fu abbandonato dai suoi soldati e consegnato nelle mani di MASSENZIO che lo fece uccidere. GALERIO decise allora di intervenire personalmente e, all’inizio dell’estate del 307 invase l’Italia, avanzando verso sud e accampandosi ad Interamna vicino al Tevere. Ma il suo esercito non era sufficientemente numeroso per battere l'avversario. Le trattative intraprese con MASSENZIO risultarono infruttuose  e quando GALERIO si accorse che MASSENZIO stava cercando di corrompere i suoi soldati, per evitare di fare la fine di SEVERO, rientrò rapidamente nei suoi territori. La situazione di MASSENZIO tuttavia si presentava tutt'altro che facile, le due campagne militari di SEVERO prima e GALERIO poi avevano portato la distruzione nelle campagne italiche. Inoltre la rivolta di L. Domizio Alessandro aveva ridotto gli approvvigionamenti di grano dall'Africa che poterono riprendere solo nel 309 quando la rivolta fu repressa. Nell'ottobre-novembre del 308 GALERIO convocò a Carnuntum una conferenza il cui risultato fu l'elevazione di LICINIO ad Augusto al posto dello scomparso SEVERO, il riconoscimento di MASSIMINO DAIA e COSTANTINO nella qualità di "filii Augustorum" (titolo formale privo di potere reale). Nel contempo Massimiano Erculio fu completamente cancellato dalla scena politica e MASSENZIO fu considerato un nemico pubblico in attesa che qualcuno lo eliminasse. Massimiano Erculio si rifugiò allora nei territori di COSTANTINO dove tentò di rialzare la testa complottando contro il genero, poi perdute le speranze di risalita, nel 310 si suicidò. MASSENZIO rimase invece in sella ancora per quattro anni, sino a che COSTANTINO non pose fine al suo regno e alla sua vita il 7 ottobre del 312 nella battaglia di Ponte Milvio. Altre notizie storiche sul periodo possono essere attinte dal sito: http://www.roman-emperors.org/maxentiu.htm.
(3) CONSERVator VRBis SVAE. Difensore della sua città. Nel periodo in questione la stessa tipologia monetale fu battuta, oltre che nel nome di Massenzio, anche in quello di: La moneta esprime il desiderio di Massenzio di vedersi riconosciuto, nel rango di Augusto, da Massimiano e da Costantino.
(4) Il segno di zecca AQP si compone di due parti, la prima (AQ) indica la zecca di Aquileia, la seconda (P) designa l'officina monetale che ha battuto la moneta (la prima delle tre operanti nella zecca in quel periodo). 
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