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Nerone e il tempio di Giano | ||||||||||||||||
9.4.2008
Egr. sig. DE
FLORIO Le invio le notizie richieste che pensavo di aver già inviato il peso è di 29 grammi, il diametro è di 32 mm. Lo spessore varia da 3 a 4 mm. L’asse di conio è di 180 gradi. Non è ferromagnetica, cioè non è attirata dalla calamita Il colore è visibile dalla foto, ha delle concrezioni verde-azzurro Materiale bronzo? |
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Roma, 11.4.2008
Egregio
Lettore, di seguito trascrivo i dati significativi pertinenti alla sua moneta: Sesterzio1, zecca di Roma, c. 65 d. C., RIC I 269 (pag. 166), BMC I 167 (pag. 231), Cohen I 137 (pag. 289), indice di rarità "R" Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
Di seguito riporto i link a monete uguali a quella di figura reperite nel web:
Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note:
(2) NERO CLAVDius CAESAR AVGustus GERmanicus Pontifex Maximus TRibunicia Potestate IMPerator Pater Patriae. L'assenza del globetto in corrispondenza all'apice del busto consente di assegnare la moneta alla zecca di Roma. (3) PACE Populi Romani TERRA MARIQue PARTA IANVM CLaVSIT (avendo assicurato in terra e in mare la pace al popolo romano, chiuse il tempio di Giano). Un'ipotesi suggestiva (RIC I, pag. 140) vorrebbe che la moneta sia stata battuta in occasione della visita di Tiridate a Roma nell'anno 65. Riferisce infatti Svetonio (Nero 13) a proposito dell'accoglienza riservata da Nerone a Tiridate: "Posso ragionevolmente includere fra le sue [di Nerone] invenzioni sceniche l'entrata di Tiridate nell’Urbe. Questi era re d'Armenia, indotto dall'imperatore, dietro grandi promesse, a venire a Roma; e poiché, a causa del maltempo, gli era stato impossibile esibirlo in pubblico nel giorno prescelto, lo fece, in occasione più favorevole, con le coorti armate pretoriane schierate attorno ai templi del Foro, mentre egli era assiso sulla sedia curule issata sui rostri quasi fosse un generale vittorioso circondato dalle insegne militari e dagli stendardi. Appena il re si fu avvicinato lungo una piattaforma inclinata, l'imperatore inizialmente lo lasciò cadere ai suoi piedi quindi, porgendogli la mano destra, lo fece alzare e lo baciò. Poi, mentre il re gli rivolgeva una supplica, Nero gli sollevò la tiara che indossava sul capo sostituendola con un diadema, mentre un uomo di rango pretorio traduceva le parole del supplice e le comunicava agli astanti. Da lì il re fu portato al teatro [ di Pompeo Magno ] e quando il re ebbe ripetuto l’inchino, Nerone lo fece sedere alla sua destra. A causa di tutto questo Nerone ricevette l'acclamazione da Imperatore e dopo aver deposto una corona d'alloro in Campidoglio [cosa normale quando si celebrava un trionfo], egli chiuse le due porte del tempio di Giano, come segno che nessuna guerra era più in corso da nessuna parte." (4) Secondo Livio, il tempio di Giano, che rimaneva sempre aperto quando Roma era in guerra, in tutto il tempo compreso tra la fondazione della città e la battaglia di Azio rimase chiuso una sola volta; sotto Augusto rimase chiuso tre volte. |
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