pagina revisionata il 25.2.2011
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Medaglione: Valente e la Gloria dei Romani
18.8.2008
Egregio dottor De Florio, mi dica qualcosa; su questa l'immagine di una lira turca. grazie

 fig. 1/2
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Roma, 23.8.2008
Egregio Lettore,
di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti al medaglione di figura:

Medaglione1, zecca di Antiochia (?), c. 375÷378 d. C., Cohen VIII 16 (pag. 104/5)2.

Descrizione sommaria:
D. D N VALEN-S P F AVG3.  Valente, diademato di perle, busto paludato e corazzato a destra.
R. GLORIA ROMANORVM4. Valente, nimbato, in abito militare, a cavallo a destra; davanti a lui una donna dalla corona turrita, prosternata, che sorregge una fiaccola (l'Oriente); in esergo una figura distesa (Antiochia/l'Oriente?) tra le lettere A - N.5

La ricerca nel web di medaglioni della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:

  1. http://www.forumancientcoins.com/fakes/displayimage.php?pos=-2 Valens, Barbarous Medallion. A replica after the original in Vienna, probably electrotype. Obv: DN VALEN - S P F AVG, diademed, draped and cuirassed bust right. Rev: GLORIA ROMANORV - M, A N in exe, emperor on horseback right.
  2. http://commons.wikimedia.org/wiki/File:KHM_Wien_32.481_-_Germanic_Valens_medal,_378_AD_or_later.jpg (KHM, Münzkabinett - disponibile solo l'immagine del dritto ) Germanic copy of a Roman gold medal of Emperor Valens, made after 378 AD. Part of the treasure of Szilágysomlyó (Şimleu Silvaniei), c. 525-550 AD.
    http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Szilagyomlyo_1a.jpg (disegno intero tratto dal Cohen).
  3. http://www.smb.museum/ikmk/object.php?objectNR=7 Valentinianus I. und Valens ca. 364-375 n. Chr. Ausstellung im Bode-Museum [Berlino; n.d.r.], Raum 242 BM-041/19 Römische Medaillone. Silber und Gold Obverse R-ES-IS - ROMA-NO-R-VM [RESIS statt REGES]. Zwei antithetische Kaiserbüsten, beide mit Diadem, der Herrscher l. die r. Hand ausstreckend, der Herrscher r. mit der l. Hand am Schwertgriff. Reverse GLORIA ROMANOR-V-M // A-N. Kaiser mit Nimbus reitend nach r., vor ihm die Tyche von Antiochia mit Mauerkrone, in der l. Hand eine Fackel haltend. Im Abschnitt eine liegende weibliche Gestalt mit Füllhorn nach r. Dateca. 364-375 n. Chr. Material Gold Weight 242,49 g Diameter 84 mm Die-axis12 h ReferenceK. Regling, Ein Goldmedaillon von 48 Solidi, Berliner Museen. Berichte aus den preussischen Kunstsammlungen 49, 1928, 67-70 mit Abb. (dieses Stück); H. Dressel, Die römischen Medaillone des Münzkabinetts der Staatlichen Museen zu Berlin (1973) 400 ff. Nr. 265; A. Bursche, Roman medallions in Barbaricum. Symbols of power and prestige of Germanic élite in Late antiquity in: B. Kluge - B. Weisser (Hrsg.), XII. Internationaler Kongress Berlin 1997. Akten II (2000) 758 ff. 764 f. Taf. 4 a (dieses Stück, höchst unvollständige Lit.-Referenzen); B. Weisser, Das Goldmedaillon aus dem Schatzfund von Zagórzyn in: F. Reinert (Hrsg.), Moselgold. Der römische Schatz von Machtum. Katalog zur Ausstellung im Musée national d’histoire et d’art Luxembourg (2008) 87-90 mit Abb. (dieses Stück). Item Medaillon Department Antike, Römische Spätantike Accession 1928/5 Object number18200868 Find place Polen, Zagórzyn.
Venendo alle conclusioni osservo che il medaglione di figura è sotto ogni aspetto simile al medaglione che nel link n° 1 viene indicato come copia galvanica, cioè riproduzione in metallo non pregiato del medaglione Cohen VIII 16.

Un saluto cordiale.

Giulio De Florio



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Note:

(1) Traggo dal sito della Deutsche Bundesbank - Money Museum (v. link) alcune brevi note sui medaglioni romani, stese in occasione di una mostra:
"Il termine <<medaglione>> viene utilizzato normalmente per indicare dei prodotti di zecca non finalizzati alla circolazione. I medaglioni possono discostarsi dal denaro circolante in una varietà di modi, come le dimensioni, il peso, l'aspetto o il motivo. Le grandi monete d'oro potevano essere utilizzate per i pagamenti dal momento che pesavano diverse volte lo standard aureo monetario (il solido era di appena 4,5g). Ad ogni modo l'uso commerciale tendeva ad essere raro. Queste medaglie venivano concesse dall'imperatore prevalentemente come doni onorari. Chi le riceveva applicava talvolta su di esse un occhiello o un appiccagnolo per potersene fregiare come simboli dell'onore ricevuto. Begli esemplari di questo tipo sono stati rinvenuti al di fuori dei confini di quello che fu l'impero romano. Si pensa che abbiano costituito un mezzo per mantenere relazioni di buon vicinato con i capi dei <<popoli barbari>> confinanti. In altri termini Roma era disposta a ricompensare i comportamenti virtuosi ed il tributo in oro veniva talora pagato sotto questa forma".

(2)
Il medaglione di figura è tipologicamente simile (dotato cioè dello stesso tipo del dritto e del rovescio) al medaglione aureo classificato Cohen VIII 16 (v. link), conservato al Münzkabinett - Kunsthistorisches Museum di Vienna, le cui caratteristiche, riassunte dal curatore del coin cabinet , Dr. Klaus Vondrovec, in una mail del 24.2.2011, risultano essere: peso lordo (incluso l'appiccagnolo) 412,47grammi, diametro circa 98mm, asse di conio 1h, inv. n°. MK RÖ 32482 (e non invece quelle indicate dal Cohen: 407,336g, 97mm). Il medaglione di Vienna, rinvenuto nel 1797 nella località di Simleu Silvaniei, attuale Romania, viene genericamente descritto dal museo (v. link) come copia barbarica di un medagliane aureo dell'imperatore Valente. A parte la somiglianza dei tipi, nessun accostamento è possibile tra il medaglione di Vienna e l'esemplare del lettore, diversa essendo la lega utilizzata nel tondello (oro nel primo caso, materiale sconosciuto, verosimilmente vile, nel secondo), diverso il diametro (98mm contro 26mm), nulla potendosi affermare in ordine al peso che non è stato reso noto dal lettore.
(3)
DN VALENS PF AVG (Dominus Noster VALENS Pius Felix AVGustus). Vissuto tra il 328 e il 378 d.C., Valente fu elevato al rango di Augusto d'Oriente (il 28.3.364) dal fratello Valentiniano I che mantenne per sé l'impero d'Occidente e la guida generale dell'Impero. Il 24.8.367 Valentiano I elevò al rango di Augusto anche il figlio Graziano, dell'età di otto anni. Valente seguì in larga parte le politiche del fratello maggiore ma, a differenza di questi, abbracciò l'arianesimo cristiano. Uomo intollerante, perseguitò sporadicamente i Cristiani Ortodossi. Nel 365 represse la rivolta di Procopio, alleato dei Goti. Intraprese una campagna militare contro i Visigoti di Atanarico e li sconfisse nel 369. Incerto fu il suo atteggiamento nei confronti dei Persiani che minacciavano l'Armenia ma nel 376 concluse con loro un accordo di pace. Nel 376 ammise nel territorio dell'impero i Visigoti di Fritigerno ma in seguito costoro, insoddisfatti dei Romani, si ribellarono e nel 378 uccisero Valente nella battaglia di Adrianopoli, determinando la perdita di due terzi del suo esercito (per il prosieguo della storia del periodo si veda altra pagina di questo sito). Per qualche maggiore dettaglio sulla vita di Valente si rimanda al portale dell'Enciclopedia Treccani (v. link).
(4) GLORIA ROMANORVM. Il rovescio di figura ritrae l'imperatore Valente nimbato mentre procede a cavallo verso una figura femminile prostrata. Il nimbo o aureola indicava la presenza di un'aura di gloria o di potere. Presente nell'arte greca specialmente a partire dal 4° secolo a. C., il nimbo circondava il capo di alcune divinità legate al culto della luce (Apollo, Artemide-Selene, Eos, Mitra). Il nimbo radiato è anche utilizzato per figure divinizzate di alcuni imperatori romani. In numismatica appare per la prima volta con Antonino Pio (v., ad esempio, il link). Verso l'inizio del 4° secolo il nimbo comincia ad apparire nei monumenti cristiani d'Oriente e d'Occidente ma non ebbe prima del 6° secolo un'applicazione costante. Riservato in origine alla figura del Cristo, fu successivamente adoperato per la Vergine, gli angeli, gli apostoli, i santi e i personaggi dell'antico testamento [Notizie tratte dal Diz. Enciclopedico Italiano]. E' interessante notare che il tipo del rovescio di figura è comune anche ad un altro medaglione, battuto questa volta nel nome di Valentiniano I e Valente (v. link), conservato nel Münzkabinetts der Staatlichen Museen zu Berlin.
(5) La sigla A N in esergo sta forse ad indicare Antiochia come zecca di emissione.

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