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Graziano e i Voti quindicennali | ||||||||||||||||||||||||||||
29.11.2008
Moneta n
6) peso 1.14 diametro 14.3 mm Moneta verde rame, bel profilo scritte abbastanza definite ma per me non interpretabili Retro senza divinità e al centro alcune lettere e simboli Asse ore 0 o ore 6 (non capisco il dritto del retro) Tondello non ferromagnetico Grazie ancora |
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Roma, 14.12.2008
Egregio
Lettore, lo stato di usura rende problematico il riconoscimento del segno di zecca e quindi la catalogazione della moneta; tuttavia poiché, tra le monete della tipologia di figura, quelle battute dalla zecca di Lugdunum sono considerate più "comuni", ho scelto di attribuire a quest'ultima la moneta in esame. In ogni caso osservo che il segno LVGP o LVGS (proprio della zecca di Lugdunum) non appare incompatibile con le poche tracce residue che si osservano in esergo. AE41, zecca di Lugdunum (?), 9.8.378÷25.8.383 d. C.2, RIC IX 30a (pag. 48), indice di rarità "C". Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili):
La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. -------------------------------
(1) AE4 (bronzo). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli Æ4 di Graziano presenti nei link di cui sopra e nel data base dell'ANS (American Numismatic Society):
(2) La moneta fu battuta tra il 9.8.378 (morte di Valente nella battaglia di Adrianopoli) e il 25.8.383 (assassinio di Graziano a Lugdunum). Nel periodo in questione la tipologia monetale di figura fu battuta in bronzo solo nel nome di Graziano. (3) DN GRATIANVS PF AVG (Dominus Noster GRATIANVS Pius Felix AVGustus). Traggo da altra pagina di questo sito le note che seguono relative al periodo in esame. Il 17 novembre del 375 moriva improvvisamente, durante una campagna contro i Quadi, Valentiniano I, Augusto senior e imperatore romano d'occidente. Era allora Augusto junior e imperatore d'oriente il fratellastro Valente, impegnato nella guerra contro i Goti. La successione in Occidente era garantita da Graziano, figlio di primo letto di Valentiniano, sedicenne alla morte del padre, che lo aveva destinato alla successione già dall'Agosto del 367 avendogli conferito il titolo di Augusto. Alla morte di Valentiniano I le truppe acclamarono comunque imperatore anche l'altro membro della casa di Valentiniano, il figlio di secondo letto del defunto, che portava lo stesso nome del padre e che gli storici moderni distinguono chiamandolo Valentiniano II. Quest'ultimo, data la tenerissima età (aveva appena quattro anni alla morte del padre), rimarrà un personaggio minore nelle vicende politiche del periodo. La successiva morte di Valente per mano dei Goti, il 9 agosto del 378, sotto le mura di Adrianopoli, determinò una svolta politica eccezionale: Graziano non poté accorrere con un esercito in Oriente, impegnato com'era nella guerra contro gli Alemanni che avevano invaso la Germania Superiore, e quindi non gli rimase altro che affidare le sorti dell'Oriente al suo più valente generale, Teodosio, all'uopo elevato alla porpora il 19 gennaio del 379 e designato Augusto d'Oriente. Teodosio partì immediatamente per Costantinopoli, riuscì con molta difficoltà a reclutare un nuovo esercito, contrastò la minaccia dei Goti e poi, con un'abile politica, ne integrò parte nel suo esercito. Nel 382 le relazioni interne tra gli Augusti di Oriente e di Occidente si inasprirono progressivamente, in quanto Teodosio reclamava una sempre maggiore autonomia da Graziano. Ciò si evidenzia sopra tutto da alcuni particolari della monetazione in bronzo del periodo, monetazione che, svolgendo un ruolo primario nelle transazioni commerciali giornaliere, maggiormente si prestava ad un ruolo di propaganda e da cassa di risonanza dei rapporti di forza tra gli Augusti. Un altro segnale del cattivo stato dei rapporti all'interno dell'impero fu dato dalla nomina, da parte di Teodosio, del proprio successore, non concordata preliminarmente con Graziano. Il 19 gennaio del 383 infatti Teodosio elevò alla porpora il proprio figlio Arcadio di appena sei anni. Nello stesso anno una rivolta in Bretagna portò all'elevazione di un usurpatore, Massimo, il quale, attraversata la Manica, mosse contro Graziano. Quest'ultimo, abbandonato dai propri soldati, il 25 agosto del 383, venne ucciso a Lugdunum. Massimo non venne mai riconosciuto da Teodosio, il quale occupò temporaneamente l'Illyricum, in quel tempo amministrato da Valentiniano II, per dare un segnale forte all'usurpatore. E dunque, con la morte di Graziano, sulla scena politica del momento rimasero, oltre all'usurpatore non riconosciuto,Teodosio, Arcadio e Valentiniano II, gli ultimi due in posizione subalterna rispetto a Teodosio (anche se in virtù della discendenza da Valentiniano I, Valentiniano II era l'Augusto senior). (4) VOTis XV MVLTis XX (Votis Quindecennalibus Multis Vicennalibus). Voti per il quindicennale di regno e per molti ventenni a venire. Dal tempo di Augusto con i voti, che avevano cadenza decennale ed erano occasione di cerimonie e festeggiamenti, gli imperatori si impegnavano ad elevare sacrifici agli dei nel presupposto di ottenerne in cambio i favori per un prospero regno. I voti erano anche occasioni per effettuare elargizioni e premiare l'esercito per il comportamento leale. Con il tempo era invalsa la consuetudine di spezzare la monotonia del decennio con festeggiamenti quinquennali, come indicano appunto i voti quindicennali testimoniati dalla moneta in esame. (5) Come accennato in premessa, non è certo che la leggenda d'esergo sia proprio LVG (=Lugdunum, l'odierna Lione in Francia). Dal momento che il RIC ordina le monete secondo la zecca di emissione, ne consegue che anche la catalogazione proposta (RIC IX 30a) potrebbe non essere corretta. |
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