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Costantino I ed il Sole invitto | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
14.1.2009
..Procedo
con la decima moneta, le chiedo sempre un suo parere
sulla autenticità, e, dal suo stato di
conservazione, sapere un suo probabile valore
venale. Seguo il format da lei fornito per darle più informazioni: Peso della moneta: 2.36 grammi. Diametro max: 20 mm Colore: Nero verde Asse di conio: ore 6 Tipologia lega metallica: mi sembra bronzo Presenza materiale ferromagnetico: Non attratta URL: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/ Autorizzo ogni mio dato fornito comprese le foto. |
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Roma, 18.1.2009
Egregio
Lettore, il caso in esame è piuttosto complesso perché l'usura ha cancellato la leggenda del dritto della quale, ad una prima lettura, sopravvivono solo le due lettere "NV" (ad ore 2) che potrebbero alludere tanto a Costantino il Grande che al figlio, Costantino Cesare. Osservando la foto, si era stati in un primo tempo indotti a pensare che la testa del dritto fosse radiata ma si è dovuta scartare questa interpretazione quando ci si è accorti che la leggenda del rovescio terminava con "COMITI"; "COMITI" porta con sé che la leggenda completa del rovescio era all'origine "SOLI INVICTO COMITI", leggenda che, associata al tipo del Sole che sorregge un globo, è presente solo nella monetazione di Costantino e della sua famiglia, con teste laureate, mai radiate. Quanto alla leggenda di esergo, essa è costituita da tre lettere di cui le ultime due, "LN", rimandano sicuramente alla zecca di Londra, e sono precedute da una "P" (P=prima) perché la zecca di Londra operava al tempo su una sola officina; del resto, a posteriori, "P" è compatibile con quanto si può ancora osservare sulla moneta. Un altro elemento da tenere in considerazione è il peso della moneta (2,36g), incompatibile con la monetazione costantiniana descritta dal RIC VI, almeno per quanto concerne la zecca di Londra. Scorrendo il RIC VII, si osserva che tutte le monete ivi catalogate relative alla zecca di Londra presentano, oltre alle tre lettere in esergo, una o più lettere/simboli disposti nel campo; osservando però la foto, non si rileva la presenza di lettere a destra nel campo mentre un piccolo semicerchio scuro ad ore 9, a sinistra nel campo, potrebbe essere interpretato come una mezzaluna. Alla luce degli elementi sopra evidenziati, le possibilità di catalogazione si restringono a sei, di seguito sintetizzate in tabella:
Follis 1, Zecca di Londra, 318 d. C., RIC VII 138 (pag. 105), indice di rarità "r1" Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili):
A titolo di confronto e per le indicazioni di valore riporto i link relativi a monete di tipologia simile:
Giulio De Florio ---------
(2) CONSTANTINVS Pius Felix AVGustus. Per una sintesi storica del periodo si rimanda ad altra pagina di questo sito (cliccare qui). Una cronologia di Costantino è disponibile nel sito: http://www.aoti76.dsl.pipex.com/coins/r6/r23121.htm. La moneta di figura fu battuta dalla zecca di Londra, sia nel nome di Costantino che in quello dei figli, Crispo e Costantino Cesare. (3) SOLI INVICTO COMITI, al Sole compagno invitto. Invitto era l'epiteto di tre diverse divinità, El Gabal (divinità siriaca), Mitra (divinità di origine persiana), il Sole (il dio protettore dell'imperatore Aureliano) che venivano festeggiate insieme il 25 dicembre, "dies natalis solis invicti". La festa, secondo http://en.wikipedia.org/wiki/Sol_Invictus, fu introdotta da Elagabalo (218-222) e raggiunse l'apice della popolarità sotto Aureliano che la promosse in tutto l'impero. Quando Giulio Cesare introdusse il calendario giuliano, il 25 dicembre corrispondeva approssimativamente alla data del solstizio d'inverno. Dunque, proprio nel giorno più corto dell'anno, il Sole dimostrava la sua natura invitta perché dava inizio ad un nuovo ciclo di crescita. Secondo P.M. Bruun, l'adozione dell'immagine del Sole sulle monete di Costantino, piuttosto che come una professione di fede, va interpretata come una sfida all'ideologia tetrarchica di Diocleziano che voleva l'imperatore "gioviano", figlio di Giove. Poiché la moneta di figura fu coniata qualche anno dopo la battaglia di Ponte Milvio del 28.10.312, si pone il problema dell'apparente contraddizione tra la famosa visione di Costantino ("in hoc signo vinces", con riferimento al cristogramma, nella vulgata popolare premonitore della vittoria su Massenzio) e l'omaggio al dio Sole, simbolo palese di paganesimo. In realtà la contraddizione é solo apparente, Costantino era a capo di un impero pagano e pagano egli fu durante il corso della sua vita, pare infatti che si facesse battezzare solo poco prima della morte. Come sovrano, egli pretese gli onori divini, nel suo caso facendosi riconoscere quale incarnazione del dio Sole; tuttavia nel 313 o nel 314, con l'editto di Milano, egli aveva legalizzato e protetto la religione cristiana, concesso benefici al clero e personalità giuridica alle comunità cristiane, i suoi stessi figli furono educati nello spirito della religione cristiana. Insomma è probabile che, pur rimanendo legato al paganesimo, fonte del suo potere, promuovesse la convivenza, nella reciproca tolleranza, tra il paganesimo e il cristianesimo intuito come la religione del futuro. Quanto al cristogramma e alla sua interpretazione cristiana, esso appartiene ad una tradizione successiva agli eventi a cui viene comunemente riferito (la battaglia di ponte Milvio). Per approfondimenti si veda in proposito la Storia di Roma del Kovaliov, RICVII e i siti: (4) Clamide (da XLAMUS, "mantellina affibbiata sull'omero"). (5) Il segno di zecca si compone di due parti: |
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