Assemini, 5.7.2009
Egregio
Lettore,
la leggenda del
dritto è poco leggibile, tuttavia escludo che la
moneta possa essere attribuita a Costanzo Gallo la cui
effigie è di solito non diademata. Visto il profilo
del dritto, riterrei che la moneta sia stata battuta
nel nome di Costanzo II. Di seguito riporto gli
elementi significativi che ho potuto raccogliere sulla
moneta:
Æ3,1 zecca di Sirmium2, (6.11.355 ÷ estate 361) d. C., RIC VIII
73 (pag. 390), indice
di rarità "c2"
Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. D N
CONSTAN - TIVS P F AVG3. Costanzo II, testa diademata di perle,
busto paludato e corazzato a destra.
R. FEL TEMP RE - PARATIO4. Soldato elmato volto a sinistra, con il
braccio sinistro imbraccia uno scudo mentre con la
destra trafigge con la lancia un cavaliere che cade,
scudo a terra sulla destra. Il cavaliere ha il
braccio e la testa protesi all’indietro verso
l'aggressore. Segno di zecca, 5.
La ricerca
nel web di monete simili a quella di figura ha
prodotto i seguenti risultati:
- http://www.dirtyoldcoins.com/natto/id/constan2/cs2074.jpg
RIC 73 (VIII, Sirmium), LRBC 1610 AE3 Obv:
DNCONSTANTIVSPFAVG - Diademed, draped and
cuirassed bust right. Rev: FELTEMPREPARATIO Exe:
M/SIRM• - Soldier spearing falling horseman.
- http://www.vcoins.com/ancient/romanumismatics/store/viewItem.asp?idProduct=3415&large=0&cid=1605520090127051500
Constantius II AE3 - FEL TEMP REPARATIO
Constantius II AE3. 351-355 AD. D N CONSTANTIVS P
F AVG, diademed, draped & cuirassed bust right
/ FEL TEMP REPARATIO, Soldier right & looking
left, spears a fallen horseman reaching back
towards soldier with arm, M left, ASIRM in ex.
2.39g 20mm VERY FINE Price £ 12.50 US$ 21.13 €
15.10 AUD$ 25.57 CHF 22.18 CAD$ 23.73 Rates for
7/3/2009.
- http://www.vcoins.com/ancient/nemesis/store/viewItem.asp?idProduct=7987&large=0&cid=1375520070602235000
(simile ma non uguale, RIC 75) Constantius II AE -
FEL TEMP REPARTIO OBVERSE: D N CONSTANTIVS P F
AVG, diademed, draped & cuirassed bust right
REVERSE: FEL TEMP REPARATIO, soldier advancing
left, spearing fallen horseman 18mm - 2.5 grams
Price US$ 9.00 € 6.43 £ 5.51 AUD$ 11.27 CHF 9.78
CAD$ 10.46 Rates for 7/3/2009.
Concludo
osservando che le caratteristiche generali e di stile
della moneta appaiono non difformi da quelle dei conî
d'epoca. La moneta è piuttosto comune e, in
considerazione del suo stato di conservazione, ha un
valore venale di circa 10,00€.
Un saluto
cordiale.
Giulio De
Florio
-------------------------------
Note:
(1) Follis (bronzo). RIC VIII
fornisce le seguenti caratteristiche fisiche di
riferimento per gli AE3
battuti a Sirmium nel nome di Costanzo II ed in
quello di Giuliano Cesare nell'arco temporale
compreso tra il 6.11.355 (promozione di Giuliano al
rango di Cesare) e l'estate del 361 (rottura delle
relazioni tra Giuliano e Costanzo): diametro
17-19mm, peso 2,45g. Di seguito riporto le
caratteristiche fisiche di monete coeve, tratte dai link di cui sopra e dal data
base dell'ANS
(American Numismatic Society):
Riferimenti |
Peso (g.) |
Asse di
conio (h) |
Diametro
(mm) |
Link2 |
2,39 |
- |
20 |
Link3 |
2,50 |
- |
18 |
ANS1 |
1,44 |
12 |
- |
Da quanto sopra
si evince che la moneta del lettore presenta
caratteristiche fisiche (17,5mm, 2,3g, 11h) che nella
sostanza non si discostano da quelle dei conî d'epoca.
(2) La zecca di Sirmium batté la
tipologia monetale di figura nel nome di Costanzo II e
di Giuliano Cesare. Ciò significa che ritroviamo
monete con gli stessi rovesci e con le seguenti
leggende del dritto:
- D N
CONSTAN-TIVS P F AVG (v. ad es. il link)
- D N
IVLIA-NVS NOB C (v. ad es. il link
che si riferisce però ad una moneta simile nella
quale in esergo il segno di zecca è ASIRM*,
classificata quindi RIC VIII 78).
(3) Dominvs Noster CONSTANTIVS Pivs
Felix AVGvstvs. L'imperatore Costanzo Cloro, aveva
avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra
questi Giulio Costanzo, padre del futuro Giuliano
l'Apostata, e Delmazio senior. Diversi anni prima del
matrimonio, però, aveva avuto un figlio di nome
Costantino da Elena, donna di umili origini con la
quale aveva convissuto in regime di concubinato, come
allora si usava quando le differenze di ceto sociale
non consentivano l'unione legale. Alla morte di
Costanzo Cloro, fu Costantino, allora trentenne, ad
assumere, per ragione di età e di esperienza (i figli
di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la
famiglia di Teodora visse così all'ombra di
Costantino. Divenuto imperatore, Costantino condivise
con i figli la responsabilità di governo, sicché
Costantino jr. ebbe la Spagna, la Gallia e la
Britannia, Costante l'Italia, l'Illiria e l'Africa e
Costanzo le province asiatiche e l'Egitto, mentre
Costantino mantenne per sé la penisola balcanica.
Prima di morire, nel 337, Costantino si ricordò nel
testamento dei nipoti, Delmazio jr e Annibaliano,
figli di Delmazio senior, fratellastro di Costantino e
ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e
il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò
fu causa della loro disgrazia: alla notizia della
morte del padre, Costanzo si precipitò a
Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli
zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri
di Costantino, tra cui Delmazio senior e il padre di
Giuliano e sette suoi nipoti, tra cui Delmazio jr. e
Annibaliano, furono trucidati. Per caso si salvarono
dal massacro Giuliano che all'epoca aveva sei anni e
il fratello Gallo che ne aveva 12. Il crudele e
sospettoso Costanzo risparmiò loro la vita ma li
relegò in due diverse città dell'Asia Minore. I
ragazzi furono posti sotto la guida di maestri
cristiani, che spiavano i loro minimi movimenti e
sotto la supervisione di Eusebio, vescovo ariano di
Nicomedia. Così Giuliano ricevette le prime lezioni di
cristianesimo da coloro che considerava nemici mortali
e la dottrina cristiana gli fu presentata sotto
l'aspetto più infelice di un'interminabile disputa tra
ortodossi e ariani. A Giuliano il cristianesimo fu
inculcato a forza ed egli, per un senso di istintiva
difesa, fu costretto a mostrarsi convinto e fervente.
Tuttavia, tra gli insegnanti che ebbe modo di
frequentare, ne conobbe uno che lo introdusse di
nascosto alla poesia e alla filosofia greca, poi, più
tardi, seguì in gran segreto, all'insaputa dello zio,
le lezioni di un famoso retore pagano, Libanio.
Avvenne quindi in quegli anni la conversione al
paganesimo e l'odio verso i cristiani: erano stati
costoro che gli avevano ucciso il padre, loro che
l'avevano tenuto per anni in esilio, loro che gli
avevano negato la conoscenza del mondo classico.
Giuliano abbracciò così il neoplatonismo che, rispetto
al cristianesimo, presentava il vantaggio di rimanere
nel campo dell'antica cultura e del vecchio
politeismo. Poi venne anche per lui il momento di
comandare. La svolta si ebbe poco dopo la morte del
fratello Gallo; Costanzo, che pure l'odiava, non aveva
eredi e quindi, dopo avergli conferito il titolo di
Cesare, lo inviò in Gallia a difendere il confine
renano. Sul campo il filosofo si rivelò buon generale
riuscendo a sopraffare gli Alemanni e più tardi i
Franchi. La crisi con Costanzo intervenne nel 359,
quando il re persiano Sapore II passò il Tigri e
attaccò i territori romani. Costanzo, impegnato sul
Danubio a contrastare i Quadi e i Dalmati, ordinò a
Giuliano di inviare dei reparti ausiliari ma questi
oppose un rifiuto perché, in forza di un trattato
concluso con i barbari che servivano nel suo esercito,
si era impegnato a non utilizzarli fuori dalla Gallia.
Scoppiò così una rivolta che terminò nel 360 con
l'acclamazione di Giuliano ad Augusto. Di lì il passo
fu breve, l'occidente fu dalla sua parte, Costanzo non
volle riconoscerlo e mosse contro di lui ma la morte
lo colse all'improvviso e Giuliano fu riconosciuto
augusto da tutto l'impero.
(4) Mentre il significato della
leggenda allusiva del "ritorno dei tempi felici"
(forse quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere
l'ordine interno e a proteggere la popolazione
dalle invasioni) è trasparente, non del tutto certa è
l'espansione della leggenda, FELix
TEMPorvm REPARATIO oppure FELicium
TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO.
Sulle FEL TEMP
REPARATIO (in breve, FTR) ha scritto un interessante
articolo Dough Smith (v. http://dougsmith.ancients.info/ftr.html)
da cui attingerò per la breve sintesi che segue.
La riforma monetaria del 348 di Costante e Costanzo II
portò in circolazione tre nominali in bronzo
argentato, nei seguenti tipi, tutti caratterizzati
dalla leggenda del rovescio FTR:
Nominali |
Tipi |
maggiore (biglione - argento al
3%) - grande AE2 |
"Cavaliere
disarcionato"
(tema del rovescio preferito da Costanzo II) |
"Galea
pilotata
dalla Vittoria" (tema del rovescio preferito
da Costante perché verosimilmente onorava lo
sbarco di Costante in Britannia nel 342) |
intermedio - piccolo AE2 - busti a
sinistra |
"Barbaro
portato
fuori dalla capanna" (tema del rovescio
preferito da Costante forse per esaltare il
tema della ricolonizzazione dei territori
conquistati) |
"Sovrano
con due prigionieri" (tema del rovescio
preferito da Costanzo II) |
minore
- AE3 |
"La
Fenice" |
Con la morte di
Costante, il "Cavaliere disarcionato" rimase l'unico
tipo degli FTR in circolazione. Durante i suoi 13 anni
di vita, il "Cavaliere disarcionato" subì molte
modifiche in peso e dimensioni. Le prime monete erano
quelle che i collezionisti definiscono AE2 in quanto
misuravano 21÷23 mm di diametro; le ultime emissioni
scesero a 16 mm, nemmeno qualificabili come AE3.
Spesso queste ultime monetine sono dette AE3/AE4 per
indicare che si collocano nella fascia di confine tra
AE3 e AE4. Anche il peso progressivamente scemò, così
come il contenuto, in partenza già basso, d'argento.
Il "Cavaliere
disarcionato" fu coniato grosso modo in quattro
varianti. Tutte avevano in comune la presenza di un
cavaliere ferito a morte da una lancia. La prima
mostra il cavaliere in ginocchio a terra dinanzi al
cavallo. La seconda lo mostra seduto a terra davanti
al cavallo. La terza, che è quella pertinente alla
moneta di figura, lo vede ancora in arcioni ma con il
braccio e la testa protesi all’indietro verso
l'aggressore. L'ultima lo vede schiantarsi a terra
abbracciato al collo del cavallo.
Come
giustamente osserva Dough Smith il "Cavaliere
disarcionato" è una tipica moneta da collezione perché
soddisfa tre criteri:
- Economia,
in quanto nessuna moneta del "Cavaliere
disarcionato" è terribilmente costosa; si va dagli
esemplari peggiori a meno di un dollaro per
arrivare a quelli veramente perfetti al costo
di 100$.
- Varietà,
in
quanto
all'interno
di
ciascuna
delle quattro tipologie sopra illustrate, si
possono osservare numerose varianti atte a
soddisfare le pignolerie del collezionista
specializzato.
- Espandibilità,
perché
partendo
dal
"Cavaliere
disarcionato"
ci si può allargare a tutti i temi della FEL TEMP
REPARATIO e poi a tutte le monete d'epoca
costantiniana.
(5) è il marchio di
zecca. A parte i vari contrassegni dell'emissione
monetale (la lettera M a sinistra nel campo ed il
punto · dopo ASIRM), si noterà in esergo la sequenza
ASIRM nella quale la prima lettera, A, denota
l'officina monetale (A= 1^ officina, prima di due
attive nel periodo), mentre le ultime quattro lettere
costituiscono l'indicativo di zecca (SIRM=Sirmium;
sulle rive della Sava, era la capitale della
prefettura pretoria dell'Illyricum e della Pannonia
Secunda, oggi Srijemska Mitrovica nella Serbia
Settentrionale - v. mappa). |