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18.3.2013
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Roma, 18.3.2013
Di seguito
riporto i dati significativi pertinenti alla moneta di
figura:
AE Asse1, Zecca di Roma, 50(+?)÷54 d. C.2, RIC/I 116 (pag. 130), BMC/I 206 (pag. 192), Cohen I 84 (pag. 257), indice di rarità "C". Descrizione
sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
In conclusione e in estrema sintesi, la moneta è un gadget di una serie prodotta dalla ditta inglese WRL (Westair Reproductions LTD) destinata alla vendita nelle edicole dei musei o degli scavi archeologici. Immagini della galleria sono disponibili nel link. Un saluto cordiale. ------------ Note:
(3) TIberius CLAVDIVS CAESAR AVGustus Pontifex Maximus TRibunicia Potestate IMPerator Pater Patriae. La congiura del 41, che coinvolse senatori, cavalieri e il pretorio, portò alla morte di Caligola. Questi, spinto dal desiderio di autoaffermazione assolutistica, si era reso responsabile di una finanza dissennata. Per far fronte a spese folli volte ad abbellire Roma (come l'impianto di flotte lacustri o il trasferimento dall'Egitto dell'obelisco vaticano, ecc.) era ricorso in modo estensivo a condanne seguite dalla confisca di beni all'insegna dell'arbitrio più evidente; in politica estera aveva tentennato avviando i preparativi logistici per l'invasione della Britannia senza procedere poi alla conquista. Furono i pretoriani ad assassinarlo e a decidere il nome del suo successore senza interpellare il Senato. Nessuno mise in discussione il fatto che la successione dovesse avvenire nell'ambito della continuità dinastica. In questo spirito fu scelto Claudio che del defunto imperatore era lo zio (si consulti in proposito l'albero genealogico della famiglia giulio-claudia in questo sito). La continuità imperiale era un punto di riferimento per l'esercito e un fattore di sicurezza per le province. Chi lo scelse doveva comunque aver riconosciuto in Claudio qualità e capacità che i contrari (sostanzialmente i senatori e i potenziali personaggi alternativi presenti nella corte imperiale) all'opposto disconoscevano, disprezzando dell'imperatore i gusti letterari (aveva scritto una Storia dell'Etruria e una storia di Cartagine, introdotto tre nuove lettere nell'alfabeto latino), sottolineandone la mancanza di esperienza. All'atto pratico Claudio, al momento di assumere il potere, pretese il rispetto per la casa imperiale e impose la punizione degli uccisori di Caligola, cercò una riconciliazione con i senatori senza tuttavia lasciar loro molto spazio. In politica estera creò una serie di nuove province, la Mauretania Cesarense (Algeria) e Tigitana (Marocco), la Licia, la Tracia, la Giudea, quindi portò a termine la conquista della Britannia ove sostò per sedici giorni tra la fine del 43 ed il 44. Promosse la colonizzazione nella Gallia, nelle province danubiane e in Italia trasferendovi i veterani. Concesse ai maggiorenti gallici lo "ius honorum" e di conseguenza aprì loro l'accesso al senato, estese la concessione della cittadinanza romana ai veterani non cittadini. Varò una riforma dell'amministrazione imperiale basata su quattro uffici, per le finanze, le suppliche, per l'istruzione delle cause demandate al principe, per la corrispondenza e li affidò alla gestione di quattro liberti molto capaci. Avviò opere pubbliche colossali come la costruzione del porto di Roma alla foce del Tevere nel 42 e il prosciugamento parziale del lago del Fucino nel 52. Con la centralizzazione burocratica sottrasse le province alle malversazioni dei luogotenenti repubblicani. Ebbe quattro mogli: dalle prime due divorziò, dalla terza, Messalina, abbe un figlio di nome Britannico e una figlia di nome Claudia Ottavia Il matrimonio con Messalina si concluse con la morte di quest'ultima, giustiziata insieme all'amante per aver organizzato nel 48 una congiura contro Claudio; l'ultima moglie fu Agrippina Minore, figlia di un fratello (Germanico), divorziata a sua volta in quanto aveva sposato in prime nozze Gneo Domizio Enobarbo e gli aveva dato un figlio, Nerone. Su pressione di Agrippina, nel 50 Claudio adottò Nerone, gli diede in isposa la propria figlia ed infine lo riconobbe come erede al pari di Britannico. Nel 54 Agrippina, per assicurare la successione al proprio figlio, uccise il marito con un piatto di funghi avvelenati, quindi fece acclamare Nerone come imperatore dai pretoriani ponendo tutti dinanzi al fatto compiuto. Nel 55 Agrippina fece uccidere Britannico, eliminando così un pericoloso concorrente [Notizie tratte dalla "Guida alla storia romana" di Guido Clemente]. (4) WRL sta per Westair Reproduction LTD, la società inglese che ha prodotto questo riconio, nonché altri dedicati alla monetazione romana (v. link). (5) La divinità sul rovescio della moneta è l'Athena Promachos, cioè colei che combatte in prima linea. L'Athena Promachos è presente dapprima sui vasi greci che venivano assegnati come premi ai vincitori dei giochi panatenaici a partire dal 560 a. C. (si vedano, ad esempio, le immagini in http://en.wikipedia.org/wiki/Panathenaic_Amphorae), ma il modello a cui si ispirarono le monete fu la statua di Fidia eretta attorno al 456 a. C. all'entrata dell'acropoli di Atene (per la posizione si veda il n° 26 sulla mappa nel link http://www.athensguide.gr/pop/acropolis.html), famosa per le grandi dimensioni (si dice che la punta della lancia e dell'elmo della dea potessero essere scorti dai naviganti al largo di Capo Sunion - si veda in proposito http://en.wikipedia.org/wiki/Athena_Promachos). La statua fu trasferita a Costantinopoli nel 465 d. C., in epoca bizantina e andò poi distrutta durante l'assedio di Costantinopoli nel 1203. La riproduzione più fedele oggi disponibile della statua è un bronzetto conservato nel museo di Atene la cui immagine (ingrandibile) si può osservare cliccando qui. Alla statua di Fidia si ispirarono gli scultori romani, si veda ad esempio, la statua del Museo Archeologico Nazionale di Napoli di cui al link http://www.araldodeluca.it/root/archivio/scheda.asp?img=7683. L'imperatore Claudio scelse Minerva (dea della saggezza) come propria ispiratrice e la ritrasse nella rappresentazione arcaica dell'Athena Promachos sul rovescio dell'asse di figura, emblema della sua personalità di soldato e letterato (si veda BMC I, pag. clvii). |
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