|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
11.7.2013
Egregio
signore, fra le monete di mio nonno ne ho trovata
una che ha attratto la mia attenzione: è in argento
(non è attratta dalla calamita), con la bilancia da
cucina pesa 27 grammi, misura cm 3,75 (pressapoco)
su una faccia ha 2 volti, uno maschile uno
femminile, con la scritta Carolus LVD.D.C. REX &
M. ALOYSIA R. REGTRIX I.I.H.H., sull'altra facciata
uno stemma con corona con la scritta DOMINE SPES MEA
- A JUVENTUTE MEA 18O7. Se non Le arreco troppo
disturbo vorrei sapere se è di valore, in questi
tempi tutto aiuta! Grazie e a risentirci. |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Roma, 15.7.2013
Gentile
Lettrice,le monete moderne non rientrano nel mio campo di approfondimento. Tuttavia, allo scopo di soddisfare almeno in parte la sua richiesta e nei limiti di quanto affermato, di seguito riporto gli elementi significativi che mi è stato possibile raccogliere sull'argomento dopo una ricerca condotta esclusivamente nel web: Regno di Etruria1, Francescone (AG)2, zecca di Firenze, 1807, indice di rarità "C". Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Veniamo alle conclusioni. Per valutare l'autenticità della moneta in esame sarebbe necessario disporre di un'immagine ad alta definizione di entrambe le facce della moneta mentre, nel caso in esame, l'immagine del dritto si presenta sfocata. Ammettiamo tuttavia che la moneta sia autentica, come lascia pensare l'immagine del rovescio piuttosto chiara. Rimane da spiegare il diametro ridotto di almeno 2,5mm rispetto allo standard rappresentato da 40-41mm che si registra nelle monete sopra elencate. Si danno due possibilità, la prima, improbabile, è che il dato fornito dalla lettrice sia errato, l'altra che la moneta sia stata tosata per recuperare un po' d'argento limandone il bordo (cosa non infrequente nel passato). La seconda possibilità spiegherebbe la presenza incompleta della perlinatura che si osserva lungo il bordo della moneta. Ma, se la moneta è stata tosata, dovrebbero in parte mancare le fogliette del taglio nella zona di tosatura. La lettrice dovrebbe perciò fare attenzione a questa particolarità e trarne da sé le conseguenze. Poiché il valore venale della moneta dipende dal suo stato di conservazione, la presenza di una tosatura, come pure quella, eventuale, di graffi, ne ridurrebbe il valore. Non potendo osservare la moneta da vicino, altro non posso aggiungere. Nel caso la lettrice sia interessata a vendere, potrà, dalla lista delle 18 monete sopra elencate, desumere il valore commerciale del campione in esame e poi decidere se vendere direttamente tramite ebay o appoggiarsi ad un venditore, come ad esempio Bolaffi, certamente presente nella sua città e attivo nel settore, come si evince dalla moneta di cui al link 12. Un saluto cordiale ------------------------------- (1) Il Regno di
Etruria (v. mappa),
che comprendeva gran parte della Toscana in essere
tra il 1801 e il 1807, fu creato in seguito al
Trattato di Aranjuez del 21 marzo 1801. Nel
contesto di un accordo più ampio tra la Francia
napoleonica e la Spagna, i Borbone di Parma
furono ricompensati per le perdite
territoriali nel Nord Italia causate
dall'occupazione delle truppe francesi dal 1796.
In cambio della rinuncia ad ogni rivendicazione da
parte di Ferdinando, Duca di Parma, suo figlio
Ludovico fu compensato con il Regno d'Etruria, il
nuovo stato creato a partire dal vecchio
Granducato di Toscana. Per far posto ai Borboni,
il Granduca di Toscana, Ferdinando III di Lorena
fu estromesso e compensato con la terra
secolarizzata dell'arcivescovo di Salisburgo. Il
primo re d'Etruria, Ludovico I, morì nel 1803 e il
suo giovane figlio Carlo Ludovico gli succedette
come re Ludovico II. Sua madre, Maria Luisa di
Spagna, regina d'Etruria, fu designata reggente.
Nel 1807, Napoleone sciolse di nuovo il Regno e lo
integrò nella Francia, trasformandolo in tre
dipartimenti francesi ma nel 1809 fu ripristinato
il granducato di Toscana e assegnato a Elisa
Bonaparte-Baciocchi. Al re e a sua madre fu
promesso il trono di un nuovo Regno della
Lusitania settentrionale (nel nord del
Portogallo), ma il progetto non si realizzò mai a
causa della rottura tra Napoleone ed i Borboni di
Spagna nel 1808. Dopo la caduta di Napoleone nel
1814 la Toscana stessa fu restituita a Ferdinando
III di Lorena. Nel 1815 il Ducato di Lucca fu
ritagliato dalla Toscana come compensazione
temporanea per i Borboni di Parma fino a quando
nel 1847 poterono riprendere il governo su Parma
(v. link).
Per approfondimenti storici sul periodo storico in
questione si
rimanda al link.
Ho tralasciato nella descrizione altri nominali, come la lira e il soldo, ininfluenti ai fini della presente discussione. Venendo al Francescone, oggetto dell'indagine, esso fu emesso per la prima volta nel 1738 e prese il nome dal Granduca di Toscana, Francesco I del Sacro Romano Impero e fu battuto conservando la stessa denominazione fino all'ultimo regnante della casa Lorena, Leopoldo II di Toscana (anno 1859 - v. link). La tiratura dell'emissione del 1807 è stimata in 67.950 pezzi (v. http://en.numista.com/catalogue/pieces21649.html), sicché la moneta è oggi considerata comune (C). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei Francesconi descritti nei link di cui sopra:
(3) CAROLVS LVDovicus Dei Gratia REX ETRuriae & Maria ALOYSIA Regina REGTRIX I.I.H.H. (I.I.H.H. sta per Infantes Hispaniarum - v. link). Carlo Ludovico, per Grazia di Dio, re dell'Etruria e Maria Luisa Regina Reggente, Principi ereditari di Spagna. (4) Il martello è il simbolo dello zecchiere, Giovanni Fabbroni, mentre il monogramma LS sta per Luigi Siries, l'incisore. (5) DOMINE SPES MEA A JUVENTUTE MEA (Signore, mia speranza, sin dalla mia giovinezza) è il motto della famiglia Borbone-Parma (v. link). (6) PISIS, denominazione comune di varie monete d’argento toscane del periodo lorenese. Ebbe origine dal fatto che i granduchi di Toscana, per ragguagliare le monete d’argento coniate dalla zecca di Firenze al cresciuto valore del metallo, dovettero diminuirne l’intrinseco e, per non danneggiare il credito della zecca di Firenze, prima le fecero coniare in quella di Pisa e poi, quando questa fu chiusa, in quella di Firenze, segnandole però con la marca di zecca Pisis (v. link) posta nel rovescio. (7) Lo stemma sul rovescio della moneta riproduce la bandiera di stato e da guerra del regno napoleonico (v. http://digilander.libero.it/breschirob/europagif/etrurste.gif), adottata probabilmente nel 1803 (attestata al 1° gennaio 1804) e durata fino all'incorporazione nella Francia, il 10 dicembre 1807. Al centro della bandiera figurava lo stemma reale al completo: partito di Farnese (i sei fiordalisi azzurri in campo oro) e Guastalla (le quattro aquile nere) con in punta due pezze di Lorena (banda di rosso, caricata di tre aquilotti d’argento) e d'Austria (tre bande orizzontali rossa-bianca rossa), sul tutto le armi di Castiglia (le due torri) e León (i due leoni) inquartate con in cuore lo scudetto partito di Francia (i tre gigli) e dei Medici (cinque palle rosse in campo d'oro). Lo scudo era coronato, accollato alla croce stefaniana (la croce di Santo Stefano è quella con le braccia biforcute - v. link), e a un trofeo di armi, bandiere di fantasia e decorazioni tra le quali si riconosce solo il collare dell'Ordine del Toson d'Oro. |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|