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Faustina II e Diana sulla groppa del cervo -
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5.6.2012
Gentile Sig.
Giulio De Florio, ho seguito in passato il suo sito di
numismatica e la ammiro molto per la perizia di
dettagli e per aver condiviso materiale e opinioni con
i visitatori.Trovai per caso il suo sito e me ne interessai perché dava risposte ad alcune domande che mi ero posto nel tempo da dilettante della materia. Con sorpresa mi capitò anche di ritrovare un medaglione che mi fu lasciato da mio nonno paterno, tra le monete catalogate e discusse. Il medaglione rappresentava Faustina Augusta II e Diana su cervo, ricordo che rimasi molto colpito per l'estetica dello stesso e per il parere che lei espresse in merito alla sua autenticità. Questo il link che trovai sul suo sito (v. link). In merito al medaglione ho provato ad effettuare altre ricerche ma non ho avuto nessun esito. Il suo parere (ricordo che ci rimasi un pò male quando lo lessi) era che si trattasse di un riconio moderno. Mi piacerebbe sapere se è riuscito nel tempo a vedere qualcosa di simile o a confermare l'ipotesi del riconio. Quando ho ripreso la collezione di mio nonno sono rimasto folgorato da questo esemplare, mi piacerebbe saperne di più. Se si tratta certamente di un falso e se c'è una probabilità di autenticità. Non le nascondo che non so come il medaglione sia pervenuto nelle mani di mio nonno. Sul bilancino il peso risulta di 39,52 grammi. Aggiungo che l'asse di conio risulta essere di ore 6. Il diametro è di 36mm. Non sono l'autore della prima segnalazione. Non conosco il tizio che le inviò i dati all'epoca. Curiosando in rete, 4 anni fa trovai nel suo sito l'unico riferimento al medaglione in oggetto. Sono tendenzialmente curioso, poi avendo scelto di continuare la raccolta di mio nonno mi sono deciso a contattarla per sapere se in seguito avesse potuto approfondire. Mi pare a una prima occhiata che si tratti dello stesso tipo di medaglione. Così mi sono deciso a scriverLe. Vorrei quanto meno capire se trattasi di un falso, di un riconio o di un medaglione autentico dato che per la segnalazione che le fu inviata anni fa Lei ha ipotizzato un riconio moderno. L'aspetto originario della moneta era patinato e ricordo che rispecchiava più o meno l'immagine al link che le ho indicato ieri, quando però ho avuto la collezione da mio nonno ho notato che era stata ripulita non so con quali prodotti o lavorazioni ma attualmente l'immagine che le ho spedito rispecchia l'aspetto reale. Purtroppo non posso chiedere a mio nonno perché è venuto a mancare. La raccolta in effetti è provvista di altri elementi sia moderni che antichi, ma nessuno è bello come questa che mi ha colpito molto indipendentemente dall'autenticità. |
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Roma, 28.5.2014
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti al medaglione di figura: Medaglione AE361, zecca ignota, Cohen III seconda ed. 292 (pag. 163), Cohen II prima ed. 109 (pag. 589-590), Gnecchi II 16 (pag. 40 eTav. 68 n° 4) Descrizione: Sebbene personalmente non nutra dubbio che il
medaglione anepigrafe di figura sia una copia
moderna ottenuta per fusione, condividendo in ciò il
parere del forum lamoneta.it,
ritengo che esso meriti di essere studiato perché il
suo archetipo è un medaglione di estrema rarità, già
appartenente alla collezione numismatica Farnese.
Nella pagina allegata,
le figure da 1 a 4 illustrano la genesi della
replica di figura:
Osservando le immagini si noterà agevolmente come
l'esemplare in possesso del lettore sia un calco
(vista la presenza dei buchi superficiali), ricavato
non dal campione custodito nel museo di Napoli, ma
da una rielaborazione di quest'ultimo rispetto al
quale si differenzia per alcuni cambiamenti di
fantasia apportati al disegno originale, forse
intesi a rendere più realistica la rappresentazione
del cervo (si veda l'orrido pelo sul petto
dell'animale). Dunque l'immagine di figura è il
calco di una copia, realizzata in stile assai
approssimativo. Quanto detto esaurisce il discorso sull'autenticità
del medaglione di figura ma non quello sul
medaglione di Napoli. Si è detto che faceva parte
della collezione Farnese e, come tale, trova posto
nel volume di padre Paolo Pedrusi, "I Cesari in
medaglioni: raccolti nel Farnese Museo", pubblicato
nel 1709 (v. link).
Una volta trasferito nel Museo Archeologico di
Napoli, il medaglione venne catalogato dallo Gnecchi
che ne riportò le caratteristiche fisiche (51,650g,
37mm), per altro leggermente diverse da quelle
indicate dal Museo di Napoli nel suo sito
online (51,64g, 38mm). Al di là tuttavia delle
piccole differenze di misura, ciò che desta
perplessità nella foto online di fig. 4 è da un
lato l'alone di colore bianco, una specie di
deposito calcareo, che contorna il corpo del cervo,
dall'altro il profilo delle zampe anteriori
dell'animale, piantate a terra in posa innaturale.
L'idea che mi sono fatto è che il medaglione Farnese
sia stata manipolato nel lontano passato in un
maldestro tentativo di restauro. Se si confronta il
medaglione di Napoli con quello conservato nella
Biblioteca Nazionale di Francia (BnF) del quale in fig. 7 ho
riportato l'immagine, si apprezzeranno le profonde
differenze di stile tra i rovesci dei due conȋ,
quello di Parigi con il cervo ritratto in posa
naturale nell'atto di incedere verso sinistra. Il
disegno del medaglione in fig. 2, tratto dal
manuale del Cohen, riflette esattamente il rovescio
del medaglione di Napoli, anche se, né il museo di
Napoli, né la collezione Farnese, sono citati dal
Cohen. Ma c'è di più, il medaglione BnF,
classificato Cohen
292 oppure Cohen
109 a seconda dell'edizione di stampa e dai
francesi inventariato come FG 204 (FG sta per Fonds
général), è introvabile5 e la traccia
del suo passaggio risiede nel catalogo del Mionnet
in nota 5, nelle due edizioni
del 1815 (v. link,
pag. 147) e del 1827 (v. link,
pag. 236), prive di disegni e nella citazione dello
Gnecchi che riporta le caratteristiche fisiche del
medaglione francese (47,000g, 38mm). Il dubbio è se
le misure del medaglione francese riportate dallo
Gnecchi non si riferiscano al medaglione di fig. 7 la cui
esistenza è certa ma non è catalogato dallo Gnecchi.
Aggiungo che il medaglione di fig. 7 (47,71g,
37mm, numero d'inventario FG 194,
dati comunicati da Parigi) è storicamente
rintracciabile, venendo citato dal
dotto Montfaucon
(Londra 1725), dal manuale Les
Cesars (Parigi 1633) e dallo stesso Mionnet, e
ad esso si riferiscono i disegni del rovescio di fig. 5 e 6, risalenti
rispettivamente al 1725 e al 1633. Tengo a
sottolineare che un approfondimento sui dubbi sopra
avanzati richiederebbe ulteriori approfondimenti
bibliografici che per ragioni di tempo non posso
svolgere. Un saluto cordiale. (1) AE36 (moneta in bronzo del diametro di 36mm).
Le caratteristiche fisiche della moneta in esame
comunicate dal lettore (39,52g, 36mm, 6h)
vanno raffrontate con quelle dell'originale antico
conservato nel Museo Archeologico di Napoli (51,64g,
38mm), palesemente molto più pesante. |
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