Roma, 25.6.2014
Egregio
Lettore,
di seguito riporto gli elementi che ho potuto
raccogliere sulla moneta di figura:
AE25, zecca di Nicopolis ad Istrum1,
218-222 d. C., BMC III
60 (pag. 50), Varbanov 40982
Descrizione (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili):
D. AΥT K M AΥΡ -
ANTΩNEINOC.3
Busto di Elagabalo laureato, paludato, corazzato a
destra.
R. ΥΠ NOBIOΥ ΡOΥΦOΥ
NIKOΠOΛITΩN ΠΡ/OCI-CTΡ/O - N4.
Zeus nudo, stante a sinistra, sorregge con la mano
destra una patera e con la sinistra uno scettro.
Segno del punzone al centro.5
La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha
prodotto i seguenti risultati:
- https://sites.google.com/site/provincialromancoins/ELAGABAL-107.jpg
Obverse: Laureate, draped, and cuirassed bust
right. Reverse: vP nobiov povFov NikoPoLitVn Ppoc
ictpon (Vp NOBIOV POVfOV NIKOpOLITwN pPOC ICTPON)
Zeus standing left, holding patera and sceptre.
The diameter is 27mm and is 10.43g, die axis 225
deg. Reference: Moush-1404, Varbanov 4096/8
depending on obverse legend, BMC III (Thrace) 60
depending on obverse legend.
- http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=111778
174, Lot: 90. Estimate $150. Sold for $90. This
amount does not include the buyer’s fee. MOESIA
INFERIOR, Nicopolis ad Istrum. Elagabalus. AD
218-222. Æ 25mm (12.60 g). Novius Rufus, consular
legate. Laureate, draped and cuirassed bust right,
seen from behind / Zeus standing left, holding
patera and scepter. AMNG I 1896; SNG Budapest 448
var.; Varbanov 4098. Good VF, dark green, almost
black patina, small flan crack.
- http://www.ebay.com/itm/251569824851?item=251569824851
38 218-222AD Elagabalus Zeus NAKED Nicopolis -
RARE Aliz 25mm, 12,98g Starting bid: US $74.99
- http://www.deamoneta.com/artemideaste/view/17140
Elagabalo (218-222). AE 26 mm. Nicopolis ad Istrum
(Moesia Inferior). D/ ANT M AVP AN[TΩNINOC]. Busto
laureato, drappeggiato e corazzato a destra. R/ YΠ
NOBIOY POYΦOY NIKOΠOΛITΩN ΠΡΟC ICTΡON. Zeus stante
a sinistra tiene patera e scettro. Varbanov 4098
(R3). g. 12.85 R. BB. Prezzo € 50 OGGETTO
VENDUTO IL 2014-05-06!
Concludo osservando che l'occasione offertami di
studiare la moneta di figura si è rivelata per me
molto interessante, ma non mi è del tutto chiaro il
quesito del lettore. La moneta di figura in effetti
coincide in ogni dettaglio con quella di cui al link4; l'unica differenza sta
nell'immagine fotografica, tecnicamente perfetta
quella di cui al link, non altrettanto quella
inviatami dal lettore ed è corredata, quella del link,
di tutti gli elementi necessari per l'identificazione.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Nicopolis
ad Istrum in Bulgaria ("ad Istrum", cioè
dell'Ister, nome con cui nell'antichità si
indicava il Danubio, v. mappa)
sorgeva nei
pressi dell'odierno villaggio di Nikyup, nel
distretto di Veliko Turnovo, a 20 km dalla
suddetta città. Era stata fondata da Traiano per
ricordare la vittoria sui Daci. La città era
abitata da gente di lingua greca e batteva moneta
a circolazione locale (provinciale).
(2) Il riferimento
bibliografico è ripreso dal link4
in quanto non dispongo del catalogo del Varbanov
(Varbanov Ivan, Greek Imperial Coins And Their
Values, volumes I - III. - Bourgas, 2005 - 2007).
(3) AΥTokράτωρ
Kαĩσαρ Mάρκος AΥΡήλιος ANTΩNEINOC,
equivalente al latino "Imperator Caesar Marcus
Aurelius Antoninus", cioè l'imperatore Elagabalo.
Interessante storia quella di Vario Avito
Bassiano, detto Elagabalo (o Eliogabalo) dal nome
del dio Elagabal (o El_Gabal) di cui era
sacerdote. Dovette la sua ascesa alla nonna
materna, Giulia Mesa, sorella dell'imperatrice
Giulia Domna, moglie dell'imperatore Settimio
Severo, della cui vita si è accennato in altra
pagina di questo sito (cliccare qui).
Si ricorderà che Giulia Domna, dopo l'assassinio
del figlio Caracalla ad opera del prefetto
pretorio Marco Opellio Macrino, era stata esiliata
con tutta la famiglia ad Emesa, sua città natale
e, non sopportando la nuova condizione, si era
lasciata morire di fame. Dopo la morte di
Caracalla, Macrino era stato immediatamente
elevato al soglio imperiale ma non aveva saputo
soddisfare le aspettative di chi l'aveva
appoggiato nell'ascesa, in primo luogo l'esercito.
Una sfortunata campagna militare contro i Parti,
seguita da una pace comprata a peso d'oro, creò
presto un clima di sedizione di cui approfittò
Giulia Mesa la quale, vantando dalla sua parte la
tradizione di prodigalità dei Severi e di
Caracalla e valendosi delle sue immense ricchezze,
complottò con gli ambienti militari convincendoli
ad appoggiare l'elevazione del nipote Vario Avito
Bassiano. Bassiano divenne imperatore assumendo il
nome di Marco Aurelio Antonino che era stato anche
quello di Caracalla e quello di Commodo prima di
lui. Macrino fu sconfitto sotto Antiochia, poi
catturato e ucciso mentre fuggiva in occidente.
Lasciata Emesa, Elagabalo non abbandonò i doveri
sacerdotali. Il senato fu costretto ad accogliere
nel pantheon romano «l'invitto dio sole
Elagabalo», di cui sommo sacerdote era lo stesso
imperatore. Al nuovo dio fu elevato un tempio
vicino al palazzo imperiale sul Palatino, dove fu
trasferito l'altare della dea Vesta insieme ad
altre reliquie sacre dello Stato romano. Questo
fatto dimostra non solo la stravaganza
dell'imperatore, ma anche la servilità del senato;
esso svela pure che in Italia e nelle regioni
orientali dell'Impero si erano diffuse in
quell'epoca varie credenze e culti orientali che
avevano creato una variegata mescolanza religiosa.
Questo sincretismo religioso creò la base sulla
quale proprio a quel tempo cominciò rapidamente a
diffondersi il cristianesimo. Tuttavia la svolta
decisiva di apertura verso l'Oriente non poté non
determinare la protesta di vasti circoli sociali.
L'opposizione alla politica orientale di Elagabalo
fu rafforzata dal malcontento determinato dalla
condotta del giovane imperatore e della cricca di
corte. È vero che, al riguardo, a Roma non
rimaneva molto di che meravigliarsi, ma ciò che
succedeva alla corte di Elagabalo superava
qualsiasi misura di impudenza. Nonostante la
giovane età, l'imperatore era estremamente
corrotto. Egli era un pervertito sessuale; le
scene di dissolutezza che si svolgevano sul
Palatino superavano di gran lunga le orge di
Caligola, Nerone e Commodo. Le persone più vicine
all'imperatore, la madre Semia, il favorito
Ierocle, il prefetto di Roma Fulvio, il ministro
delle finanze Eubulo e altri dissipavano
apertamente il denaro dello Stato e si
permettevano inauditi abusi. La nonna di
Elagabalo, Giulia Mesa, che all'inizio dirigeva
tutti gli affari di Stato, comprese presto che la
sua « creatura » era assolutamente incorreggibile
e che non solo sarebbe stata incapace di
consolidare la dinastia, ma al contrario l'avrebbe
inevitabilmente rovinata. Perciò ella convinse
Elagabalo ad adottare il cugino Alessandro, figlio
di Mamea (la più giovane delle figlie di Giulia
Mesa), e a proclamarlo Cesare. Subito dopo
Elagabalo, allora diciottenne, insieme a sua madre
Giulia Semia e a tutta la loro cricca (inizio del
222) furono uccisi dai pretoriani. Gli elementi
biografici sul regno di Elagabalo sono stati
tratti dal Kovaliov.
(4) ΥΠάτου
NOBIOΥ ΡOΥΦOΥ NIKOΠOΛITΩN ΠΡOC ICTΡON;
ove le prime tre parole costituiscono un genitivo
etnico e quindi .. [moneta battuta nel nome] di
Novio Rufo, prefetto dei cittadini di Nicopolis ad
Istrum. Novio Rufo era al tempo governatore della
Mesia Inferiore. Zeus era la divinità greca in
assoluto più importante, assimilabile a Giove per
i Romani.
(5) Il segno del punzone al
centro è comune a molte monete provinciali.
Riferisce Mark Lehman in "An introduction to roman
provincial coinage" (v. link),
"spesso le monete provinciali mostrano delle
piccole depressioni (inglese, dimples) o "fossette
di centraggio", al centro del dritto e/o del
rovescio. Queste fossette sono un artificio
utilizzato in un processo poco compreso
finalizzato alla preparazione dei tondelli
destinati alla coniazione - forse serviva
per la rifilatura dei bordi, la levigatura delle
superfici, o per entrambi".
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