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Diocleziano e la Pace degli Augusti | ||||||||||||||||
8.7.2014
Gent.mo
Sig. De Florio,la disturbo ancora inviandole i dati di questa moneta per un'accurata identificazione del RIC: Diametro: 22,10 mm Peso: 4,10 g Asse di conio: ore 12 Colore/materiale: bronzo argentato (mistura) Aspetto generale: si presenta di colore argento con chiazze scure. Note: la moneta dovrebbe essere un antoniniano argentato di Diocleziano, nella parte anteriore reca la scritta IMP DIOCLETIANVS AVG; nel retro campeggia la scritta PAX AVGG. Cordiali saluti. |
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Roma, 11.7.2014
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi raccolti sulla moneta di figura: Antoniniano1, zecca di Lugdunum2, 290-291 d. C. , RIC V/II 67H (pag. 227)3, Cohen VI 368 (pag. 456), indice di rarità "C" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete simili a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- (1) Antoniniano. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli antoniniani di Diocleziano presenti nei link di cui sopra:
(2) La zecca di Lugdunum (l'odierna Lione), operava al tempo su 3 officine, contrassegnate dalle lettere A, B, C. (3) La classificazione RIC 67 è a largo spettro perché include vari tipi di busti del dritto. L'aggiunta della lettera H serve a selezionare specificamente il dritto della descrizione sommaria. (4) IMPerator DIOCLETIANVS AVGvstvs. Fondatore della diarchia (che diventerà tetrarchia nel 293) fu Diocleziano. Egli era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio, su istigazione del prefetto del pretorio Apro, dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di distanza da quello del figlio Numeriano. Nella circostanza Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione e nomina paterna . Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un ufficiale della propria guardia personale e Diocleziano rimase unico sovrano nell'impero. Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Egli perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che fece Cesare nel 285 e Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - v. RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. (5) PAX AVGG (Pax Augustorum, la Pace imposta dai due diarchi al vertice dello stato romano attraverso la Vittoria militare). Il fatto che la stessa tipologia moneta venisse battuta, sia nel nome di Diocleziano che in quella di Massimiano Erculio (v. link) è da interpretarsi come il segno della concordia e unanimità di intenti tra i due sovrani. (6) B (=2). La moneta risulta dunque battuta dalla seconda officina della zecca di Lugdunum. |
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