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Probo e l'avvento |
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27.7.2014
Buonasera
Sig. De Florio,Le riporto di seguito un asse di Probo, spero di ricevere maggiori informazioni riguardo la sua provenienza e significato Grazie per la disponibilità. Diametro: 2,5 cm spessore: 1,5 mm Peso: 4 g circa Asse di conio: ore 12 Colore: grigio |
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Roma, 2.8.2014
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi relativi alla moneta di figura: Antoniniano1, Zecca di Roma, 279 d. C., RIC
V/II 157 (pag. 35), Cohen
VI 39 (pag. 260), indice di rarità
"c". A titolo di confronto e per le indicazioni di valore ho ricercato nel web monete di identica tipologia e leggenda che di seguito segnalo per opportuna informazione:
Un saluto cordiale. ------------------------------- (1) Antoniniano. L'antoniniano fu emesso sotto Caracalla nel 215 d. C. come moneta d'argento che doveva valere quanto 2 denari; si distingue alla vista dal denario perché la testa dell'imperatore al dritto si presenta cinta da corona radiata. Non si sa con quale nome venisse chiamato dai Romani, ma poiché Caracalla è un Antonino, dal suo cognomen è derivato il nome. A causa della svalutazione monetaria e del progressivo impoverimento nel contenuto d'argento (per la svalutazione dell'antoniniano, v. link), l'antoniniano fu abbandonato al tempo di Diocleziano e sostituito da altri nominali, come l'argenteo e il follis. Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche di alcuni antoniniani di Probo battuti dalla zecca di Roma e reperiti nel web:
(2) IMPerator PROBVS AVGgustus. Alla morte di Aureliano, la successione al potere fu garantita da un vecchio senatore, Marco Claudio Tacito che governò per pochi mesi prima di essere ucciso da soldati ammutinati. Gli successe il fratello Floriano, appoggiato dai pretoriani di cui era prefetto ma quasi contemporaneamente le truppe siriache si sollevarono proclamando imperatore, nel 276, un loro generale, Marco Aurelio Probo, a quel tempo molto popolare per le notevoli doti di abilità e coraggio dimostrate in tutti gli scacchieri, ai quattro angoli dell’impero, in cui aveva combattuto. Alla morte di Tacito, Probo era prefetto in Oriente e lo scontro con Floriano fu inevitabile. I due eserciti si fronteggiarono in Asia Minore ma, prima della battaglia, Floriano fu ucciso dai propri soldati. Probo fu presto impegnato contro Franchi e Alemanni, che, già dal tempo di Tacito, avevano invaso la Gallia. Dopo sanguinose battaglie Probo li ricacciò oltre Reno. Il territorio fra l'alto corso del Reno e quello del Danubio, perduto ai tempi di Gallieno, fu di nuovo in parte occupato dalle truppe romane. Circa 15.000 Franchi e Alemanni furono arruolati nell'esercito romano (277). Dopo aver consolidato i confini renano e danubiano, Probo si spostò in Asia Minore per reprimere la tribù montanara degli Isauri che fin dai tempi di Gallieno si era dichiarata indipendente. D'altra parte questo popolo anche prima aveva riconosciuto solo a parole il potere di Roma. Quasi inaccessibili per le truppe romane nei loro nidi di montagna, i pirati Isauri avevano costituito per molti secoli una minaccia per i paesi vicini. Per paralizzare le loro attività i Romani avevano circondato l'Isauria con una catena di fortificazioni; ma ciò non era stato sufficiente. Probo si spinse proprio nel cuore della regione, distruggendone le difese. Particolarmente accanita fu la resistenza di Cremna (oggi Girme, in Pisidia, regione sud-occidentale dell’odierna Turchia), la quale dopo un lungo assedio fu presa d'assalto (279). Una nuova rivolta fu soffocata nell'Egitto meridionale. Poi fu la volta della ripresa in Gallia della sollevazione dei Franchi, capeggiati da un certo Proculo che si era fatto acclamare imperatore a Colonia. Dopo la morte di quest'ultimo Probo dovette intervenire di persona contro il successore Bonoso. Una rivolta fu sedata anche in Britannia, poi venne la sollevazione della Siria che proclamò imperatore Saturnino, presto ucciso dai propri stessi soldati. Nel 281 gli ultimi aneliti del movimento rivoluzionario sembravano soffocati e Probo poté festeggiare a Roma uno splendido trionfo. La calma sopravvenuta nell'Impero diede all'imperatore la possibilità di dedicarsi alla ricostruzione della vita economica. I lunghi anni di guerre civili avevano definitivamente danneggiato le forze produttive dell'Italia e delle province. Il commercio era quasi cessato, i campi erano incolti, numerose città distrutte e disertate dalla loro popolazione. Probo attese particolarmente allo sviluppo della viticoltura nelle province: in Spagna, Gallia, Pannonia, Illiria. Per i lavori necessari (trapianto di viti, irrigazione) egli utilizzò largamente l'esercito, e sembra che appunto ciò divenisse causa di malcontento tra i soldati. Altra causa di malcontento furono la severità e le esigenze dell'imperatore che cercava di portare la disciplina a un livello più alto. Nel 282 le truppe di Pannonia si ribellarono proclamando imperatore il capo della guardia Marco Aurelio Caro, e Probo, nel tentativo di contrastarlo, fu ucciso dai suoi stessi soldati. (3) ADVENTVS AVGusti, la parola latina "adventus", tradotta in italiano con "avvento", termine ormai in uso quasi solo in campo religioso cattolico, sta ad indica la visita di stato dell'imperatore ad una città. L'iconografia vuole l'imperatore a cavalla nell'atto di sollevare la mano in segno di saluto. L'aggiunta del prigioniero non è consueta ma serve a rimarcare il motivo della visita, il trionfo per la vittoria conseguita in battaglia. L'interpretazione più semplice della scelta di questa tipologia per il rovescio dell'antoniniano in esame sarebbe quello di una visita a Roma in occasione del trionfo a metà del 281, ma non è così, se è vero quanto espresso nella nota 4 successiva circa il tempo della quarta emissione. Ne consegue che l'emissione sarebbe avvenuta avvenuta in una circostanza diversa dal trionfo, ma non ben nota. (4) Chiarito che l'esergo è la parte della moneta sottostante quello che potremmo chiamare il "piano di calpestio" dei personaggi raffigurati sul rovescio, le lettere nell'esergo di questa moneta sono costituite da:
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