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Moneta ad anello celtica
2.7.2015
Buongiorno vorrei avere una valutazione di una moneta ad anello celtica.
I celti, area del Danubio, moneta ad anello.
Ae
gr.3.23
mm 23
Allego foto
grazie
fig. 1
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Roma, 6.7.2015
Gentile Lettrice,
premetto che mi occupo prevalentemente di monetazione romana e che non dispongo di competenze specifiche in quella celtica. Ciò nondimeno, nell'intento di assecondare comunque la richiesta, senza pretesa di rigore scientifico, ho raccolto, attraverso una ricerca nel web, elementi attinenti al tema in discussione.

Nell'opera "La Politica" (in greco Τὰ πολιτικὰ) il filosofo greco Aristotele disserta sulla natura del denaro (v. link). Egli sostiene che ogni oggetto abbia due usi, il primo, quello per il quale è stato creato, il secondo, la vendita o il baratto.
Sotto questa luce l'oggetto di figura, magari ideato per l'uso nell'ambito del trasporto (ad esempio come parte del finimento di un cavallo in un'epoca nella quale il cavallo era il mezzo di trasporto usato più di frequente), potrebbe essere stato strumento di scambio commerciale prima dell'introduzione del denaro, divenendo un "proto denaro". I sostenitori di questa tesi argomentano (v. link) che molto prima dell'introduzione nell'Europa Celtica Antica della moneta coniata, anelli di rame e oro furono utilizzati a mo' di moneta dalle tribù celtiche e furono spesso indossati sul vestiario o legati insieme da corde. Questi anelli particolari, spesso definiti "proto-valuta", sarebbero stati creati nell'antica Mesia (ora Bulgaria) sin dal 7° secolo a. C.. Le dimensioni variano da 10 mm da 40mm. Alcuni sostengono che un sistema di anelli intrecciati potrebbe suggerire la presenza di multipli di un'unità standard, presupposto di un principio uniforme che regolerebbe le loro dimensioni, vale a dire il loro uso come "proto-valuta".
Vista la cennata diffusione dell'uso dei cavalli nel trasporto, c'è chi osserva (v. link) che gli anelli che si rinvengono nel terreno in tutta l'Eurasia potrebbero essere parti della bardatura dei cavalli della quale residua, ai giorni d'oggi, solo la parte metallica, la restante essendo andata dissolta nel terreno. Visto il ruolo che i cavalli e le loro bardature rivestivano nel mondo antico e medioevale, si può solo immaginare quanti milioni di anelli di bardatura (o ammassi di anelli) possano essere finiti sepolti nel terreno. Se si considera che le bardature sono talvolta ancora fatte come nell'antichità e così lo sono state per almeno tremila anni, se ne deduce che è generalmente impossibile stabilire la data o la cultura che ha generato un anello al di fuori del contesto di sepoltura (e anche nello stesso contesto se tutto ciò che si rinviene è solo un mucchio di anelli1). Questo è il motivo per cui la pratica comune di chiamare automaticamente questi oggetti Celtici o denari ad anello sarebbe priva di valore.

Veniamo alle conclusioni: una moneta antica la si può giudicare e datare sulla base dello stile, dall'aspetto generale, della rispondenza a dei canoni riconosciuti, anche al di fuori del contesto di ritrovamento. Un anello decontestualizzato, di cui non si conosca la natura esatta (bronzo, rame, potin) è solo un pezzo di metallo a cui non è possibile assegnare un'epoca o una funzione. Se acquistato, si può solo riporre la fiducia nella professionalità e nell'onestà del venditore quando asserisce trattarsi di una moneta ad anello celtica di area danubiana.
Nel link che segue sono indicate alcune valutazioni di mercato di monete ad anello celtiche, di valore crescente in funzione del loro grado di complessità strutturale (v. link).

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Osserva l'autore che un'imbracatura complessa può essere composta da più di venti anelli e una persona che rinvenga venti anelli di bronzo sotterrati insieme, senza alcun altro indizio, potrebbe facilmente dedurre di aver trovato un tesoro di monete. Ma la conclusione sarebbe errata.

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