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Massenzio, protettore della sua città
30.01.2016
Buon giorno Sig Giulio,
ho una moneta che mi sembra antica vorrei sapere se ha qualche valore vi mando una foto.
Vi ringrazio anticipatamente aspetto una risposta
Grazie
fig. 1
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Roma, 4.2.2016
Gentile Lettrice,
riporto di seguito gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura:

Follis1 , Roma, 310-311 d. C., RIC VI 258 (pag. 382), indice di rarità "C"

Descrizione sommaria:
D. IMP C MAXENTIVS P F AVG2. Massenzio, testa laureata a destra.
R. CONSERV-VRB SVAE3. Roma assisa di fronte, testa a sinistra, all'interno di un tempio esastilo, globo nella mano destra, scettro nella sinistra, scudo al lato del trono. Sfere come acroteri e corona nel frontone. Segno di zecca 4.

La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha prodotto i seguenti risultati:

  1. http://www.acsearch.info/search.html?id=57509 CGB.fr http://www.cgbfr.com/ Web Shop - (« | ») Result 75€ Description: MAXENCE (28/10/306-28/10/312) Marcus Aurelius Valerius Maxentius Auguste (04/307-28/10/312) Follis ou nummus 310-311 N° brm_162583 Date: 310-311 Nom de l'atelier: Rome Métal: cuivre Diamètre: 24mm Axe des coins: 6h. Poids: 7,49g. Degré de rareté: R1 Etat de conservation: TTB+ Commentaires sur l'état de conservation: Flan épais. Monnaie légèrement décentrée. Très beau portrait. Patine vert foncé. Prix: 75,00€ N° dans les ouvrages de référence: RIC.258 - C.21 - MAR.12 - RC.3779 (30£) Titulature avers: IMP C MAXENTIVS P F AVG. Description: avers: Tête laurée de Maxence à droite (O*). Traduction avers: 'Imperator Cوsar Maxentius Pius Felix Augustus', (L’empereur césar Maxence pieux heureux auguste). Titulature revers: CONSERV - VRB SVAE// REP. Description revers: Temple hexastyle avec fronton triangulaire décoré de statues et orné d'une couronne ; à l'intérieur, statue de Rome casquée et drapée, assise sur un bouclier à gauche, tenant un globe et une haste. Traduction revers: 'Conservatores Urbis Suae', (Les protecteurs de leur Ville). Historique: Maxence, fils de Maximien, fut proclamé césar le 28 octobre 306 à Rome, puis prit le titre de Filius Augustorum. En 307, il fut proclamé auguste, contrôlant l'Italie et l'Afrique avec l'aide de Maximien. En 308, il perdit l'Afrique avec la révolte d'Alexandre. A la conférence de Carnuntum, il fut déclaré ennemi public, mais réussit à se maintenir en Italie jusqu'en 312, année de sa défaite au Pont Milvius, aux portes de Rome où il trouva la mort en se noyant dans le Tibre.
  2. http://www.acsearch.info/search.html?id=64791 CGB.fr http://www.cgbfr.com/ Web Shop - (« | ») Result 120€ Description: MAXENCE (28/10/306-28/10/312) Marcus Aurelius Valerius Maxentius Auguste (04/307-28/10/312) Follis ou nummus 310-311 N° brm_198989 Date: 310-311 Nom de l'atelier: Rome Métal: cuivre Diamètre: 26,00mm Axe des coins: 12h. Poids: 7,70g. Etat de conservation: SUP Commentaires sur l'état de conservation: Exemplaire sur un flan épais, parfaitement centré des deux côtés avec les grènetis complets. Beau portrait. Revers de style fin. Jolie patine marron glacé avec des reflets métalliques. Prix: 120,00€ N° dans les ouvrages de référence: C.- - RIC.258 Titulature avers: IMP C MAXENTIVS P F AVG. Description avers: Tête laurée de Maxence à droite (O*). Traduction avers: “Imperator Cوsar Maxentius Pius Felix Augustus”, (L'empereur césar Maxence pieux heureux auguste). Titulature revers: CONSERV - VRB SVAE/ P|-// REP. Description revers: Temple hexastyle avec fronton triangulaire orné de statues ; à l'intérieur, statue de Rome casquée et drapée assise sur un bouclier à gauche, tenant un globe et une haste ; le fronton triangulaire est orné d’une couronne. Traduction revers: 'Conservatores Urbis Suو', (Les protecteurs de leur ville).  Commentaire à propos de cet exemplaire: Poids lourd. Rubans de type 2. Avec son argenture superficielle. Pour les auteurs du RIC, le P dans le champ serait la deuxième lettre grecque (rhô) du mot Herculios. Historique: Maxence, fils de Maximien, fut proclamé césar le 28 octobre 306 à Rome, puis prit le titre de Filius Augustorum. En 307, il fut proclamé auguste, contrôlant l'Italie et l'Afrique avec l'aide de Maximien. En 308, il perdit l'Afrique avec la révolte d'Alexandre. A la conférence de Carnuntum, il fut déclaré ennemi public, mais réussit à se maintenir en Italie jusqu'en 312, année de sa défaite au Pont Milvius, aux portes de Rome où il trouva la mort en se noyant dans le Tibre.
  3. http://www.acsearch.info/search.html?id=2686233 Agora Auctions http://agoraauctions.com/ Sale 43 204 (« | ») 20. October 2015 Estimate75$ Result81$ Description:
    Maxentius. A.D. 306-312. AE follis (6.81 g). Rome mint, struck A.D. 310-311. IMP C MAXENTIVS P F AVG, laureate head right / CONSERV VRBS VAE, Roma seated facing, head left, in hexastyle temple, globe in her right hand, scepter in left; P in field, RBP in exergue. RIC 258. NGC Ch AU 5/5, 4/5.
  4. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VI/Rome/Z3727.jpg Maxentius, AE Follis, c.310-311, Group IV, Class V, Rome, Officina 1 IMP C MAXENTIVS P F AVG Laureate head right, divergent laurel ties CONSERV-VRB SVAE Roma seated facing, head left, in hexastyle temple, globe in right hand, scepter in left, shield at side, wreath in pediment, knobs on pillars as acroteria P in left field REP in exergue 22mm x 25mm, 5.99g.
  5. http://www.coinproject.com/siteimages/30-mxt18.jpg Date Struck: AD 310-311 Diameter: 23mm Weight: 6.67g Obverse Legend: IMP C MAXENTIVS P F AVG Obverse Description:   Laureated head right Reverse Legend: CONSERV_VRB SVAE Reverse Description: Roma seated facing, head left, in hexastyle temple, right hand holding globe, left a sceptre, shield at left side; knobs as acroteria; wreath in pediment. Exergue: REP Mint Mark: REP/P in left field Mint: Rome Primary Reference: RIC VI 258.
  6. http://www.deamoneta.com/auctions/view/174/1686 Lot 1686 Impero Romano. Massenzio. 306-312 d.C. Follis. D/ IMP C MAXENTIVS PF AVG Busto laureato verso destra. R/ CONSERV-VRB SVAE Roma seduta in un tempio tetrastile nel frontone crescente. REP. Zecca di Roma. RIC. 258. Peso 5,52gr. Diametro 26mm. BB+.
Venendo allo specifico della moneta in esame, nei limiti di una valutazione a distanza, non mi convince l'aspetto generale, in particolare non si spiega la presenza di una vistosa escrescenza alla base del colonnato di sinistra e la scomparsa dello scudo che dovrebbe trovarsi alla destra del trono per chi osserva la moneta; ciò potrebbe significare che la moneta non è autentica in quanto non coniata ma realizzata attraverso un calco.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:

(1) AE Follis. Il RIC indica, come peso del follis del periodo, 6-7 grammi e, come asse di conio, un valore 0h o 12h. Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche di alcuni follis della tipologia di figura battuti dalla zecca di Roma che raccolgo di seguito in tabella:

LINK Peso (g.)  Asse di conio (ore) Diametro (mm)
1 7,49 6 24
2 7,70 12 26
3 6,81 - -
4 5,99 - 22-25
5 6,67 - 23
6 5,52 - 26
In assenza delle caratteristiche fisiche della moneta in esame non sarà possibile svolgere un esame comparativo con le monete autentiche del periodo.
(2) IMPerator Caesar MAXENTIVS Pius Felix AVGustus. Nel 286 Diocleziano mutò l'assetto costituzionale dello stato optando per la diarchia e a questo scopo elevò al rango di Augusto un suo generale, Massimiano, detto Erculio, conferendogli la responsabilità di governo sulle province occidentali e sull'Africa, mantenendo per sé il governo delle province orientali. Il 1° marzo del 293, DIOCLEZIANO mutò ulteriormente l'assetto costituzionale passando dal sistema diarchico a quello tetrarchico; in questo contesto ciascun Augusto doveva scegliere il proprio successore con il quale condividere il potere, con l'intesa che, dopo venti anni di regno, l'Augusto in carica si sarebbe dimesso per dare spazio al successore predesignato. Diocleziano indicò così, come proprio successore e secondo in comando, conferendogli  il titolo di Cesare, Caio GALERIO Valerio Massimiano mentre MASSIMIANO Erculio scelse come proprio secondo Caio Flavio Valerio COSTANZO (noto in breve come Costanzo Cloro), quest'ultimo gerarchicamente più anziano di Galerio.

Si costituì così la prima Tetrarchia formata da due Augusti e da due Cesari, un sistema di governo che Diocleziano aveva fortemente voluto nell'intento, tra l'altro, di evitare le successioni ereditarie e le conseguenti lotte di successione, preferendo scelte basate sul merito e sulle capacità personali dei prescelti (in altra pagina di questo sito vengono trattate in modo più estensivo le ragioni fondanti della tetrarchia - cliccare qui). Il 1 maggio del 305 DIOCLEZIANO, giunto al ventesimo anno di regno, si ritirò dalla vita pubblica, e altrettanto pretese da MASSIMIANO Erculio. Con l'uscita di scena, i due Augusti dimissionari assunsero il titolo puramente onorifico di "Seniores Augusti, felicissimi et beatissimi", mentre GALERIO e Costanzo ascesero al rango di Augusti, rispettivamente d'Oriente e d'Occidente. Ma a guadagnarci fu sopra tutto GALERIO. Infatti, anche se Costanzo Cloro, come Augusto senior, possedeva il supremo potere legislativo, come era stato quello di Diocleziano prima di lui, fu GALERIO a scegliere, tra gli uomini certamente a lui fedeli, i due nuovi Cesari nelle persone di Flavio Valerio SEVERO (Cesare d'Occidente) e Valerio MASSIMINO DAIA, suo nipote e Cesare d'Oriente. La decisione scontentò gli occidentali: MASSIMIANO Erculio, perché costretto al ritiro coatto, suo figlio MASSENZIO e Costantino, figlio di Costanzo, perché tagliati fuori dalla successione. MASSENZIO in particolare si trovò irrimediabilmente tagliato fuori anche politicamente perché, a causa del carattere difficile e altezzoso, nonostante il legame di parentela con GALERIO (ne aveva sposato la figlia), era in pessimi rapporto sia con il suocero che con il proprio genitore.

La crisi politica del sistema tetrarchico scoppiò quando Costanzo Cloro, il 25.7.306, sul letto di morte ad Eburacum (l'odierna York al confine con la Scozia) dove si trovava, conferì l'imperium a COSTANTINO alla presenza dei soldati che non avrebbero mancato di acclamarlo addirittura Augusto se non fosse stato per l'insistenza di COSTANTINO ad accettare solo il titolo di Cesare. Costantino cercò subito di farsi riconoscere da Galerio che, con la morte di Costanzo, era diventato l'Augusto senior e a questo scopo gli inviò la tradizionale effigie laureata che simboleggiava il suo nuovo status. Respingere la richiesta avrebbe avuto il significato di una dichiarazione di guerra, sicché Galerio si piegò al fatto compiuto e dopo aver elevato SEVERO (più anziano per età di MASSIMINO DAIA) al rango di Augusto, riconobbe la posizione di COSTANTINO quale membro più giovane del sistema tetrarchico. Nello stesso periodo scoppiavano a Roma tumulti popolari causati delle tasse imposte da GALERIO alla popolazione romana che, per tradizione secolare, non era abituata a pagarle. Approfittò della situazione MASSENZIO che, postosi a capo della rivolta, il 28.10.306 si fece acclamare dal popolo e dai pretoriani. Nella speranza che GALERIO accettasse il fatto compiuto, come già era avvenuto con COSTANTINO, MASSENZIO evitò in un primo tempo di usare il titolo di Augusto limitandosi a farsi chiamare "princeps", l'appellativo adottato secoli prima da Ottaviano Augusto. Ma alla fine, per conferire una legittimità di facciata al suo regime, chiese ed ottenne dal padre MASSIMIANO Erculio il riconoscimento formale del proprio status in cambio di un analogo riconoscimento da parte sua nei confronti del padre.

GALERIO non volle assecondare le aspirazioni di MASSIMIANO e di MASSENZIO e ordinò a SEVERO, in qualità di Cesare d'Occidente, di assumere con le armi il controllo e il governo della penisola italica. SEVERO perciò passò in Italia ma, abbandonato dai soldati, fu consegnato nelle mani di MASSENZIO che lo fece uccidere. GALERIO decise allora di intervenire personalmente e, all’inizio dell’estate del 307, invase l’Italia, avanzando verso sud e accampandosi ad Interamna sul Tevere. Ma il suo esercito non era sufficientemente numeroso per battere l'avversario. Le trattative intraprese con MASSENZIO risultarono infruttuose  e quando GALERIO si accorse che MASSENZIO stava cercando di corrompere i suoi soldati, per evitare di fare la fine di SEVERO, ripiegò rapidamente nei propri territori.

La situazione di MASSENZIO tuttavia si presentava tutt'altro che facile, le due campagne militari di SEVERO e GALERIO avevano portato la distruzione nelle campagne italiche. Inoltre la rivolta di L. Domizio Alessandro aveva ridotto gli approvvigionamenti di grano dall'Africa che poterono riprendere solo nel 309 quando la rivolta africana fu repressa. Nell'ottobre-novembre del 308 GALERIO convocò a Carnuntum una conferenza il cui risultato fu l'elevazione di LICINIO ad Augusto al posto dello scomparso SEVERO, il riconoscimento di MASSIMINO DAIA e COSTANTINO nella qualità di "filii Augustorum" (titolo formale, privo di potere reale). Nel contempo MASSIMIANO Erculio fu completamente cancellato dalla scena politica mentre MASSENZIO fu additato come nemico pubblico in attesa che qualcuno lo eliminasse. MASSIMIANO Erculio si rifugiò allora nei territori di COSTANTINO dove tentò di rialzare la testa complottando contro il genero, poi perdute le speranze di risalita, nel 310 si suicidò. MASSENZIO rimase invece in sella ancora per quattro anni, sino a che COSTANTINO non pose fine al suo regno e alla sua vita il 7 ottobre del 312 nella battaglia di Ponte Milvio, alle porte di Roma. Altre notizie storiche sul periodo possono essere attinte dal sito: http://www.roman-emperors.org/maxentiu.htm.
(3) CONSERVator VRBis SVAE ovvero salvatore della sua città.
(4) Il segno di zecca  si compone di due parti, la lettera P (in altre monete la H) a sinistra nel campo (forse con riferimento alla parola greca ΗΕΡΚΟΎΛΙΟΣ, Erculio,
appellativo del padre di Massenzio, se presente, sempre associata alla Prima officina) e il gruppo di tre lettere in esergo REP nel quale la prima lettera R sta per Roma, la seconda lettera E è un segno distintivo dell'emissione, la terza lettera P (=Prima) identifica l'officina monetale (la prima di quattro all'epoca operativa nella zecca).
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