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Tito Cesare e Roma che
porge la corona |
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16.9.2016
Gentilissimo
Dott. DE FLORIO,mi permetto di disturbarla per un dubbio che mi attanaglia circa la classificazione corretta di questa mia moneta come Asse piuttosto che Dupondio. Moneta di Tito cesare “T CAES IMP AVG F TR P COS VI CENSOR” apparentemente laureato, con a rovescio Roma elmata, in abiti militari, seduta su una pila di corazze e scudi mentre sorregge una ghirlanda. Gli estremi del ric mi riportano al n. 781, classificata come rara, emessa tra 77-78 d.C. Zecca Lione (non ne ho viste moltissime nel web, essendo tra l'altro un rovescio tipicamente neroniano più che flavio), peso 11,16 g. e diametro 27,30 mm. circa. Patina verde. Un esemplare simile, che ho notato facendo ricerche, viene classificato dupondio, pur non essendo radiato, ma pesava sui 14 g. ed era chiaramente in oricalco, in quanto spatinato. Il mio esemplare è più leggero, in virtù di questo avrei pensato ad un asse (per il metallo suppongo sia rame, non ne ho la certezza, è comunque meno spesso di un classico tozzo dupondio). Quando ha tempo, le sarei grato se volesse dirimere questo mio dubbio, anche in relazione alle classificazioni similari in genere, dupondi "spacciati" per assi e viceversa. Allego foto, su sfondo vellutato rosso ma in macro, così da poter ingrandire senza sgranare i dettagli. Grazie in anticipo. |
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Roma, 17.9.2016
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta in esame: Dupondio1, zecca di Lugdunum2, 77-78 d. C.3 , RIC II (Vecchia ed.) 781b (pag. 107), RIC II (Nuova ed.) 1263 (pag. 148), BMC II 860A (pag. 213), Cohen I 187 (pag. 445), indice di frequenza "R"4 Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ---------------------------------- Note: (1) Dupondio
(oricalco). Che il nominale di figura sia un
dupondio e non un asse lo si desume dall'edizione
più recente (dicembre 2007) del Ric. A differenza
della vecchia edizione che lasciava aperte le due
possibilità, asse/dupondio (Ric 781b poteva essere
tanto un asse che un dupondio), la nuova edizione
stabilisce che tutte le monete la cui leggenda del
dritto sia T CAES IMP AVG F TR P COS VI CENSOR e che
abbiano numero del Ric compreso tra 1252 e 1267 sono
dupondi, mentre sono da considerarsi assi le monete
con la leggenda del dritto anzidetta e numero del
Ric compreso tra 1268 e 1275 (nessuna di esse però
ha la tipologia di figura). Ne consegue che la
moneta in esame, il cui numero Ric è 1263, come pure
l'omologa dalla testa radiata, Ric 1264 (indice di
rarità R3), sono classificabili come dupondi. Ciò
premesso, la nuova edizione del Ric, alla pagina 2,
sottolinea che saltuariamente viene meno la
distinzione tra nominali in oricalco e in rame e
questo causa problemi al collezionista quando c'è da
distinguere tra assi e dupondi ("there was
occasional inconsistency between the use of brass
and copper in the denominations of aes coinage,
causing confusion sometimes in distinguishing
dupondii from asses"). I dubbi del lettore sono
quindi riconosciuti dal Ric nuova edizione. Ad
avviso dello scrivente, la nuova edizione del Ric dà
al collezionista lo strumento per distinguere tra
assi e dupondi. Sarà cura degli studiosi risolvere
tutti i dubbi e proporre nuove eventuali più
soddisfacenti soluzioni.
(2) La presenza di un globetto all'apice del busto sta indicare che la moneta è ascrivibile alla zecca di Lugdunum. (3) Tito fu investito del sesto consolato (COS VI) nel 77 e nel 79 del settimo (COS VII). Di qui la datazione della moneta. (4) La nuova edizione del Ric attribuisce il valore "R" (Raro) all'indice di frequenza del tipo in esame (con riferimento alla presenza del tipo di figura nei musei e nelle collezioni più importanti), invece la vecchia edizione del Ric dava un valore "C" (Comune) alla moneta in esame. (5)Titus CAESar IMPerator AVGusti Filius TRibunicia Potestate COnSul VI. Il titolo di "Imperator" è indicativo del comando militare ed è il segno formale dell'acclamazione ricevuta dalle truppe e riconosciuta dal Senato. Il titolo dinastico di Caesar viene dai Flavi mutuato dalla famiglia Giulio-Claudia. La monetazione di Tito si distingue da quella di Vespasiano per la presenza di una T all'inizio della leggenda e più tardi per l'interposizione della "T" tra "IMP" e "CAES". Traggo dallo Stevenson i seguenti cenni biografici sulla vita di Tito. Tito, nato il 30 dicembre 41, è il figlio maggiore di Vespasiano. Inizia la carriera militare al seguito del padre in Germania, poi lo segue in Britannia, dando prova di abilità e doti di comando, pur mantenendo affabilità di modi e capacità comunicativa. Nerone lo promuove dal rango di tribuno a quello di prefetto, ponendolo al comando di una legione. Partecipa con il padre alla guerra giudaica, conquistando le città di Tarichaea e Gamala, roccaforti della resistenza giudaica. Dopo la morte di Galba e l'elevazione di Vitellio conduce negoziati con Mucio, governatore della Siria, per cercare appoggio al trasferimento della sovranità a Vespasiano, negoziati conclusi positivamente e seguiti dall'acclamazione di Vespasiano da parte delle legioni di stanza in Oriente. Dopo il rientro di Vespasiano a Roma (69), Tito prosegue da solo la guerra giudaica. Riceve dal Senato il titolo di Cesare e di Principe della gioventù, e viene nominato console per il 70 come collega del padre nella carica. L'8 settembre del 70, dopo un lungo assedio e 120.000 morti tra le fila nemiche, conquista Gerusalemme riducendone in schiavitù gli abitanti. Nella conquista viene distrutto, forse contro la volontà di Tito, il tempio che gli Ebrei avevano eretto in onore dell'Onnipotente. Dopo la vittoriosa conquista gli viene tributata la prima acclamazione e il titolo di Imperator. Nel 71 rientra a Roma dove il Senato concede a lui e al padre, l'onore del trionfo e, con la seconda acclamazione, l'autorizzazione al titolo di IMP II. Viene quindi associato dal padre nell'esercizio del governo e lo sostituisce alla morte nel 79. Nelle vesti di Augusto introduce riforme efficaci. Il suo regno viene funestato da gravi calamità naturali, tra cui l'eruzione del Vesuvio che porta alla distruzione di Pompei ed Ercolano nell'agosto del 79 e l'incendio di Roma nell'80. Avvia anche con fondi del proprio patrimonio personale l'opera di ricostruzione e offre ai Romani il nuovo anfiteatro (noto come Colosseo). Muore il 13 settembre dell'81 tra il compianto generale. Per lui viene coniata la definizione: amor ac deliciae generis humani. (6) ROMA. Il rovescio della moneta, legato alle vittorie giudaiche di Tito, simbolizza l'onnipotenza di Roma, rappresentata in abito militare, armata di parazonium (la spada corta di comando), assisa sulle corazze nemiche, serena e rilassata con le gambe incrociate, nell'atto di porgere la corona della vittoria al vincitore. |
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