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5.10.2017
Egregio
Dott. De Florio volevo porre alla sua attenzione
questa moneta:Peso: 23.4g Diametro: 2.9cm Tipologia metallo: bronzo (patina nera) Asse di conio: ore 12 Nessuna presenza di materiale ferromagnetico Autorizzo l'utilizzo delle foto. Ovviamente le chiedo qualsiasi tipo di notizia. tipologia di moneta, valore venale, stato di conservazione, zecca ecc... Cordialmente ringrazio. |
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Duisburg, 6.10.2017
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Sesterzio1,
zecca di Roma, 147-176 d. C.2, RIC III
1686 (pag. 348), BMC IV
957 (pag. 537), Cohen
III 275 (pag. 160), indice di rarità
"c" Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio -------------------------------------------------- Note: (1) Sesterzio (bronzo). Secondo BMC, il peso del sesterzio di Marco Aurelio era di c. 25,16g. (media su 558 esemplari in possesso del British Museum). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia in esame presenti nei link di cui sopra:
(2) La moneta in esame è attribuibile genericamente all'arco temporale tra l'elevazione di Faustina al rango di Augusta (1 Dicembre 147) e la sua morte nell'inverno del 175 o nella primavera del 176 (v. link). (3) FAVSTINA AVGVSTA. Traggo dal portale dell'Enciclopedia Treccani on line le note seguenti che riguardano Faustina (v. link): "Anna Galeria Faustina, talvolta detta junior o minore o II (nata circa nel 130 e morta nel 176d.C.), figlia di Antonino Pio e Faustina Maggiore (detta anche Faustina I) fu data in moglie dal padre nel 145 a Marco Aurelio, suo cugino, che le conferì (147) il titolo di Augusta. È lodata per il suo sollecito amore verso il marito e i numerosi figli (almeno 13 di cui sette passarono l'infanzia). Ella seguì il marito anche in guerra: fu la prima delle imperatrici romane ad essere insignita del titolo di mater castrorum. Morì a Halala (per questo ribattezzata Faustinopoli) in Cappadocia, dove aveva seguito il marito, là recatosi per reprimere la rivolta di Avidio Cassio. Fu divinizzata e in suo onore furono istituite sacerdotesse e create le nuove puellae Faustinianae che rinnovarono l'istituzione benefica sorta in memoria della madre Faustina I. Le fonti antiche, in contrasto con i Ricordi di Marco Aurelio, accusarono calunniosamente Faustina di dissolutezza. Il suo ritratto ci è noto dalle monete e da una serie di teste marmoree nelle quali prevale un'acconciatura con capelli bipartiti in molli ondulazioni discendenti, con bassa crocchia di trecce." Un ritratto di Faustina minore è presente a Roma nel Museo Capitolino (v. link). Nelle monete viene di solito ritratta con lo chignon dietro la testa, a differenza della mamma che portava lo chignon sopra la testa. (4) VENVS FELIX (Venere portafortuna). Nell’ultimo secolo della Repubblica (v. link) il culto ufficiale di Venere acquistò sempre maggiore importanza; Silla e poi Pompeo la scelsero a propria divinità protettrice (Venus Felix di Silla, che diceva di se stesso Felix; Venus Victrix di Pompeo); Giulio Cesare, appartenente alla casa Giulia, che faceva risalire attraverso le leggende di Enea la propria origine a Venere, fondò il culto di Venere Genitrice, alla quale fece erigere un tempio nel suo Foro. Venere, progenitrice della famiglia Giulia, e Marte, progenitore di Romolo, costituirono una nuova coppia divina nella religione ufficiale dell’Impero. Il culto di Venere fiorì con la dinastia Giulio-Claudia; Traiano nel 113 volle associati, nel nuovo tempio di Venere e Roma da lui edificato, il culto di Venere con quello di Roma. Il tempio comprendeva due celle sistemate simmetricamente spalla a spalla, l'una, quella di Venere, che guardava verso il Colosseo, l'altra, quella di Roma, che guardava verso il foro romano. Ma la simmetria riguardava anche i nomi delle due divinità, se è vero che la prima è Amor (la dea dell'amore) e la seconda, letta all'inverso, è Roma. Venere Felix porta fortuna anche in campo militare agli Augusti; per questo Venere nel rovescio della moneta è rappresentata nell'atto di protendere la mano che trattiene la statuina della Vittoria. (5) S. C. (Senatus Consulto, "per decreto del Senato") era la consueta sigla apposta sui nominali in bronzo romani (sesterzi, dupondi e assi) ad indicare la competenza esclusiva del Senato Romano nelle decisioni attinenti alle emissioni di quelle monete (la monetazione in oro e in argento, che non riporta quella sigla, rientrava invece nelle competenze dirette dell'imperatore). |
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