Roma, 16.1.2018
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi
riguardanti la moneta di figura:
Denaro agontano1,
zecca di Ancona2,
c. 1250÷1350, W-REPUAN/2-5,
C.N.I.
XIII 9 (pag. 2)
Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti
della leggenda usurate o comunque illeggibili):
D. +•DE ANCONA•3,
in verso orario, a partire dall'alto, nella corona
circolare. Croce patente, al centro4.
Contorno rigato.
R. +•PP•S•QVI•R◄I•A•5,
in verso orario, a partire dall'alto, nella corona
circolare. Al centro, 6.
Contorno rigato.
La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
- https://www.acsearch.info/search.html?id=1017278
Münzen & Medaillen GmbH (DE)
http://www.muenzenundmedaillendeutschland.de/
Auction 34 1025 26. May 2011 Description:
EUROPÄISCHE MÜNZEN UND MEDAILLEN ITALIEN-ANCONA
(MARCHE) REPUBLIK. Denaro. +.PP.S.QVI.RI.A./CVS
Rv. Kreuz, +.DE ANCONA. 0,61g. CNI XIII, 9, 76;
Tf. 1, 18. Biaggi 42. Vorzüglich.
- https://numismatica-italiana.lamoneta.it/label.php?id=30328;
https://numismatica-italiana.lamoneta.it/label.php?id=30329
W-REPUAN/2-5.
- https://numismatica-italiana.lamoneta.it/label.php?id=19310;
https://numismatica-italiana.lamoneta.it/label.php?id=19311
W-REPUAN/2-5.
Veniamo alle conclusioni. Dalla disamina delle fonti consultabili in rete osservo
che:
*C.N.I. descrive e cataloga, tra le altre, anche le
monete della zecca agontana bettute tra il 1250 e il
1350;
*Numismatica-italiana dà sostanza al catalogo C.N.I.
mostrando, a titolo esemplificativo, numerose monete
reperite nel web appartenenti al periodo menzionato.
Comparando la successione delle lettere e dei
caratteri delle leggende del d./r. della moneta in
esame con le descrizioni riportate nel sito di Numismatica-italiana,
mi pare che alla moneta in esame sia applicabile il
categorico W-REPUAN/2-5 e quindi il categorico 9 di
CNI. Noto inoltre che due dei sette esempi che
Numismatica-italiana associa al categorico
W-REPUAN/2-5 (v. link 2 e link 3 di cui sopra) mostrano la
presenza di un triangolo al posto del globetto dopo la
R del rovescio, esattamente come accade nella moneta
in esame. Ciò significa, a mio avviso, che
nell'interpretazione dei numismatici professionisti il
triangolino della moneta in esame non assume rilevanza
tale da poter considerare la moneta come variante e
che quindi la catalogazione della moneta secondo
C.N.I. sia proprio quella indicata
in premessa, C.N.I. XIII 9 (pag. 2).
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Il denaro
agontano [agontano,
dal latino anconitānus, anconetano] è una moneta
in mistura. Il Biaggi segnala tali monete in
argento anzichè in mistura. Diametro: 15-17mm.
Peso: 0,50-0,75g (v. link).
Essa reca al dritto una croce patente inserita
in un cerchio e la leggenda "De Ancona"
inscritta nella corona circolaresoprastante. Al
rovescio, la leggenda dedicata a S. Ciriaco si
sviluppa all'interno di una corona circolare per
completarsi con le ultime tre lettere inserite
al centro in un cerchio e disposte a triangolo
attorno ad un globetto.
In assenza delle caratteristiche fisiche della
moneta in esame, non si potrà procedere alla
comparazione con i dati disponibili.
(2) Traggo da wikipedia le
notizie che seguono riguardo alla zecca
di Ancona: le prime notizie sulla
monetazione anconetana medioevale sono del XII
secolo. La città iniziò a battere moneta, non
per concessione imperiale o papale, bensì per
decisione autonoma. Secondo alcune tradizioni,
la città batteva moneta su concessione
dell'Impero bizantino, in seguito alla fedeltà
dimostrata durante l'assedio del 1173, ma la
notizia è tarda e non supportata da fonti. Il
regime di autonomia monetaria di Ancona non
doveva essere del tutto gradito al papato se è
vero che nel 1233, in una lettera di minaccia di
scomunica indirizzata al comune di Ancona,
Gregorio IX ricordava che in tutta la Marca solo
Ancona fruiva dell'autonomia monetaria (v. link).
(3) DE ANCONA è l'etnico, la
leggenda che indica lo stato emittente, nello
specifico la città autonoma di Ancona.
(4) La croce patente [dal
latino pătēre che vuol dire aprirsi; in inglese
'crusader cross' - croce
greca dei crociati] è quella che ha le
braccia che si allargano alle estremità.
(5) Unendo la parte della
leggenda che si sviluppa lungo il bordo alle tre
lettere centrali, abbiamo P P S QVIRIACVS (da
interpretarsi Perpetuus Patronus Sanctus
Quiriacus, secondo
i più). Pietro Valvasense (in “Memorie per
servire all'istoria letteraria” - 1756) darebbe
invece una diversa interpretazione (v. link):
unendo le leggende del dritto e del rovescio e
iniziando a leggere dalla lettera S del
rovescio, l'interpretazione sarebbe 'Sanctus
QVIRIcus PaPa de Ancona' dal momento che, in
alcune bolle papali coeve, PP è abbreviativo di
Papa.
(6) S. Ciriaco. La
tradizione locale di Ancona (v. link)
ha identificato il santo nell'ebreo Judas
Quiriacus o Kyriakos (Kyrios in greco vuol dire
Signore, da cui Kyriakos, seguace del Signore).
Traggo da wikipedia
i seguenti spunti biografici sulla vita del
santo: "Ciriaco di Gerusalemme (morto a
Gerusalemme il 1 maggio 363), secondo la
tradizione, sarebbe stato vescovo di Gerusalemme
e martire sotto l'imperatore Flavio Claudio
Giuliano. Considerato santo dalla chiesa
cattolica e da quella ortodossa, è patrono di
Ancona ed è assai venerato in Sardegna col nome
di "Quirico"; i cattolici lo ricordano il 4
maggio e gli ortodossi il 14 aprile. Nell'anno
326, l'Imperatrice Elena, madre di Costantino,
si recò a Gerusalemme per trovare la Vera Croce.
Qui venne a sapere che il rabbino Giuda (Judas
in latino) conosceva il luogo in cui era stata
sepolta la Croce sulla quale era stato
crocifisso Cristo. Giuda non voleva rivelare le
informazioni in suo possesso ma, chiuso per sei
giorni all'interno di una cisterna vuota, senza
cibo né acqua, informò l'Imperatrice di quanto
sapeva. Al rinvenimento della Croce, il 3 maggio
326, Giuda si convertì al cristianesimo; fu
battezzato da Macario, vescovo di Gerusalemme,
alla presenza di Elena, ed assunse il nome di
Ciriaco. Il legame con il ritrovamento della
croce è alla base dell'epiteto con il quale è
noto: 'inventor Crucis', cioè "ritrovatore della
croce". L'8 agosto 418 il corpo di Ciriaco fu
trasferito dalla Palestina ad Ancona, nella
chiesa di Santo Stefano, su intervento di Galla
Placidia; in questo modo l'imperatrice reggente
cercò in qualche modo di andare incontro alle
istanze degli anconitani, che le avevano chiesto
un interessamento per poter ottenere e custodire
le spoglie di santo Stefano del quale Ancona
conservava e conserva tuttora, come reliquia,
uno dei sassi della lapidazione. Nel 1097 le
spoglie di San Ciriaco vennero trasferite nella
cripta della chiesa di San Lorenzo, sul colle
Guasco, e sottoposte a ricognizione; dopo alcuni
decenni la chiesa venne dedicata a San Ciriaco.
In seguito al terremoto del 1972, che colpì
gravemente Ancona e la sua cattedrale, fu
effettuata una nuova ricognizione del corpo;
nell'occasione furono effettuati accurati studi
medici. Essi permisero di constatare che la
salma testimoniava segni di atroci torture. I
medici si meravigliarono nel vedere che la
trachea, organo che normalmente non si conserva
in condizioni analoghe, era invece intatta;
analisi chimiche rilevarono ciò che era avvenuto
in quanto essa era ricoperta di piombo, chiaro
segno di ingestione forzata di metallo fuso.
Alla base del capo ancora si poteva notare la
traccia della ferita che aveva portato alla
morte. Fu un'inaspettata conferma di tutti i
punti salienti della storia del martirio
tramandata dalla tradizione e da molti ormai
riportata nel novero delle esagerazioni
agiografiche."
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