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6.3.2018
..da
Monete Imperiali Romane di Michele Monti.Qualcuno sa dirmi di cosa si tratta?? |
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Roma, 11.3.2018
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: AE Sesterzio1, zecca di Roma, 249÷251 d. C.2, RIC IV/III 117 o 119 (pag. 135)3, Cohen V 53 (pag. 190), indice di rarità "S"
Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) Sesterzio (o, meno probabilmente, asse) Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra
(2) Il RIC fornisce, per la moneta di figura, una datazione generica (249÷251 d. C., arco di regno di Traiano Decio) e indica, come zecca di emissione, quella di Roma. (3) Quanto mai incerta, per questa moneta, è l'attribuzione del categorico, dal momento che la leggenda del dritto è obliterata nella parte superiore, laddove la parola EXERCITVS, fuori campo nel tondello, potrebbe svilupparsi estesa (Ric 117) o troncata, EXERC (Ric 119), come in premessa. All'incertezza nell'interpretazione della leggenda, si accompagna quella dell'immagine: l'imperatore è rappresentato corazzato (lettera "a" a seguire nel Ric) o laureato e corazzato (lettera "b" a seguire)? (4) IMPerator Caius Messius Quintus TRAIANVS DECIVS AVGustus. Nato nella bassa Pannonia (più o meno l'attuale Ungheria) tra il 190 e il 200 d. C., Caio Messio Quinto ricevette dall'imperatore Filippo I l'incarico di riportare l'ordine alla frontiera danubiana. Il grande successo ottenuto indusse le truppe ad acclamarlo imperatore nel 249. Ciò lo pose in rotta di collisione col sovrano regnante; nella guerra che ne seguì quest'ultimo risultò perdente e morì in battaglia a Verona. Il Senato romano riconobbe immediatamente il nuovo sovrano, onorandolo col nome di Traiano. Si ascrive a suo merito l'avvio delle opere di riparazione delle strade in tutto l'impero. Nel 250 il nuovo sovrano nominò Cesari (=suoi successori) i due figli, Q. Etrusco Erennio Mesio Decio e C. Valente Ostiliano Mesio Quinto, poi restituì potere al Senato ripristinando la carica di censore e affidandola ad un uomo di fiducia, P. Lucinio Valeriano. Nel 249/50 Traiano Decio promosse una feroce persecuzione dei Cristiani, nel 250 ordinò che tutti i cittadini dell'impero firmassero un documento con cui dichiaravano la loro fede negli dei. Vittime della persecuzione furono il Papa Fabiano che fu martirizzato, Cipriano, vescovo di Cartagine, costretto all'esilio, Origene, uno dei padri della Chiesa, incarcerato e torturato. La chiesa cristiana rimase a lungo divisa tra coloro che accettarono pubblicamente gli ordini di Decio (lapsi) e quelli che rientrarono nel grembo della chiesa. La persecuzione si allentò solo nel 250 a causa della guerra contro i Goti. A contrastarne la minaccia fu inviato nella Mesia il figlio maggiore di Decio, Erennio, nominato Augusto (=conregnante) dal padre. Decio presto seguì il figlio nell'impresa ma entrambi trovarono la morte nella disastrosa battaglia di Abrittus del giugno 251 [informazioni tratte da: http://www.tesorillo.com/altoimperio/trajano_decio/1decio.htm#historia]. (5) GENIVS EXERCitus ILLVRICIANI. La religione romana assegnava a ciascun uomo e a ciascuna istituzione un genio, uno spirito guida; così esisteva un Genio dell'Imperatore, uno del Senato, uno del Popolo Romano, un Genio dell'Esercito e, nel caso in specie, un Genio dell'Armata Illirica. Il Genio era tipicamente una figura maschile ricoperta sulle spalle da una veste che lasciava scoperto il resto del corpo; sempre presente la cornucopia, mentre la patera poteva essere sostituita da un simpulum. Alcune monete di Traiano Decio presentano dei rovesci che implicano la sua riconoscenza nei confronti della Dacia e della Pannonia; qui abbiamo una dichiarazione ancora più puntale di gratitudine per l'Armata Illirica. La ragione di questa riconoscenza è abbastanza ovvia, è in Illiria che Decio fu per la prima volta acclamato imperatore; ed è alla fedeltà di quelle legioni che dovette la vittoria sul suo predecessore, Filippo; in cambio, egli proteggeva queste province e le liberava dalle incursioni delle tribù barbariche, ottenendo così di nuovo una benemerenza per se stesso (tratto da Seth Stevenson). |
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