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3.4.2018
Gentile Dott. De Florio
Vorrei porre alla sua attenzione questo esemplare per avere un parere su tutte le informazioni che riuscirà ad ottenere. diametro 28mm, asse ore 6.00, peso 3.4g, argento. Le aggiungo ciò che riesco a decifrare anche perché la moneta si presenta qualitativamente migliore rispetto alla foto: Al giglio(?). FLOR-ENTIA. Al verso S.IOAN-NES uno stemma e una f in stile diverso (l'immagine mi ricorda il battesimo di Cristo da parte di S. Giovanni Battista). Qualche notizia sono riuscito a reperirla in rete...dovrebbe essere un "barile fiorentino" si parla però di primo semestre e secondo semestre e qui già mi perdo, mi è parso di intuire lo stemma che è presente sul retro della moneta a fianco di Gesù nell'atto di essere battezzato possa essere il segno distintivo del monetiere al quale ovviamente per me è impossibile risalire. Confido quindi sul suo parere. Qualsiasi notizia, dall'indice di rarità all'autenticità fino ad un eventuale valore venale sono gradite. Cordialità e grazie per il tempo che vorrà dedicarmi. Cordialmente ringrazio. |
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9.4.2018
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Barile1, zecca di Firenze, secondo semestre 15072, C.N.I. XII n. 353 (pag. 200), W-FIREP/42-4, indice di rarità "R". Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
------------------------------- Note:
(2) Traggo da https://www.mega.it/ita/gui/epo/secrepu.htm le seguenti note sintetiche sulla Repubblica fiorentina: "Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492) e la cacciata di suo figlio Piero (1494) viene fondata la Seconda Repubblica, guidata dal Gonfaloniere a vita Piero Soderini: la discesa di Carlo VIII in Italia (1494) vede la città, guidata da Pier Capponi, resistere ai francesi (se voi suonate le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane). Si farà, con il predicatore domenicano frà Girolamo Savonarola, il tentativo di dare un governo teocratico e popolare a Firenze: la Repubblica savonaroliana è composta di otto Priori, di un Gonfaloniere maggiore e di sedici Gonfalonieri minori delle Compagnie. A questi si aggiunge un Consiglio Maggiore a cui partecipano tutti i fiorentini di oltre 27 anni: per ospitarne le adunate si costruisce in Palazzo Vecchio, sede del governo cittadino fin dai primi del '300, il cosiddetto Salone dei Cinquecento. La seconda Repubblica non si chiude nel 1498, con il rogo del Savonarola falsamente accusato di eresia, ma prosegue, anche grazie all'apporto di Niccolò Machiavelli, fino al 1512, quando la fuga del Gonfaloniere Soderini davanti alle armate del Viceré di Napoli lascia campo libero al ritorno dei Medici. Si tratta di Giovanni e Giuliano, figli del Magnifico, e del cugino Giulio, figlio illegittimo di Giuliano, trucidato nella congiura dei Pazzi. (3) FLORENTIA. Traggo da https://it.wikipedia.org/wiki/Stemma_di_Firenze le note che seguono sul giglio di Firenze: "è il simbolo della città fin dal secolo XI. Era originariamente bianco su sfondo rosso nel gonfalone; nel 1266 fu mutato dai guelfi in rosso su sfondo bianco, come segno della vittoria sui ghibellini. La sua origine è incerta, tra le varie leggende vi è quella dell'abbinamento tra il nome della città (Florentia) ed il fiore perché la città fu fondata nel 59 a.C., durante le celebrazioni romane per l'avvento della primavera e i festeggiamenti in onore alla dea Flora (Ludi Florales o Floralia - giochi e competizioni pubbliche) che si svolgevano dal 28 aprile al 3 maggio. L'associazione tra i festeggiamenti e il nome venne spontanea come accadde successivamente tra il nome e i fiori numerosi che crescevano intorno. Un'altra leggenda vede derivare nome e simbolo dal mitico fondatore Fiorino, pretore romano, perito durante l'assedio di Fiesole. In merito al giaggiolo (“Iris germanica var. florentina”, detto giglio di Firenze o giaggiolo bianco), specie che cresce numerosa e florida nei dintorni della città e da cui il simbolo con tutta probabilità discende, vi è da dire che esso ebbe sempre vari significati allegorici, tra cui quello di purezza che ne faceva il fiore della Madonna, non si può perciò escludere che l'adozione del giglio quale simbolo della città sia da ricondurre ad un culto mariano risalente forse al IX secolo. Comunque esso veniva usato dai fiorentini come insegna già dai tempi della prima crociata. Nel 1252 il giglio compare sulla prima emissione del fiorino. Ai tempi del Comune di Firenze, il giglio era talvolta rappresentato su uno scudo posto sotto la zampa di un leone (il cosiddetto marzocco). In seguito venne imposto ai territori sotto il dominio fiorentino (esso é ancora oggi il simbolo di Castelfiorentino e Scarperia), ma con l'importante differenza, rispetto a quello di Firenze, di essere privo degli stami, organi della riproduzione." (4) Sanctus IOANNES Baptista. Riprendo dal sito http://www.aboutflorence.com/firenze/24-giugno-festa-patrono-firenze.html le note che seguono sul santo patrono di Firenze: "La scelta di San Giovanni Battista come patrono di Firenze avvenne solo dopo la completa conversione della città al Cristianesimo. Inizialmente infatti patrono della città era il dio Marte, la cui statua era posta all'inizio del Ponte Vecchio, dove rimase fino al 1333, data della piena dell'Arno che la distrusse. Fu però solo nel periodo della dominazione longobarda (dal VI a l'VIII secolo) che San Giovanni Battista venne riconosciuto patrono di Firenze. Ed è in questo periodo che si colloca la ricostruzione del Battistero di San Giovanni (datata VI-VII secolo), che si narra sia stato costruito proprio sulle macerie del tempio di Marte. La scelta di San Giovanni come patrono fu dovuta in primis alla chiarezza e alla brevità dei suoi insegnamenti, ma anche alla sua personalità coraggiosa e battagliera. I primi festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista il 24 giugno si ebbero nel XIII secolo. E' anche grazie a questi festeggiamenti che il Battistero di San Giovanni e la Piazza del Duomo diventarono nel tempo il centro nevralgico della vita religiosa e politica di Firenze. La storia e la tradizione narrano anche dell'antica usanza che obbligava i nobili fiorentini a donare dei grossi ceri riccamente ornati da bruciare davanti al Battistero. In origine i festeggiamenti si concludevano con il trasporto di un enorme cero che da Piazza della Signoria veniva portato su un carro davanti al Battistero. Nel corso degli anni la cerimonia del cero verrà spostata durante le feste pasquali e non più tenuta in occasione della celebrazione del santo patrono. (5) Lo stemma a targa e la F costituiscono la sigla dello zecchiere Filippo di Niccolò di Andrea Sacchetti. Gli zecchieri di Firenze erano due (v. link), uno per le monete d’oro prescelto dall’Arte di Calimala (l'arte fiorentina del commercio internazionale dei panni di lana forestieri) e l’altro, responsabile delle emissioni in argento e mistura, nominato dall’Arte del Cambio. In carica, salvo poche eccezioni, per la durata di sei mesi, nel corso del loro mandato gli zecchieri apponevano la propria armetta sulle monete ed erano strettamente controllati nel loro operato. Peso, diametro e contenuto d’oro dei fiorini e delle altre specie dovevano risultare, infatti, quanto più possibile costanti e, a tal fine, agivano due “sentenziatori” che, nominati tra i ”boni aurifices” fiorentini, saggiavano gli esemplari coniati per decidere se metterli in circolazione o rifonderli. |
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