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Siscia, Diocleziano e il Genio del Popolo Romano
21.4.2018
..da Identificazione Monete (numismatica).
Gentilmente info su questa moneta e se ha valore grazie.

fig. 1
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Roma, 25.4.2018
Gentile Signora,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Follis1, zecca di Siscia, circa 295 d. C., RIC VI 85a (pag. 464), indice di rarità "S"

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. IMP C DIOCLETIANVS P F AVG2. Diocleziano, testa laureata a destra.
R. GENIO POP-VLI ROMANI3. Il Genio del Popolo Romano, stante a sinistra, moggio sulla testa, nudo tranne che per un clamys sulla spalla sinistra, sacrifica con una patera nella mano destra e sorregge una cornucopia con la sinistra4. Segno di zecca: 5.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:

  1. ritter Roman Imperial Coins, Diocletian, Follis 295, vf-xf Römische Kaiserzeit, Diocletianus, Follis 295, ss-vz, $122.13 Diocletian 284-305. AE-Follis 8.58g 28mm 295 Siscia. Laureate head right IMP C DIOCLETIANVS P F AVG / GENIO POPVLI ROMANI Genius standing left, holding patera and cornucopiae; mintmark G/*SIS. RIC 85a; very fine to extremely fine.
  2. https://www.beastcoins.com/RomanImperial/VI/Siscia/C1231.jpg AE Follis, c.295, Group I, Class III, Siscia, Officina 1, IMP C DIOCLETIANVS P F AVG Laureate head right, divergent laurel ties GENIO POPV_LI-ROMANI Genius standing facing, modius on head left, naked but for chlamys over left shoulder, patera in right hand, cornucopiae in left. A in right field *SIS in exergue
    25mm x 28mm, 8.71g RIC VI, 85a variant (S). Note: The difference between Class III and VI (both have the same exergue and field marks, weight range, axis and flan size) is the size of the portrait on the obverse. As such, some of the designations are subjective between the two groups. RIC does not plate examples of the obverses for both classes, making the distinction, at times, even more precarious. This specimen has the scarcer V_L legend break and RIC does not attest the I-R break for the series.
  3. https://davcoin.com/lot/e-auction-8-lot-30 E-Auction 8 Lot 30 E-Auction 8 Lot 30 Diocletian. A.D. 284-305. Æ follis. 9.15gm. 27.5mm. Siscia mint, 3rd officina. Struck circa A.D. 295. His laureate bust right; IMP C DIOCLETIANVS P F AVG / Genius standing left, modius on head, holding patera and cornucopia; GENIO POPVLI ROMANI, Γ to left, *SIS in exergue. RIC VI 85a. Good Very Fine; extensive silvering, some minor stable green patination. Scarce. Minimum Time Remaining: Lot closed. Estimate: $100 Current High Bidder: 61869 Current Bid: $120.
  4. http://www.ikmk.at/object.php?id=ID207563&size=0&content=2&side=0&lang=en Online Catalogue Diocletian 295 n. Chr. Münzkabinett, KHM Inventory no RÖ 76452 Obverse IMP C DIOCLETIANVS P F AVG. Büste des Diocletianus nach rechts mit Lorbeerkranz (Lk1) Reverse GENIO POP - VLI ROMANI; Beizeichen: - A // *SIS. Genius Populi Romani steht nach links, auf seinem Kopf ein Modius, mit Chlamys, in der rechten Hand hält er eine Opferschale, in der linken ein FüllhornRömische Spätantike. Material Copper. Production struck. Weight 9,98g. diameter 28,5mm. Die-axis 6h. Mint Siscia (Sisak) Region Pannonien Kroatien RIC VI, 85a. nicht vergeben (EUR 25,-).
  5. ebay1 Follis DIOCLETIANUS. mzst: Siscia. GENIO POPULI ROMANI. F. VZ. silbersud ente terminée: 29 janv. 2018 07:57:11 Paris Vendu pour: 41,00€ Großfollis des DIOCLETIANUS Beschreibung: Münzstätte: Siscia 294 n. Chr. Vs: IMP C DIOCLETIANUS P F AUG Kopf n. r. Rs: GENIO POPULI ROMANI Durchmesser: 27mm. RIC.85a. Zustand: Fast vorzüglich (kleine Blindstelle auf Rs.). Vollständiger Silbersud. Provenienz: Alte Sammlung.
  6. https://www.acsearch.info/search.html?id=3657719 Aegean Sale 2 296 23.02.2017 Description: Roman Empire, Diocletian 284-305, Follis, 8.14g: Obv: "IMP C DIOCLETIANVS PF AVG" Diademed head of Diocletian right Rev: Genius of the Roman people left holding a patera over an altar and cornucopiae "GENIO POP-VLI ROMANI" "r' to right "*SIS" in exergue. RIC VI 85a. Siscia mint. Cleaning scratches around the letters.
  7. https://www.acsearch.info/search.html?id=2724366 Auction 62 23 07.11.2015 Description: Roman Imperium - Diocletian 284-305; follis 295, Siscia; Aw: Popiersie cesarza w prawo, IMP C DIOCLETIANVS P F AVG; Rw: Geniusz stojący w lewo z paterą i rogiem obfitości, GENIO POPVLI ROMANI, po prawej A, w odcinku *SIS; RIC 85a; brąz 9.60 g - GRADE: II+.
  8. https://www.acsearch.info/search.html?id=1025705 Auction 10 385 13.06.2011 Description: ROMAN. IMPERIAL. DIOCLETIAN (A.D. 284-305) Follis, Ae, c. A.D. 295, Siscia mint. Siscia mint. Av: IMP C DIOCLETIANVS P F AVG, laureate head of Diocletian right. Rv: GENIO POP-VLI ROMANI, * SIS in exergue, A in right field, Genius standing left, holding patera and cornucopiae. 8.63g RIC 85a dark green patina. Extremely Fine.
Concludo osservando che l'aspetto generale e lo stile della moneta appaiono non difformi dai campioni d'epoca dello stesso tipo. In assenza delle caratteristiche fisiche, non sarà possibile dare conferma dell'autenticità della moneta il cui valore venale è di pochi spiccioli nel presente stato di conservazione ma il cui valore storico è grande.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:

(1) Follis. Secondo il RIC, il peso norma dei follis della tipologia in esame è di 8,5÷10,5g mentre l'asse di conio si colloca prevalentemente ad ore 6/12. Di seguito riporto le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso(g.) Diametro(mm) Asse di conio (ore)
Link1 8,58 28 -
Link2 8,71 25-28 -
Link3 9,15 27,5 -
Link4 9,98 28,5 6
Link5 - 27 -
Link6 8,14 - -
Link7 9,60 - -
Link8 8,63 - -
In assenza delle caratteristiche fisiche del campione in esame non sarà possibile svolgere un esame comparativo con le monete autentiche del periodo.
(2) IMPerator Caesar DIOCLETIANVS Pius Felix AVGustus. Il "fondatore" della tetrarchia era stato Diocleziano. Egli era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio, su istigazione del prefetto del pretorio Apro, dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di distanza da quello del figlio Numeriano. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione e nomina paterna . Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un ufficiale della propria guardia personale e Diocleziano, rimase unico sovrano dell'impero. Memore delle esperienze trascorse, si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di  successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che fece Cesare nel 285 e Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, nel versante asiatico del Mar di Marmara). Ogni diarca aveva a disposizione un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici):

Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo diretto della Tracia, Asia ed Egitto;
Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi subordinato a Diocleziano;
Marco Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe il governo dell'Italia, Spagna e Africa;
Flavio Valerio Costanzo (noto anche come Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia e della Britannia e quindi subordinato a Massimiano.

Allo scopo di garantire una linea naturale di successione, Diocleziano decise che ogni Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere al proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia. Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata dello stato, ma non priva di unità di comando, in cui l'Augusto senior dettava la linea politica e gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in autonomia di gestione. Con il passaggio dalla diarchia alla tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano e Massimiano Erculio erano rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione, lo divenne di Diocleziano con l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di "Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens Valeriana", tutti furono vicendevolmente vincolati dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e dell'affetto per i consanguinei.
(3) GENIO POPVLI ROMANI (Al Genio del Popolo Romano). La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la visione ecumenica della romanità. Agli occhi della gente comune, civili e militari, il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come il dollaro ai giorni nostri).
(4) La stessa tipologia di figura fu battuto dalla zecca di Siscia nel nome di tutti e quattro i Tetrarchi in carica nel 295 d. C.:
  • IMP C DIOCLETIANVS P F AVG (Diocleziano - RIC85a - v. link);
  • IMP C MAXIMIANVS P F AVG (Massimiano Erculio - RIC85b - v. link);
  • FL VAL CONSTANTIVS NOB CAES (Costanzo Cloro - RIC 90a - v. link);
  • GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES (Galerio - RIC 89b - v. link).
(5) Il segno di zecca per questa moneta, , è composto da tre elementi, la lettera Γ in alto a destra che denota l'officina monetale (la terza di tre attive nel periodo, descritte dalle lettere greche, A, B, Γ); il nominativo di zecca in esergo, SIS (=SIScia, l'odierna Sisak in Croazia); la stella (*) prima di SIS, segno distinivo dell'emissione.
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