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18.2.2019
..da msn.33mm |
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Roma, 22.2.2019
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Sesterzio1, zecca di Roma, 39-41 d. C.2, RIC I 44 o 51 (pag. 111), BMC I 58+ o 69, indice di rarità "R" Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------------------------- Note: (1) Secondo il Ric, il peso dei sesterzi di Caligola si addensa nell'intervallo 27,25-28,25g, l'asse di conio è ad ore 6. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) La moneta non è esattamente databile essendo andato perduto il numero della potestà tribunizia. Ad ogni modo la tipologia monetale in esame è stata battuta sia in corrispondenza a TR POT III (Ric 44) che a TR POT IIII (Ric 51), sicché in ogni caso la data di emissione è compresa nell'intervallo tra le due potestà tribunizie, cioè tra il 39 e il 41 d.C.. (3) C CAESAR DIVI AVG PRON AVG P M TR P III.. P P che espanso diventa Caius CAESAR DIVI Angusti PRONepos AVGustus Pontifex Maximus TRibunicia Potestate III.. Pater Patriae. (Caio Cesare Pronipote del Divino Augusto Pontefice Massimo, investito per la terza o quarta volta dei poteri di tribuno). I puntini di sospensione stanno ad indicare l'incertezza sul numero della potestà tribunizia. Elementi storici tratti dalla Storia di Roma di Kovaliov (v. link): Tiberio, morendo il 16 marzo del 37, non lasciò indicazioni circa il suo successore. Lasciò i suoi beni in parti uguali al nipote Tiberio Gemello e all'altro nipote Caio Cesare, unico figlio vivente di Germanico e Agrippina (formalmente Caio era nipote adottivo dell'imperatore avendo Tiberio adottato suo padre). L'opinione pubblica fu influenzata a favore di Caio, figlio del popolare Germanico. Il prefetto del pretoriani Macrone si schierò dalla sua parte e questa circostanza fu determinante. L'esercito e il popolo giurarono fedeltà a Caio e il Senato lo investì degli stessi poteri che aveva avuto Tiberio. Gemello fu messo da parte. Caio Cesare Augusto Germanico, o più semplicemente Caligola (così il piccolo Caio era chiamato dai soldati quando viveva col padre Germanico nei campi militari e vestiva da soldato, indossando la caliga, nome della calzatura militare) salì al trono sotto i segni più favorevoli. Da lui, come figlio di Germanico e di Agrippina, ci si aspettava un regime ben diverso da quello crudele di Tiberio; e infatti nei primi mesi di regno Caligola giustificò le aspettative. Mise in risalto ostentatamente il suo rispetto verso il senato e il popolo e restituì ai comizi persino il diritto di eleggere i magistrati. I pretoriani furono generosamente premiati; per il popolo furono organizzati meravigliosi spettacoli al circo e combattimenti di fiere; il cugino Tiberio Gemello fu adottato dall'imperatore; a tutti gli esiliati fu permesso tornare in patria, e coloro che si erano macchiati di delazione sotto Tiberio furono condannati. Tuttavia ben presto le cose cambiarono bruscamente. Caligola era relativamente giovane (25 anni); era cresciuto a Capri dove Tiberio lo aveva sempre tenuto presso di sé, lontano dagli affari dello Stato, in condizione di servaggio. Dalla madre Agrippina aveva ereditato il carattere indomabile che in lui si era trasformato in squilibrio psichico. Dopo alcuni mesi di regno ordinò di uccidere, senza la minima parvenza di processo, Gemello e Macrone (il prefetto del pretorio che l'aveva aiutato nell'ascesa). La frivola dissipazione delle ricchezze che Tìberio aveva accumulato lo indusse a elevare le tasse e a ricominciare con le confische per rimettere in sesto il tesoro dello Stato. Nel 39 intraprese una spedizione in Germania e nella Gallia settentrionale a puro scopo decorativo e, sebbene non avesse combinato niente, al ritorno a Roma celebrò un grandioso trionfo che gli costò enormi somme. Il governo di Caligola costituì una tappa importante nella trasformazione del principato in monarchia. Per la prima volta egli introdusse a palazzo un cerimoniale monarchico: gli inchini, il bacio dei piedi, ecc. Il palazzo imperiale fu rigidamente organizzato e i liberti cominciarono ad esercitarvi una funzione importante. A causa dello squilibrio psichico dell'imperatore, le manifestazioni di rispetto verso la sua persona cominciarono ad acquistare presto le forme più assurde (ad esempio Caligola esigeva onori divini, paragonandosi a Giove, e voleva fare senatore Incitato, il suo cavallo prediletto); storicamente però si trattava di un processo logico. Si sentiva anche l'influenza delle monarchie ellenistiche, nelle quali la divinizzazione della persona del re cominciò con Alessandro il Macedone. Il regime terroristico provocò nel 39 l'organizzazione di un complotto per attentare alla vita di Caligola. Alla testa vi era il capo delle legioni della Germania superiore, Gneo Cornelio Lentulo Getulico. Nel complotto era implicato anche Marco Emilio Lepido, marito di Drusilla, una delle sorelle di Caligola (si dice che le sorelle Drusilla e Agrippina fossero sue amanti). È possibile che egli fosse destinato a salire sul trono, dopo l'uccisione dell'imperatore. Il complotto fu scoperto (è molto probabile che la spedizione in Germani non fosse poi tanto assurda quanto appare a prima vista, ma fosse collegata con la scoperta del complotto di Gneo Lentulo) e una nuova ondata di terrore fu scatenata. Le sorelle di Caligola, Agrippina e Giulia, sospettate di avervi preso parte, furono esiliate. Dopo il ritorno dell'imperatore dalla Gallia, nel 40, si organizzò un secondo complotto, al quale parteciparono i comandanti dei pretoriani, e il 24 gennaio del 41 Caligola cadde sotto i pugnali dei cospiratori. (4) PIETAS. La Pietas era per i Romani il simbolo dell'amore sacro, quello dei genitori verso i figli o dei figli verso i genitori, ma anche il tributo di riconoscenza agli dei che si compiva attraverso il rito secolare del sacrificio. (5) Il personaggio femminile rappresentato dalla statuetta, forse una sacerdotessa, rimane inspiegato (v. BMC I pag. cxlvi). (6) DIVO AVG che espanso diventa DIVO AVGusto (dedicato al divino Augusto). L'onore al defunto progenitore viene reso nel tempio a lui dedicato, un edificio carico di simbolismi che rimandano al mito di Enea e della fondazione di Roma. L'atto formale del sacrificio rimarca la continuità politica e ideologica tra il fondatore della dinastia e l'Augusto regnante. (7) S C. Tra le novità introdotte da Augusto nella monetazione è da ricordare il conferimento al Senato della responsabilità delle emissioni monetali in bronzo; ogni emissione ènea riportava perciò sul rovescio la sigla SC (Senatus Consulto, "per decreto del Senato"). La monetazione d'oro e d'argento, che era priva della sigla SC, rientrava nella competenza diretta dell'imperatore. |
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