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Antoniniano, Probo e la
Concordia dei soldati |
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21.8.2019
..da Identificazione
Monete (numismatica).Buondí avete qualche info? Grazie. |
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Duisburg, 28.8.2019
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Antoniniano1, Zecca di Siscia, 279 d. C., RIC
V/II 666 (pag. 89)2, Cohen
VI 162 (pag. 269), indice di rarità
"c". La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- (1) Antoniniano. L'antoniniano fu emesso sotto Caracalla nel 215 d. C. come moneta d'argento che doveva valere quanto 2 denari; si distingue alla vista dal denario perché la testa dell'imperatore al dritto si presenta cinta da corona radiata. Non si sa con quale nome venisse chiamato dai Romani, ma poiché Caracalla è un Antonino, dal suo cognomen è derivato il nome. A causa della svalutazione monetaria e del progressivo impoverimento nel contenuto d'argento (per la svalutazione dell'antoniniano, v. link), l'antoniniano fu abbandonato al tempo di Diocleziano e sostituito da altri nominali, come l'argenteo e il follis. Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche di alcuni antoniniani di Probo battuti dalla zecca di Siscia e reperiti nel web:
(2) Il categorico Ric 666 comprende una diversità di monete che si differenziano tra loro o per la leggenda o per il segno di zecca. Il tipo del rovescio tuttavia (Probo che stringe la mano) è comune a tutte queste monete. Solo la moneta di cui al link1 è sotto ogni aspetto identica alla moneta di figura. (3) IMP PROBVS PF AVG (IMPerator PROBVS Pius Felix AVGgustus). Alla morte di Aureliano, la successione al potere fu garantita da un vecchio senatore, Marco Claudio Tacito che governò per pochi mesi prima di essere ucciso da soldati ammutinati. Gli successe il fratello Floriano, appoggiato dai pretoriani di cui era prefetto ma quasi contemporaneamente le truppe siriache si sollevarono proclamando imperatore, nel 276, un loro generale, Marco Aurelio Probo, a quel tempo molto popolare per le notevoli doti di abilità e coraggio dimostrate in tutti gli scacchieri, ai quattro angoli dell’impero, in cui aveva combattuto. Alla morte di Tacito, Probo era prefetto in Oriente e lo scontro con Floriano fu inevitabile. I due eserciti si fronteggiarono in Asia Minore ma, prima della battaglia, Floriano fu ucciso dai propri soldati. Probo fu presto impegnato contro Franchi e Alemanni, che, già dal tempo di Tacito, avevano invaso la Gallia. Dopo sanguinose battaglie Probo li ricacciò oltre Reno. Il territorio fra l'alto corso del Reno e quello del Danubio, perduto ai tempi di Gallieno, fu di nuovo in parte occupato dalle truppe romane. Circa 15.000 Franchi e Alemanni furono arruolati nell'esercito romano (277). Dopo aver consolidato i confini renano e danubiano, Probo si spostò in Asia Minore per reprimere la tribù montanara degli Isauri che fin dai tempi di Gallieno si era dichiarata indipendente. D'altra parte questo popolo anche prima aveva riconosciuto solo a parole il potere di Roma. Quasi inaccessibili per le truppe romane nei loro nidi di montagna, i pirati Isauri avevano costituito per molti secoli una minaccia per i paesi vicini. Per paralizzare le loro attività i Romani avevano circondato l'Isauria con una catena di fortificazioni; ma ciò non era stato sufficiente. Probo si spinse proprio nel cuore della regione, distruggendone le difese. Particolarmente accanita fu la resistenza di Cremna (oggi Girme, in Pisidia, regione sud-occidentale dell’odierna Turchia), la quale dopo un lungo assedio fu presa d'assalto (279). Una nuova rivolta fu soffocata nell'Egitto meridionale. Poi fu la volta della ripresa in Gallia della sollevazione dei Franchi, capeggiati da un certo Proculo che si era fatto acclamare imperatore a Colonia. Dopo la morte di quest'ultimo Probo dovette intervenire di persona contro il successore Bonoso. Una rivolta fu sedata anche in Britannia, poi venne la sollevazione della Siria che proclamò imperatore Saturnino, presto ucciso dai propri stessi soldati. Nel 281 gli ultimi aneliti del movimento rivoluzionario sembravano soffocati e Probo poté festeggiare a Roma uno splendido trionfo. La calma sopravvenuta nell'Impero diede all'imperatore la possibilità di dedicarsi alla ricostruzione della vita economica. I lunghi anni di guerre civili avevano definitivamente danneggiato le forze produttive dell'Italia e delle province. Il commercio era quasi cessato, i campi erano incolti, numerose città distrutte e disertate dalla loro popolazione. Probo attese particolarmente allo sviluppo della viticoltura nelle province: in Spagna, Gallia, Pannonia, Illiria. Per i lavori necessari (trapianto di viti, irrigazione) egli utilizzò largamente l'esercito, e sembra che appunto ciò divenisse causa di malcontento tra i soldati. Altra causa di malcontento furono la severità e le esigenze dell'imperatore che cercava di portare la disciplina a un livello più alto. Nel 282 le truppe di Pannonia si ribellarono proclamando imperatore il capo della guardia Marco Aurelio Caro, e Probo, nel tentativo di contrastarlo, fu ucciso dai suoi stessi soldati. (4) CONCORDIA MILIT (CONCORDIA MILITum), la Concordia dei soldati. A proposito della Concordia mi rifaccio a quanto indicato dal forum https://www.forumancientcoins.com/moonmoth/reverse_concordia.html: lo spirito della Concordia, in quanto accordo, armonia, era considerato dai romani di una certa rilevanza tanto da essere incarnato da una divinità minore, ma comunque importante. Esisteva a Roma un tempio della Concordia, ricostruito al tempo di Augusto e rappresentato in un sesterzio di Tiberio (v. link). La Concordia nel suo tempio era rappresentata assisa con la patera nella mano destra e con un corto scettro nella sinistra. Ma quando l'imperatore vuole sottolineare l'armonia con l'esercito, la Concordia è rappresentata stante con uno o due stendardi militari o, come nel caso in esame, mentre stringe la mano all'imperatore. In questo caso, la leggenda è di solito CONCORDIA MILITVM mentre l'imperatore è ritratto in abiti civili a sottolineare lo spirito di collaborazione tra esercito e autorità civili. (5) P/XXI è il segno proprio della zecca di Siscia (l'odierna Sisak in Croazia) e si compone di due parti:
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