TI CAESAR DIVI AVG F AVGVST P M TR POT XXXIIX

Non essendo disponibili dati sulle caratteristiche fisiche della moneta in esame (peso, diametro, asse di conio, reazione alla calamita), non sarà possibile svolgere un esame comparativo con le monete autentiche di cui sopra.
(2) Non c'è dubbio (v. BMC I, pag. cxxxviii) che quello rappresentato nel rovescio sia il tempio della Concordia nel Foro Romano, composto da una lunga cella, preceduta da un un portico esastilo che appare chiaramente dall'immagine. Un altro elemento identificativo è dato dalla ricchezza statuaria. Le statue di Mercurio e di Ercole ai margini del pronao simboleggiano il successo nel commercio e nella guerra. Il tempio della Concordia si trova (v. link) tra il Volcanale e le pendici del Campidoglio; lo spazio circostante era chiamato area della Concordia. Livio ne fa risalire la costruzione, da parte dell’edile curule Cn. Flavius, al 304 a.C. In età augustea (v. "La Roma di Augusto in 100 monumenti di Andrea Carandini") fu Tiberio, non ancora imperatore, a intervenire in maniera incisiva nel Foro e a ricostruire il Tempio della Concordia oltre a quello dei Càstori. E' possibile, infatti, che i due templi fossero stati distrutti dai fulmini caduti il 9 a.C. o dall'incendio che aveva coinvolto la piazza del Foro nel 7 a.C. Il nuovo edificio, iniziato proprio nel 7 a.C., venne realizzato grazie al bottino delle campagne belliche condotte da Tiberio contro i Germani ma fu inaugurato solo il 16 gennaio del 10 d.C. con il nome di "aedes Concordiae Augustae", in onore del suo costruttore e del fratello Druso, morto in Germania a seguito di una caduta da cavallo. A questo definitivo rifacimento si deve la particolare forma, ancora oggi visibile, del tempio, riprodotta anche nella pianta marmorea di età severiana (Forma Urbis, frammento 22). Il tempio è costruito su un alto podio all'interno del quale sono ricavati degli ambienti. La pianta è a cella trasversale, ovvero con la cella più sviluppata in larghezza che in lunghezza, con un rapporto di quasi 2:1. A questa cella si accedeva tramite un'alta scalinata - affiancata ai lati, a sinistra e a destra, rispettivamente da una statua di Mercurio e una di Ercole - che portava ad un pronao di circa 26 x 13 m con sei colonne sul lato frontale. La parte alta del pronao era coronata da un timpano sormontato al centro da tre statue (forse Concordia, Pax e Salus), affiancate su ogni lato da immagini di guerrieri che potrebbero alludere allo stesso Tiberio e a Druso, e concluso in basso da due Vittorie alate come è raffigurato in un sesterzio del 35-36 d.C. che riproduce il tempio. Col tempo il tempio divenne una specie di museo poiché Plinio menziona numerose opere d’arte che vi erano custodite, tra cui una statua di Vesta che Tiberio aveva acquisito dagli abitanti di Rodi. Con il passare del tempo l'aedes Concordiae venne trascurata, tanto che nella seconda metà del IV secolo d.C. fu necessario un nuovo restauro a seguito di un cedimento della struttura. Del tempio oggi è possibile vedere, oltre all'imponenente podio, la soglia di accesso alla cella, in marmo Portasanta, decorata con il caduceo (il bastone avvinto da due serpenti, simbolo della conciliazione), alcuni lacerti delle lastre in marmo del pavimento e alcuniframmenti della decorazione architettonica, tra cui capitelli, colonne, fregi e trabeazioni, in parte conservati nei musei Capitolini.
(3) TI CAESAR DIVI AVG F AVGVST P M TR POT XXXIIX TIberius CAESAR DIVI AVGusti Filius AVGVSTus Pontifex MaXimvs TRibunicia POTestate XXXIIX [quindi: Tiberio Cesare, figlio del divino Augusto, Augusto Pontefice Massimo, investito per la 38^ volta dei poteri di tribuno]. Dal numero della Potestà Tribunizia discende la datazione della moneta (36-37 d. C.).