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10.1.2020
..da msnS.T.Buon giorno, signor Giulio, vorrei mostrarle una moneta antica che non riesco a identificare. Sulla mia bilancia che è da cucina, quindi imprecisa. Segna 3 grammi non magnetica. Diametro, 19-20mm. |
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Roma, 12.1.2020
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta provinciale di figura: Æ191, Nicea di Bitinia2, 222-235 d. C., BMC XIII 119 (pag. 171)3, W R G III Nicaea 712 (pag. 489- plate LXXXV.5)3 Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Concludo osservando che le caratteristiche fisiche, generali e di stile della moneta di figura sono comparabili con quelle delle monete d'epoca. Nelle presenti condizioni il valore venale della moneta di figura è stimabile, a mio avviso, in non più di 20€. Un saluto cordiale.Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Æ19 (cioè bronzo di 19mm di diametro). Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura reperite nel web e di seguito tabulate:
(2) Nicea (oggi Iznik in Turchia, vedi mappa), famosa città dell'antica Bitinia, situata sulla riva orientale del lago Ascania nella regione di Marmara, era originariamente chiamata Antigonea, dal nome del sovrano che la fondò attorno al 300 a. C. Successivamente Lisimaco ne mutò il nome ribattezzandola Nicea (Νίκαια in greco) in onore della moglie. Fu residenza reale e, sotto la dominazione romana, importante centro dell'Asia Minore. Fu sede del primo concilio ecumenico del mondo cristiano che ebbe inizio il 20 maggio del 325 d. C. Al tempo degli imperatori di Bisanzio costituì base avanzata di Costantinopoli nella lotta contro i Turchi. Nel 1330 fu conquistata dal turco Orchan (notizie tratte da http://www.bible-history.com/maps/romanempire/Nicaea.html). (3) Il tipo di Nicea e i quattro stendardi battuto sotto Gordiano III si presenta in numerose varianti. La classificazione che fa capo a W.R.G, come quella che fa capo a BMC, coglie la presenza delle aquile negli stendardi centrali ma non le corone che sormontano quelli esterni. (4) Μ ΑNT ΓOPΔIANOC AVΓ (Μάρκος ΑΝΤωνιος ΓΟΡΔIANOC AVΓουστος, equivalente al latino, "Marcus Antonius Gordianus Augustus"). La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco di soli sei anni, tra il 238 e il 244 d.C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Severo Alessandro l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d.C., regnante Massimino (che nel 235 aveva soppiantato Severo Alessandro) scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni sottratti dalla politica predatoria di Massimino. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'elevazione al trono dei due Gordiani. Il loro regno doveva tuttavia durare meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, gli si rivoltò contro allorché ritenne che le sue aspettative non venissero tenute nella giusta considerazione e poiché aveva al suo comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei suoi oppositori, sicché Gordiano I si suicidò e Gordiano II finì ucciso in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa circa la morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere le sue prerogative. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, la rivolta dei pretoriani pose fine alla vita di Pupieno e Balbino, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica ne determinò la morte. Gordiano III, data la giovane età, era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia. Ma il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante la campagna militare in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo, lo fece assassinare dai suoi sicari nel 244 facendosi proclamare Augusto al suo posto, passando poi alla storia come Filippo I l'Arabo, Il Senato e le province riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (5) N-I-K-A-I/EΩN (=dei Niceni) è l'etnico (moneta battuta nel nome dei Niceni). La scelta del tipo sembra legata alla volontà di riconoscere l'importante compito dell'esercito nella difesa dei confini orientali. |
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