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22.2.2021
Salve, sono
in possesso di questa moneta da qualche anno, vorrei
se possibile stimarne il valore dato che sembrano
molto antiche. 17g, 32mm |
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Roma,
25.2.2021
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: 2 Grana1, 1622, W-FIV/15, CNI vol. XX 668 (pag. 339), indice di rarità "R2" Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della moneta non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale Giulio De Florio ---------------------------------------------------------- Note: (1) Il grano
(dal latino granum, al plurale grana) è una moneta
in uso nel Regno di Napoli. Nel 1619 il maestro di
zecca Gian Francesco Citarella aggiorna le zecche
napoletane con macchinari specializzati importati
dall'Europa centrale. Queste macchine facilitavano
la produzione di monete soprattutto di grandi
dimensioni. In questo periodo, la produzione di
monete d'oro era minima, mentre erano prodotte in
abbondanza monete d'argento e monete frazionarie
di rame. Tuttavia, dal regno di Filippo III
(1598-1621), la moneta iniziò a deteriorarsi a tal
punto che le autorità dovettero intervenire
ripetutamente per fermare la svalutazione,
particolarmente pronunciata per i piccoli tagli.
Così, nel 1624 fu emessa una speciale tipologia di
moneta, caratterizzata da due cerchi concentrici
attorno al nucleo della moneta, del valore
rispettivamente di 5 e 10 grana. La rimozione
fraudolenta del cerchio concentrico esterno le
trasformava automaticamente la moneta da 10 grana
a 5 grana. Ma l'esperimento ebbe vita breve,
mentre il maggior carico fiscale, divenuto
insostenibile per un Paese colpito da calamità
naturali di vario genere, provocò nel 1647 una
rivolta popolare che portò alla proclamazione
della Repubblica. In questo periodo furono emesse
monete d'argento e di rame, queste ultime in tre
tagli: 3 (pubblica), 2 (grana) e 1 (tornese) (v. link).
Il pezzo da 2 grana in rame presentava le seguenti
caratteristiche medie: peso 15,22g, diametro 33mm
(v. link).
Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche
delle monete della tipologia di figura reperite
nel web (v. link):
(2) PHILIPPVS•IIII•D•G•1622 (PHILIPPus IIII Dei Gratia 1622 (Filippo IIII, per grazia di Dio, 1622). Per il profilo biografico di Filippo IIII, Re di Napoli e Sicilia, della dinastia Asburgo di Spagna rimando al sito, http://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_IV_di_Spagna. (3) MC sta per Michele Cavo.Traggo dal link le note che seguono concernenti lo zecchiere Michele Cavo: "Maestro di prova e già regio credenziere della zecca di Genova, supplì, nel mese di agosto dell'anno 1621, il magnifico G. Francesco Citarella nel delicato officio di maestro di zecca di Napoli. Sotto l'amministrazione di Michele Cavo nell'anno 1622, era tale il confusionismo monetario, che il popolo ebbe a soffrire grande fame perché la moneta scarsa di peso e di tutte le forme non era accettata in piazza. Le ragioni erano le seguenti: prima, la moneta di rame, in questa epoca, era parte coniata nella Zecca e parte nel Regio Arsenale, ed avveniva che i maestri coniatori della zecca facevano monete giuste di peso, mentre quelli che battevano monete nel Regio Arsenale frodavano, facendo uscire più monete da una libbra dello stabilito. La seconda ragione, era che in detta epoca, usandosi varii metodi di coniazione, cioè a dire con il bilanciere, con il forbice e la tagliuola, le monete oltre ad uscire di vari pesi, venivano di differenti forme; non ostante che il Maestro di Zecca ne avesse fatto esposto al Viceré di fare usare un sol sistema. Aggiungasi a queste ragioni, quella più seria ancora dei tosatori delle monete. Allora il Presidente della R. Camera della Sommaria, temendo una sommossa generale contro gli esercenti della zecca, consigliò il Viceré far battere moneta in un posto sicuro fuori della città. Conceduto l'appalto di coniazione del rame a Qianfogliotti, Agostini e Castelli, questi si recarono a Torre del Greco. Ma ciò non ostante, la moneta di rame del 1622 va classificata alla città di Napoli, non a quella di Torre del Greco, perché non vi fu nessuno privilegio di concessione di zecca, ma fu un semplice posto di sicuro rifugio. A Torre del Greco avvenne che i detti appaltatori, dopo di aver fatto un certo numero di monete, fuggirono via, facendo bancarotta fraudolenta di ingenti somme in danno dello Stato. Segnato sulle monete con le lettere M. C. (Michele Cavo) e la lettera C, sottoposta è l'iniziale del cognome di Costantino di Costanze maestro di pruova". (4) PVBLI/CA/COMMO/DITAS. Per l'interpretazione della leggenda del rovescio mi sono valso del sito L'Altra Sicilia dal quale traggo le seguenti informazioni: "... in latino: VT COMMODIVS, o PVBLICA COM(M)ODITAS significava "per comodità", nel senso che la zecca quasi si scusava con i cittadini per il fatto che per le monete più piccole non si usava l'oro o l'argento, ma metallo vile. Ma - questo è il senso - lo faceva solo per la comodità di non dover coniare microscopiche monete d'argento. Peraltro queste monetine divisionali erano pienamente convertibili in monete d'argento qualora ne avessero raggiunto il valore." La prima Pubblica “COMMODITAS” venne coniata nei primi anni di regno di Filippo IV, datata 1622, moneta destinata a tutti gli usi atti alla comodità del popolo; questa moneta, con il viceré Duca d’Alba, il 2 marzo del 1626 fu svalutata, dal valore di due Grana (Quattro Tornesi) fu portata ad un Grano e 1/2 (Tre Tornesi). Il nome Pubblica restò, anche dopo Filippo IV ad indicare la moneta da 3 Tornesi. Ricordiamo infatti la rarissima moneta di Carlo II d’Asburgo con la leggenda TORNESI TRE. Carlo III (1734-1759), coniò la Pubblica negli anni 1750/1756/1757. Ferdinando IV (1759-1816), dopo le Pubbliche di Prova datate 1770 e 1778, coniò la Pubblica Commoditas dal 1788 al 1793. Dopo tale data, le Pubbliche non vennero più coniate. |
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