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Roma, denario, Settimio
Severo e Minerva |
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13.3.2021
Grazie
mille.Peso moneta: 2,69g Diametro: 18mm Colore: Argento Asse di conio: ore 7 Tipologia lega: Argento No materiale ferroso Autorizzo l’uso incondizionato delle foto e delle immagini inviate. |
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Roma, 14.3.2021
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: AR Denario1, zecca di Roma, 195 d. C.2, RIC IV/I 61 (pag. 98), BMC V 114 (pag. 39), Cohen IV 390 (pag. 43), indice di rarità "C". Descrizione sommaria (sono indicate
in rosso le parti della leggenda usurate o comunque
non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------- (1) Denario (argento). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) La moneta risulta esattamente datata sulla base della quinta acclamazione (IMP V = 195 d. C.). (3) L SEPT SEV PERT - AVG IMP V (Lucius SEPTimius SEVerus PERTinax AVGustus IMPerator V - Lucio Settimio Severo Pertinace Augusto, alla quinta acclamazione). Traduco liberamente dal sito non più online http://biography.jrank.org/pages/5336/Lucius-Septimius-Severus-emperor.html/ le note che seguono di Anthony R. Birley sulla vita di Settimio Severo: I Settimi erano d'origine punica mentre la famiglia materna era di discendenza italica. Il nonno di Lucio, di classe equestre, era stato un personaggio di primo piano a Leptis Magna sotto Traiano; il padre di Lucio non aveva rivestito alcuna carica ma due Settimi erano già senatori al tempo della nascita di Lucio nel 145. Uno dei due ottenne per Lucio da Marco Aurelio il conferimento del rango senatorio. Sia Lucio che suo fratello condussero una normale carriera sotto Marco Aurelio e Commodo. Console nel 190, a quel tempo unito in seconde nozze con Giulia Domna e padre di due figli, Lucio nel 191 divenne governatore della Pannonia Superiore (più o meno corrispondente all'odierna Slovenia). Dodici giorni dopo l'assassinio, ad opera della guardia pretoriana, di Pertinace (marzo del 193), Lucio fu acclamato imperatore dalle truppe di stanza a Carnuntum sulla base del proposito dichiarato di vendicare Pertinace. Con l'avvallo di tutte le sedici le legioni di stanza sul Reno e sul Danubio, assicuratosi l'appoggio di Clodio Settimio Albino, governatore della Britannia, a cui promise il Cesarato, Lucio marciò su Roma. Il primo giugno del 193 soppresso Didio Giuliano, l'Augusto allora in carica, il Senato elevò al rango di Augusto Settimio Severo ormai giunto a 60 miglia da Roma. La guardia pretoriana fu sciolta, ne fu formata una nuova, due volte più numerosa, con elementi provenienti dalle legioni danubiane. Furono costituite tre nuove legioni, la I e la III Partica, e la II Partica di stanza ad Alba Longa. Tenuto conto dell'incremento nel numero dei vigili e delle coorti urbane, la guarnigione a presidio della città subì un radicale ampliamento. Le paghe dell'esercito furono aumentate (per la prima volta dall'84) e il personale militare ottenne nuovi privilegi, come il diritto di contrarre matrimonio e portare la moglie al seguito (contubernium). Poi Severo mosse contro Pescennio Nigro che nel mese di aprile era stato acclamato imperatore dalle truppe di stanza in Siria. Nigro fu battuto, catturato e ucciso ad Issus, oggi Dörtyol, in prossimità del confine con la Siria. A questo punto Severo condusse con successo una prima spedizione punitiva contro i vassalli partici che avevano sostenuto Nigro. Nel 195 Severo si autodichiarò figlio adottivo del deificato Marco Aurelio e fratello di Commodo, il figlio di Marco Aurelio anch'egli deificato; poi mutò il nome del proprio figlio primogenito (Caracalla), chiamandolo Marco Aurelio Antonino ed elevandolo al rango di Cesare, mentre attribuì alla propria moglie Giulia Domna il titolo di “mater castrorum”. Le scelte menzionate, di stampo chiaramente dinastico, indussero Clodio Albino, che due anni prima aveva ricevuto l'investitura come Cesare, a ribellarsi e a scendere in Gallia dove però fu battuto a Lugdunum da Settimio prontamente accorso (197). Seguirono rappresaglie contro i sostenitori di Clodio Albino, nel corso delle quali trovarono la morte 29 senatori e numerosi personaggi di spicco in Gallia, Spagna e Africa. Nell'estate del 197 Severo saldò i conti in via definitiva anche con i Parti conquistandone (28 gennaio del 198) la capitale Ctesifonte, posta sulla riva sinistra del Tigri (nell'attuale Irak). Nello stesso giorno Settimio si autoproclamò Parthicus Maximus, elevò Caracalla al rango di Augusto ed il secondogenito, Settimio Geta, a quello di Cesare. A presidio della nuova provincia mesopotamica furono trasferite due delle legioni partiche di nuova costituzione (la I e la III) e fu nominato, come governatore, un prefetto di rango equestre. Dopo circa un anno di permanenza in Siria, la corte imperiale passò in Egitto dove sostò un anno. La provincia fu riorganizzata e ad Alessandria e ad altre città importanti fu concesso il consiglio cittadino. Alla fine del 200 Severo tornò in Siria per un altro anno e ad Antiochia assunse il terzo consolato, avendo Caracalla come secondo console (1.1.202). Nella prima estate, tornato a Roma, celebrò con grandi giochi il primo decennale di regno, rinunciando al trionfo che il Senato aveva già votato per lui. Seguì il matrimonio di Caracalla con Fulvia Plautilla, la figlia dell'onnipotente prefetto del pretorio Gaio Fulvio Plauziano. Nell'autunno del 202 Severo si spostò in Africa con la famiglia e lì concesse alla nativa Lepcis (oggi più nota come Leptis), a Cartagine e ad Utica lo ius italicum (uguaglianza legale e di privilegi con le città italiche). Sconfisse quindi le tribù del deserto dislocate oltre la Tripolitania. Dal 203 al 208 soggiornò in Italia ove organizzò nel 204 i giochi secolari. Il 22 febbraio 205 il prefetto Plauziano, accusato di complotto contro l'imperatore e percepito come pericoloso da Caracalla e dalla sua influente madre Giulia Domna, fu giustiziato. Lo sostituì nella carica Papiliano che, insieme a due colleghi giuristi, Ulpiano e Paolo, rese quella severiana l'epoca d'oro del diritto romano. Nel 208 disordini secondari in Bretagna indussero Severo a spostarsi ad Eburacum (l'odierna York), in prossimità del vallo che l'imperatore Adriano aveva fatto costruire con l'intento di sottomettere il resto della Britannia. A questo fine Settimio costituì una base avanzata a Carpow sul Tay e nel 210 annunciò l'avvenuta vittoria che gli consentì di aggiungere l'appellativo Britannicus alla titolatura propria e a quella dei suoi figli. Nel 209 Geta fu elevato al rango di Augusto al fine di predisporre una successione congiunta e pacifica. Il 4 febbraio del 211, malato di gotta, Severo si spense a York non senza aver prima raccomandato nel letto di morte ai figli: "non litigate, coprite d'oro i soldati e ignorate tutto il resto" (dalla Storia di Roma di Cassio Dione libro 77, para. 15/2 - "ὁμονοεῖτε, τούς στρατιώτας πλουτίζετε, τῶν ἄλλων πάντων καταφρονεῖτε"). (4) P M TR P III - COS II P P (Pontifex Maximus TRibunicia Potestate III COnSul II Pater Patriae - Pontefice Massimo, investito per la terza volta dei poteri di tribuno, console al secondo mandato, Padre della Patria). Il rovescio della moneta rappresenta il Palladio, l'immagine sacra di Pallade Atena, venerata in Ilio e considerata, dai Troiani e dai Greci, come il più sicuro pegno per la difesa della città, quella statuetta votiva che Enea, fuggendo da Troia avrebbe portato con sé. Settimio Severo in questo rovescio si atteggia a restauratore della tradizione religiosa romana e rilancia i miti fondatori di Roma. |
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