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Ticinum, antoniniano,
Diocleziano e Giove protettore |
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2.4.2021
..da
S.P.Q.R Coins - Monete AnticheBuongiorno. Ho la foto di questa moneta. Ha un diametro di 23mm. Quindi un FOLLIS. Sul D leggo IMP VAL DIOCLETIANVS AVG. Ma il rovescio non riesco a capire. Non so neppure cosa è la raffigurazione. Un militare? L'imperatore? Stendardi militari a destra e forse un nemico o un uccello al piede destro? Qualcuno mi da qualche diritta? Grazie |
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Roma, 3.4.2021
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Antoniniano1, zecca
di Ticinum, 285÷6 d. C., RIC
V/II 228 (pag. 243), Cohen
VI 203 (pag. 435), indice di rarità
"C" La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio -------------------------- Note: (1) Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli antoniniani presenti nei link sopra citati:
(2) IMP C VAL DIOCLETIANVS AVG (IMPerator DIOCLETIANVS AVGvstvs). Diocleziano era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio dell'imperatore Caro, su istigazione del prefetto del pretorio Arrio Apro, seguito, ad appena un mese di distanza, da quello del figlio Numeriano. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti, poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro tra Diocleziano e Carino, figlio e successore di Caro. Nel luglio 285, gli eserciti dei due imperatori si dettero battaglia nella valle del fiume Margus (oggi Grande Morava) in Mesia (l'attuale Serbia). La battaglia rappresentò il punto di svolta che portò alla soluzione della crisi del terzo secolo e al ritorno della stabilità nell'Impero. Carino guidava la forza più importante, ma la lealtà del suo esercito era decisamente problematica. Carino aveva verosimilmente irritato gli uomini dal cui sostegno dipendeva il suo successo, avendo umiliato i senatori e le loro donne di famiglia e sedotto le mogli dei suoi ufficiali (v. link). Le esatte circostanze della battaglia sono incerte, ma è certo che Carino fu ucciso durante la battaglia, molto probabilmente da uno dei suoi stessi ufficiali. Dopo di ciò Diocleziano ebbe il controllo esclusivo dell'Impero Romano. Le sorti della battaglia potrebbero essere state inizialmente a favore di Carino, per poi essere volte in favore di Diocleziano dopo la defezione del prefetto del pretorio di Carino, Aristobulo. Alcuni studiosi sospettano che Aristobulo fosse l'ufficiale responsabile dell'omicidio di Carino, argomento che acquista credibilità per il fatto che Diocleziano in seguito ricompensò Aristobulo confermandolo in carica come Prefetto del pretorio e Console per il resto del 285. Sebbene la battaglia abbia risolto in favore di Diocleziano la questione della leadership, è probabile che, con le province orientali che lo appoggiavano, Diocleziano alla fine avrebbe sopravanzato Carino anche se si fosse trovato dalla parte dei perdenti a Margus. Dopo la vittoria, Diocleziano prestò giuramento di fedeltà dinanzi alle truppe già al seguito di Carino, quindi rivolse l’attenzione alla frontiera del Danubio dove i Marcomanni e Quadi stavano sconfinando. Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che elevò al rango di Cesare nel 285 e a quello di Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. (3) IOVI C-ONS-E-RVAT (IOVI CONSERVATori), a Giove, protettore. Nel segno della concordia reciproca la stessa moneta venne battuta anche nel nome di Massimiano Erculio (v. ad es. il link). La dedica a Giove è coerente con la base ideologica che Domiziano si era dato, come figlio di Giove. Giove è rappresentato sulla moneta con i segni dei suoi attributi, il fulmine, lo scettro e l'aquila. I due stendardi rappresentano le legioni che hanno favorito l'ascesa di Diocleziano. (4) TXXIT è il segno di zecca che si compone di tre parti:
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