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Ticinum, antoniniano, Diocleziano e Giove protettore
2.4.2021
..da S.P.Q.R Coins - Monete Antiche
Buongiorno.
Ho la foto di questa moneta.
Ha un diametro di 23mm.
Quindi un FOLLIS.
Sul D leggo IMP VAL DIOCLETIANVS AVG.
Ma il rovescio non riesco a capire.
Non so neppure cosa è la raffigurazione.
Un militare? L'imperatore?
Stendardi militari a destra e forse un nemico o un uccello al piede destro?
Qualcuno mi da qualche diritta?
Grazie
fig. 1
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Roma, 3.4.2021
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Antoniniano1, zecca di Ticinum, 285÷6 d. C., RIC V/II 228 (pag. 243), Cohen VI 203 (pag. 435), indice di rarità "C"

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque illeggibili):
D. IMP C VAL DIOCLETIANVS AVG2. Diocleziano, testa radiata, busto corazzato a destra.
R. IOVI C-ONS-E-RVAT3. TXXIT4 in esergo. Giove, stante a sinistra, testa girata a destra, mantello che scende dietro le spalle, fulmine nella mano destra, scettro nella sinistra, aquila a sinistra ai suoi piedi, dietro di lui due stendardi.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. https://www.acsearch.info/search.html?id=57953 CGB.fr http://www.cgbfr.com/ Description: DIOCLETIEN (20/11/284-1/05/305). Caius Aurelius Valerius Diocletianus Auguste (20/11/284-1/05/305). Aurelianus 286-288 N° brm_164603. Date: 286-288. Nom de l'atelier: Ticinum. Métal: billon. Diamètre: 22,5mm. Axe des coins: 12h. Poids: 2,68g. Degré de rareté: R1. Etat de conservation: TTB+. Commentaires sur l'état de conservation: Exemplaire sur un flan mince et ovale. Beau portrait. Représentation inhabituelle du revers. Patine marron avec des reflets métalliques. Prix: 95,00€ N° dans les ouvrages de référence: C.203 - RIC.228 - HCC.50 Pedigree: Cet exemplaire provient de ROME VI, n° 267. Titulature avers: IMP C VAL DIOCLETIANVS AVG. Description avers: Buste radié et cuirassé de Dioclétien à droite, avec pan de paludamentum, vu de trois quarts en avant (B01). Traduction avers: 'Imperator Caesar Valerius Diocletianus Augustus'. Titulature revers: IOVI - CONS-ERVAT// TXXIT. Description revers: Jupiter nu debout à gauche regardant à droite avec le manteau déployé derrière lui, tenant un foudre de la main droite et un sceptre de la gauche ; à ses pieds, à gauche, un aigle ; derrière lui, à droite, deux enseignes militaires. Traduction revers: 'Iovi Conservatori' (A Jupiter le Protecteur). Commentaire à propos de cet exemplaire: Poids très léger. Avec des restes d’argenture superficielle. Historique: Dioclétien, né en 245 en Dalmatie (Split), est un empereur illyrien. Il revêt la pourpre après avoir éliminé Aper, préfet du prétoire, beau-père et assassin de Numérien, le 20 novembre 284. Luttant d'abord contre Carin, dernier fils de Carus, il est battu au Margus l'année suivante ; mais Carin est assassiné et Dioclétien reste seul auguste. Il nomme Maximien, un compatriote, césar en novembre 285, puis auguste le 1er avril 286. Il vient de créer un nouveau régime politique, la dyarchie où deux empereurs se partagent le pouvoir militaire et politique, mais Maximien reste subordonné à Dioclétien. Dioclétien se place sous la protection jovienne (de Jupiter) tandis que Maximien est d'essence herculéenne (d'Hercule). Dioclétien passe les dix premières années de son règne à guerroyer en Orient, tandis que Maximien reste en Occident. Dioclétien est le premier empereur du Bas Empire, selon l'expression de Gibbons, et l'instaurateur du dominat.
  2. sixbid Prezzo di partenza: 31 EUR. Stima: 35 EUR. Risultato: invenduto. Lotto 667. Ticinum Mint. Un esempio simile, ma IMP C VAL DIOCLETIANVS AVG. C 203. RIC 228. 2,85 gr. Molto bello. Acquistato a maggio 2016.
  3. bertolamifinearts LOTTO 936 - E-LIVE AUCTION 60. Diocletian (284-305). Radiate. Aggiudicazione: 228,00GBP. Numero offerte: 12. Diocletian (284-305). Radiate (23mm, 3.13g, 12h). Ticinum, 290-2. Radiate and cuirassed bust r. R/ Jupiter standing l., head r., holding thunderbolt and sceptre; eagle to l., two standards to r.; PXX[…]. RIC V 228. Near VF.
Per quanto consentito da un esame a distanza la moneta appare autentica. Il suo valore venale è stimabile in una decina di euro.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli antoniniani presenti nei link sopra citati:
Riferimenti Peso(g) Asse di conio (h) Diametro(mm)
Link1 2,68 12 22,5
Link2 2,85 - -
Link3 3,13 12 23
Dall'esame dei dati tabulati emerge che il diametro della moneta di figura (23mm) rientra nei margini di variabilità degli antoniniani dello stesso tipo reperiti nel web.
(2) IMP C VAL DIOCLETIANVS AVG (IMPerator DIOCLETIANVS AVGvstvs). Diocleziano era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio
dell'imperatore Caro, su istigazione del prefetto del pretorio Arrio Apro, seguito, ad appena un mese di distanza, da quello del figlio Numeriano. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti, poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro tra Diocleziano e Carino, figlio e successore di Caro. Nel luglio 285, gli eserciti dei due imperatori si dettero battaglia nella valle del fiume Margus (oggi Grande Morava) in Mesia (l'attuale Serbia). La battaglia rappresentò il punto di svolta che portò alla soluzione della crisi del terzo secolo e al ritorno della stabilità nell'Impero. Carino guidava la forza più importante, ma la lealtà del suo esercito era decisamente problematica. Carino aveva verosimilmente irritato gli uomini dal cui sostegno dipendeva il suo successo, avendo umiliato i senatori e le loro donne di famiglia e sedotto le mogli dei suoi ufficiali (v. link). Le esatte circostanze della battaglia sono incerte, ma è certo che Carino fu ucciso durante la battaglia, molto probabilmente da uno dei suoi stessi ufficiali. Dopo di ciò Diocleziano ebbe il controllo esclusivo dell'Impero Romano. Le sorti della battaglia potrebbero essere state inizialmente a favore di Carino, per poi essere volte in favore di Diocleziano dopo la defezione del prefetto del pretorio di Carino, Aristobulo. Alcuni studiosi sospettano che Aristobulo fosse l'ufficiale responsabile dell'omicidio di Carino, argomento che acquista credibilità per il fatto che Diocleziano in seguito ricompensò Aristobulo confermandolo in carica come Prefetto del pretorio e Console per il resto del 285. Sebbene la battaglia abbia risolto in favore di Diocleziano la questione della leadership, è probabile che, con le province orientali che lo appoggiavano, Diocleziano alla fine avrebbe sopravanzato Carino anche se si fosse trovato dalla parte dei perdenti a Margus. Dopo la vittoria, Diocleziano prestò giuramento di fedeltà dinanzi alle truppe già al seguito di Carino, quindi rivolse l’attenzione alla frontiera del Danubio dove i Marcomanni e Quadi stavano sconfinando. Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che elevò al rango di Cesare nel 285 e a quello di Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza.
(3) IOVI C-ONS-E-RVAT (IOVI CONSERVATori), a Giove, protettore. Nel segno della concordia reciproca la stessa moneta venne battuta anche nel nome di Massimiano Erculio (v. ad es. il link). La dedica a Giove è coerente con la base ideologica che Domiziano si era dato, come figlio di Giove. Giove è rappresentato sulla moneta con i segni dei suoi attributi, il fulmine, lo scettro e l'aquila. I due stendardi rappresentano le legioni che hanno favorito l'ascesa di Diocleziano.
(4) TXXIT è il segno di zecca che si compone di tre parti:
  • la prima T indica l'officina monetale che ha battuto la moneta (la terza di sei attive a Ticinum nel periodo).
  • XXI, secondo Jérôme Mairat, si relazionerebbe al contenuto d'argento della lega dopo la riforma di Aureliano (secondo questa tesi, XXI significherebbe "20 di queste monete valgono come un pezzo di ugual peso di argento puro").
  • l'ultima T è il nominativo di zecca di Ticinum (l'odierna Pavia).
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