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Follis, Ticinum, Diocleziano e il Genio del Popolo Romano
12.1.2022
.. da S.P.Q.R Coins - Monete Antiche
Salve, qualcuno saprebbe aiutarmi a identificare queste tre monete? Sono autentiche? Grazie e buona serata...

fig. 1
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Roma, 17.1.2022
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Follis1, zecca di Ticinum, c. 294-295 d. C., RIC VI 23a (pag. 283), indice di rarità "S"

Descrizione sommaria:
D. IMP C DIOCLETIANVS P F AVG2. Diocleziano, testa laureata a destra.
R. GENIO POPV - LI ROMANI3. Il Genio del Popolo Romano, stante a sinistra, moggio sulla testa, nudo tranne che per un clamys sulla spalla sinistra, sacrifica con una patera nella mano destra e sorregge una cornucopia con la sinistra4. T5, in esergo.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=196992 266, Lot: 439. Estimate $100. Sold for $150. Diocletian. AD 284-305. Æ Follis (28mm, 10.43g, 6h). Ticinum mint. Struck AD 294-295. Laureate head right / Genius standing left, holding patera and cornucopia; T. RIC VI 23a. Good VF, brown patina.
  2. https://www.cointalk.com/attachments/diocletian-follis-genius-ticinum-dattari-2336-jpg.730390/ DIOCLETIAN AE Follis. 8.33g, 27.5mm. Ticinum mint, AD 294-295. RIC VI Ticinum 23a (scarce). O: IMP C DIOCLETIANVS P F AVG, laureate head right. R: GENIO POPV-LI ROMANI, Genius standing left, naked but for chlamys over left shoulder, holding patera and cornucopiae; T in exergue. Ex Giovanni Dattari Collection (Cited from: https://www.cointalk.com/threads/the-thrill-is-not-gone.309792/)
  3. https://www.ma-shops.co.uk/cgb/item.php?id=218848 Price 154.47£ 185,00EUR. Grade: AU Catalog: RIC.23 a C.101 C.101 RCV.12771 Material: Copper. Weight: 10.10g. DIOCLETIAN Augustus Follis ou nummus 294-295 Ticinum R1 copper. Obverse: IMP C DIOCLETIANVS P F AVG Tête laurée de Dioclétien à droite (O*). Reverse: GENIO POPV-LI ROMANI/ -|-// T Genius (le Génie) debout à gauche, coiffé du modius, le manteau sur l'épaule gauche, tenant une patère de la main droite et une corne d'abondance de la gauche. Commentary : Flan large, centré. Joli revers, détaillé. Patine marron-gris.
  4. poinsignon Follis. Ticinum, 294-295. R/: GENIO POPVLI ROMANI. Génie coiffé du modius debout à gauche, à demi-nu, tenant une patère et une corne d'abondance. RIC 23a. 11,62g. Condition: TTB. Price: 45.00€ - Ref: 157617.
Concludo osservando che le caratteristiche generali e di stile del campione in esame appaiono comparabili con quelle delle monete d'epoca di pari tipologia. Mancano le caratteristiche fisiche e non è possibile un esame comparativo con le monete autentiche del periodo. Nel presente stato di conservazione la moneta, se autentica, ha, a mio avviso, un valore venale di c. 10 euro.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:

(1) Follis. Secondo il RIC, il peso norma dei follis della tipologia in esame è di 8,75-10,75g mentre l'asse di conio si colloca ad ore 12 o ad ore 6. Di seguito riporto le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g) Diametro (mm) Asse di conio (ore)
Link1 10,43 28 6
Link2 8,33 27,5 -
Link3 10,10 - -
Link4 11,62 - -
Non essendo disponibili elementi sulle caratteristiche fisiche del campione in esame (peso, diametro, reazione alla calamita), non sarà possibile svolgere un esame comparativo con le monete autentiche del periodo sopra menzionate.
(2) IMP C DIOCLETIANVS P F AVG (IMPerator Caesar DIOCLETIANVS Pius Felix AVGustus). Diocleziano è il "fondatore" della tetrarchia. Era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia dopo l'assassinio dell'imperatore Caro seguito, ad appena un mese di distanza da quello del figlio Numeriano, ucciso su istigazione del prefetto del pretorio Apro. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione e nomina paterna . Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino fu ucciso da un ufficiale della guardia personale e Diocleziano, rimase unico sovrano dell'impero. Memore delle esperienze trascorse, si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che fece Cesare nel 285 e Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nel versante asiatico). Ogni diarca aveva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici):

Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo diretto della Tracia, Asia ed Egitto;
Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi subordinato a Diocleziano;
Marco Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe il governo dell'Italia, Spagna e Africa;
Flavio Valerio Costanzo (noto anche come Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia e della Britannia e quindi subordinato a Massimiano.

Allo scopo di garantire una linea naturale di successione, Diocleziano decise che ogni Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere al proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia. Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata dello stato, ma non priva di unità di comando, in cui l'Augusto senior dettava il disegno politico e gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in autonomia di gestione. Con il passaggio dalla diarchia alla tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano e Massimiano Erculio erano rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione, lo divenne di Diocleziano  con l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di "Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens Valeriana", tutti furono vicendevolmente vincolati dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e dell'affetto per i consanguinei.
(3) GENIO POPV - LI ROMANI (Al Genio del Popolo Romano). La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la visione ecumenica della romanità. Agli occhi della gente comune, civili e militari, il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come il dollaro ai giorni nostri).
(4) La stessa tipologia di figura fu battuta dalla zecca di Ticinum nel nome di tutti e quattro i Tetrarchi in carica nel 294-295 d. C.:
  • IMP C DIOCLETIANVS P F AVG/GENIO POPV-LI ROMANI (RIC VI 23a, la moneta in esame)
  • IMP C MAXIMIANVS P F AVG/GENIO POPV-LI ROMANI (Massimiano Erculio RIC VI 23b, v. link)
  • CONSTANTIVS NOB CAES/GENIO PO-PVLI ROMANI (Costanzo Cloro RIC VI 24a, v. link)
  • MAXIMIANVS NOB CAES/GENIO PO-PVLI ROMANI (Galerio RIC VI 24b, v. link).
(6) T (breve per Ticinum, l'odierna Pavia) è il segno di zecca.
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