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Filippo I
l'Arabo e la letizia fondata |
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17.1.2002
Caro Giulio, rev. questa è la terza moneta con un peso di circa 19 g. e un diametro di 2,8 cm., con le scritture meno leggibili delle prime due e quindi più difficile da esaminare, i tuoi dubbi sono più che fondati, notando lo stato di conservazione di queste monete sono del parere che, pur trattandosi di falsi, sicuramente hanno un epoca non recente, chissà se veramente esistessero zecche barbariche che si dedicavano al falso !?!; spero di dare delle risposte a questi dubbi, comunque quando le avrai viste tutte, grazie al tuo aiuto, qualcosa sicuramente la capiremo. Ti ringrazio di vero cuore per la tua disponibilità, hai trovato un amico che è sempre a tua disposizione. Ti abbraccio Michele |
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Roma, 27.6.2011
Caro Michele,
di seguito riporto gli elementi che mi è stato possibile raccogliere sulla moneta di figura: Sesterzio1, zecca di Roma, 244 d. C.2, RIC IV/III 175a (pag. 90), Cohen V 73 (pag. 101), indice di rarità "C".
Descrizione
(sono indicate in rosso le parti della leggenda
usurate e non più leggibili): La ricerca nel web ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. ----------
(2) Sostiene Jérôme Mairat (v. il sito, http://www.inumis.com/rome/articles/philippe/philippe2-fr.html) che la moneta di figura sia stata battuta dalla zecca di Roma, nel corso della prima emissione del regno di Filippo (anno 244), dalla seconda delle sei officine operanti nel periodo. (3) IMPerator Marcus IVLius PHILIPPVS AVGustus (agosto/settembre 244 - fine settembre 249). Marco Giunio Filippo, noto come l'Arabo perché nato nella colonia araba di Bostra (città dell'attuale alta Giordania, nei pressi del confine con la Siria e Israele), aveva intrapreso la carriera militare e svolgeva il suo servizio in Oriente quando, a causa della minaccia persiana, il giovane sovrano regnante Gordiano III (diciannovenne all'epoca dei fatti) aveva dovuto accorrere in Oriente insieme al proprio suocero-tutore e prefetto del pretorio, Timesiteo, per la difesa del confine orientale. Durante il viaggio verso il teatro delle operazioni Timesiteo era morto misteriosamente e Marco Giunio Filippo ne aveva preso il posto quale prefetto del pretorio. Ma l'ambizioso Filippo, non contento di governare attraverso e per conto di Gordiano, creò difficoltà tra il sovrano e le truppe, gradualmente ne discreditò l'autorità sino a farlo assassinare per farsi poi acclamare Augusto. A dispetto del modo violento con cui era salito al potere, egli mostrò successivamente saggezza e moderazione nell'azione di governo. Conclusa in fretta (alcuni sostengono troppo in fretta) la pace con i Persiani si spostò immediatamente a Roma. Conscio del pericolo che su di lui incombeva se privo di un successore, egli si mosse immediatamente per creare una dinastia, conferendo alla propria moglie Otacilia Severa il titolo di Augusta ed elevando il figlio Filippo, prima al rango di Cesare e poi a quello di Augusto (Filippo II, anno 247). Inoltre attribuì incarichi importanti ai propri familiari nella speranza di creare intorno a sé una fascia di protezione contro possibili congiure. Tuttavia non previde che l'incapacità delle persone che lo circondavano avrebbe suscitato ribellioni invece che promuovere concordia. Nel 248 Filippo riuscì a bloccare la minaccia dell'invasione dei Quadi e dei Carpi che avevano invaso la Dacia, ma subito scoppiò la rivolta di Pacatiano nella Mesia Superiore (al confine danubiano). Decio, un abile generale, comandante delle truppe in Pannonia, inviato a reprimere la rivolta, riuscì nell'intento ma, a sua volta, si ribellò e mosse alla volta dell'Italia contro il suo sovrano. I due eserciti si scontrarono a Verona nel 249 in una battaglia nella quale Filippo fu sconfitto e ucciso insieme al figlio. Per altre notizie sulla vita di Filippo I è possibile consultare l'Enciclopedia Treccani nella versione on line (v. link). (4) LAETitia FVNDATA (Epoca felice). La Letizia è rappresentata con i suoi attributi, la corona, simbolo della pace ed il timone, simbolo della guida affidata a mani sicure. Si tratta di un'allegoria idonea ad esprimere la gioia e la sicurezza che derivano dalla saggia guida dell'imperatore. |
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