Roma, 21.4.2008
Egregio
Lettore,
di seguito riporto gli elementi significativi
riguardanti la moneta in esame:
Follis1,
zecca di Costantinopoli, 330 ÷ 333 d. C., RIC VII
62 (pag. 579), indice
di rarità "c1.
Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili):
D. VRBS - ROMA2.
Busto elmato di Roma a sinistra con mantello
imperiale.
R. Lupa a sinistra che allatta i gemelli3,
sopra due stelle4. CONS
ε5 in
esergo.
La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
- http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3894.10.jpg
CONSTANTINE THE GREAT AD 307-337 Commemoratives
issues AD 330-346 Transfer of the Seat of the
Empire from Rome to Constantinople AE3/4 2.7
grams, 18.62 mm Obverse: VRBS ROMA, Her crested
helmeted bust left wearing imperial mantle
Reverse: No legend. She-Wolf standing left her
head back, suckling Romulus and Remus Two stars
above. CONS E in exergue [Image] Reference: Sear
3894 var Grade: Choice Very Fine.
- http://tinyurl.com/4uuelt
Obv: VRBS ROMA - Helmeted with plume bust of Roma
left, cuirassed Rev: no legend - Wolf and twins
Romulus and Remus, above are two stars Exe: CONS?
Roman Imperial mint /2.31 g.
Concludo osservando che le caratteristiche fisiche
della moneta di figura, sono comparabili con quelle
dei conî d'epoca. La moneta sembra autentica per
quanto è consentito ritenere da una valutazione a
distanza
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Secondo il
RIC, i follis del periodo della tipologia di
figura, presentano un peso medio di 2,47g. Il
diametro può essere ricavato dal primo
link di cui sopra, 18-19mm. Dunque la moneta
di figura ha caratteristiche fisiche (2,1g, 18mm,
12h) compatibili con i conî d'epoca.
(2) VRBS ROMA. Le
considerazioni che seguono sono riprese da uno
studio di Salvatore Calderone, dal titolo Costantinopoli:
"la seconda Roma", costituente un capitolo
del trattato "Storia di Roma", ed. Giulio Einaudi
1993. Il 25 luglio del 326, al termine di un
viaggio in Italia, Costantino I aveva sostato a
Roma per la chiusura dei festeggiamenti
relativi al suo ventesimo anno di regno (si
ricorderà che Costanzo I, suo padre, sul letto di
morte, nello stesso giorno di venti anni prima,
alla presenza dei notabili del regno, gli aveva
conferito l'imperium). E lì nella capitale, con
grave scandalo dei circoli pagani conservatori e
grande risentimento del popolo, aveva rifiutato di
compiere, insieme con l'esercito, il tradizionale
sacrificio nel tempio di Giove Capitolino. Poi
aveva voltato le spalle alla città eterna per non
farvi più ritorno. L'oltraggio non era stato
casuale. Il disegno costantiniano aveva come
obiettivo la rinascita religiosa e politica
dell'intero mondo romano, la creazione di un ponte
tra l'Occidente e un Oriente di recente
politicamente unificato dopo la sconfitta di
Licinio. Ed il luogo simbolico della rinascita non
poteva essere l'Urbe dei senatori ormai decrepita,
ma doveva essere una città nuova e grande da
costruire ad hoc in posizione baricentrica
rispetto ad un impero che si estendeva dall'Oceano
Atlantico all'Eufrate, dal Danubio all'Egitto. Ad
indicargli il luogo della città ideale era stato,
pochi mesi prima, Dio in persona che gli era
apparso in sogno e gli aveva indicato Bisanzio,
l'antica città greca sul Bosforo. Sicché
Costantino, in aderenza al diritto sacrale romano,
nelle vesti di magistrato dotato di "imperium",
accompagnato dal Pontifex e dall'Augure (i
pagani Praetextatus e Sopratus rispettivamente),
con la lancia in pugno, aveva tracciato il
perimetro della nuova città, otto volte più grande
della vecchia Bisanzio. Le forme del diritto
romano non erano per Costantino inconciliabili con
quelle della religione cristiana se il segno
augurale atteso all'atto della fondazione era
rappresentato dalla volontà divina che aveva
preceduto e accompagnato l'evento! L'11 maggio del
330 era stato giorno di grandi festeggiamenti per
l'inaugurazione ("consecratio") della città che
era stata munita di una poderosa cinta di mura e
che, già qualche tempo prima, aveva assunto il
nome di Costantinopoli, se è vero che da lì, non
da Bisanzio, sono datate alcune delle costituzioni
che ci sono pervenute. Un paio di anni più tardi,
in una data imprecisata tra il 332 e il 333, era
stata varata una legge che conferiva alla città lo
stato giuridico di "seconda Roma", seconda
beninteso solo in senso temporale, ma nuova,
rigenerata rispetto alla prima, in grado di dare
avvio ad un ciclo storico di rinnovamento, alla
rinascita del mondo romano, secondo l'ideologia
cristiana assunta al rango di ideologia politica.
Il nuovo status della città comportava anche delle
conseguenze pratiche, come la distribuzione
gratuita del pane ai cittadini (attestata per la
prima volta il 18.5.332, come riferisce il
Chronicon Paschale), a somiglianza di quanto per
secoli era accaduto nell'Urbe, oppure la
concessione di privilegi fiscali e civili ai
marinai d'Oriente in cambio del trasporto del
frumento destinato alla città.
(3) Per commemorare l'evento
della consacrazione della città di Costantinopoli
furono battuti:
- il tipo della Vittoria (RIC VII 63 - v. nota
in altra pagina di questo sito - cliccare qui),
avente come tema:
- del dritto: il busto di Costantinopoli a
sinistra, associato alla leggenda
CONSTAN-TINOPOLI
- del rovescio, la Vittoria, armata di scudo
e lancia, stante su una prua; anepigrafa.
- il tipo della lupa (RIC VII 62), avente come
tema:
- del dritto: busto di Roma a sinistra,
accompagnata dalla leggenda VRBS ROMA;
- del rovescio, la lupa che allatta i
gemelli; anepigrafa.
(4) Le due stelle sopra la lupa
simboleggiano i Dioscuri (i gemelli Castore e
Polluce).
(5) Il segno di zecca è dato
dalle lettere CONSε in esergo, ove CONS sta per
Constantinopolis, ε indica l'officina monetale (la
quinta di dieci attive nella zecca). |