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28.5.2016
..da https://www.facebook.com/groups/1162710883744769/?fref=tsHo qualche difficoltà a catalogare questa moneta. Nello specifico il segno di zecca mi sembra assente. Mi date una mano? |
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M.d.C, 30.5.2016
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Antoniniano1, zecca di Lugdunum, 291-294 d. C., RIC V/II 422 (pag. 269), Cohen VI 517 (pag. 547), indice di rarità "R". Descrizione sommaria: La ricerca di monete della tipologia di figura ha dato i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Note: (1) Antoniniano. Riporto in tabella le caratteristiche fisiche delle monete di cui ai link sopra segnati:
(2) IMPerator MAXIMIANVS AVGustus. Diocleziano, memore delle esperienze trascorse, si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che fece Cesare nel 285 e Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sulla sponda asiatica del Mar di Marmara). Ogni diarca disponeva di un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto e corsivo i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici): Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo diretto della Tracia, Asia ed Egitto; Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi subordinato a Diocleziano; Marco Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe il governo dell'Italia, Spagna e Africa; Flavio Valerio Costanzo (noto anche come Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia e della Britannia e quindi subordinato a Massimiano. Allo scopo di garantire una linea naturale di successione, Diocleziano decise che ogni Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere al proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia. (3) SALVS AVGG (Salus Augustorum - la Salute degli Augusti). Massimiano fu associato alla guida dell'impero da Diocleziano nel 285 d.C. e dunque la leggenda del rovescio, invocando la salute degli Augusti, testimonia la realtà politica del tempo (la diarchia che divenne poi tetrarchia). (4) Sebbene antoniniani con la leggenda del dritto sopra indicata siano stati battuti anche a Treveri e a Roma, quelli con la leggenda del rovescio "SALVS AVGG" furono battuti solo a Lugdunum (odierna Lione) dall'officina T (=Tertia) nel 289-290, poi ribattezzata C nel 291. Al categorico Ric 422 sono associate una pluralità di monete, accomunate dalla medesima leggenda del rovescio ma diverse per tipologia del busto e leggenda del dritto. |
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