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26.6.2016
La ringrazio
per la disponibilità, ho una moneta romana della
quale le invio le foto.Autorizzo l'uso incondizionato delle immagini. Diametro 2,5 grammi 5, nessuna reazione alla calamita. |
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Roma, 1.7.2016
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Tre cavalli1,
zecca di Napoli, 1519-1556, CNI
XIX 844 var. (pag. 380), W-CV/4-1 Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. -------------------------------------- Note: (1) Tre Cavalli (rame). A partire da Carlo V, proseguendo poi con gli imperatori successivi, iniziarono ad essere battuti i multipli del Cavallo, il 3 Cavalli (o ½ Tornese) e più tardi il 9 Cavalli. Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche dei "tre cavalli" della tipologia di figura:
(2) CAROLVS V ROManus ImPerator. La moneta risulta battuta nel nome di Carlo V d'Asburgo (Carlo I di Spagna), imperatore e duca di Milano, Re di Napoli e di Sicilia. Per un breve profilo di Carlo V traggo alcune brevi note da CNI XIX: "Carlo V, nato il 24 febbraio 1500 da Filippo il Bello Arciduca d'Austria (figlio dell'Imperatore Massimiliano d'Absburgo) e da Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando il Cattolico e d'Isabella di Castiglia. Per l'abdicazione della madre diviene Re di Napoli e Sicilia, e Imperatore dopo la morte di Massimiliano Imperatore d'Austria, suo avo paterno. Il 14 febbraio 1530 Carlo viene incoronato Imperatore a Bologna dal Papa Clemente VII. Carlo V aveva sposato nel 1526 Isabella di Portogallo, da cui aveva avuto le figlie Giovanna e Maria maritate rispettivamente a Giovanni di Portogallo e a Massimiliano d'Austria e il figlio Filippo, a cui aveva conferito, fino dalla morte di Francesco II Sforza, l'investitura del Ducato di Milano. Lunghissimo fu il periodo delle lotte sostenute da Carlo V, nel qual tempo Napoli era governata dai Viceré. Stanco dalle guerre e penose cure, Carlo V lascia nel 1555 al figlio Filippo i Paesi Bassi, l'anno seguente Spagna, Napoli e Milano e abdica alla corona imperiale a favore del fratello Ferdinando I, ritirandosi quindi nel convento di S. Giusto nell'Estremadura, ove muore il 21 settembre 1558." Mi limiterò a segnalare che Carlo V è il sovrano nel cui impero "non tramontava mai il sole". Inoltre ricordo la celebre frase attribuita a questo sovrano multilingue: "Parlo in spagnolo a Dio, in italiano alle donne, in francese agli uomini, e in tedesco al mio cavallo" (v. link). (3) La "A" si riferisce all'incisore, Girolamo Albertino, maestro di zecca. (4) IN HOC SIGNO VINCEs. Il motto richiama la celebre apparizione della croce con la scritta "in hoc signo vinces" al tempo della battaglia di Ponte Milvio nella quale Costantino il Grande sconfisse Massenzio. Carlo V, una volta divenuto imperatore in giovane età, si propose il rinnovamento del sogno universalistico di un impero cristiano che abbracciasse tutto il mondo conosciuto. Tale programma imperiale fu il risultato dell’elaborazione di un gruppo di intellettuali (Erasmo da Rotterdam, Antonio de Guevara, Alfonso de Valdés, Mercurino Arborio Gattinara) che riconobbero nel giovane Asburgo l’unico in grado di ridare corpo al fantasma dell’impero cristiano universale di costantiniana memoria. |
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