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Geta e Dioniso di
Marcianopoli |
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28.10.2016
Buongiorno,
avrei bisogno di identificare questo Caracalla, peso 10,52g. Grazie per la sua disponibilità. |
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Roma, 2.11.2016
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Æ271, zecca di Marcianopoli2, 201(?)-204 d. C., AMNG 696 (pag. 232), Moushmov 514, Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ---------------------------------- (1) AE27
(moneta in bronzo del diametro di c. 27mm).
Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche
delle monete della tipologia di figura tratte dai
link di cui sopra:
(2) Marcianopoli, già Parthenopolis, oggi Devnya in Bulgaria (v. link), rinominata da Traiano, in onore della sorella Ulpia Marciana, Marcianopolis (in greco Μαρκιανούπολις) dopo la seconda guerra dacica. Importante centro strategico, fino al 187-193 parte della Tracia romana, fu inclusa successivamente nella Moesia Inferior. La prosperità raggiunta sotto i Severi ebbe termine con l’incursione gotica del 248-249 e le successive invasioni barbariche da settentrione. (3) ΛOΥ CεΠ ΓεTAC K (per esteso, ΛOYκιος CεΠτίμιος ΓέTAC Καίσαρ, in latino Lucius Septimius Geta Caesar). Lucio Settimio Geta nacque a Mediolanum (Milano) il 26 maggio del 189 d.C., figlio di Settimio Severo e Giulia Domna, fratello minore di Caracalla. Nel 197, dopo che il padre, avendo eliminato i suoi avversari, assunse il potere su tutto l'impero romano, prese parte alla campagna contro i Parti. Nel 198, quando il fratello fu fatto Augusto, Geta fu nominato Cesare e nel 200 Pontefice. Nel contempo mutò il nome, per ragioni non note, da Lucio a Publio, mutuandolo da quello dello zio (P. Settimio Geta), uomo privo di importanza nella vita politica del tempo. Da quel momento, sino al 211, Geta mantenne il titolo di Pontefice nella titolatura che va sotto il suo nome, segno dell'importanza che veniva attribuita, all'epoca, all'aspetto religioso dei doveri imperiali. Accompagnò padre e fratello in Bretagna a partire dal 208, mentre nel 209 fu elevato al rango di Augusto. Alla morte di Settimio Severo, [Eburacum (York) - 4 febbraio del 211] i due fratelli riportarono a Roma le ceneri paterne e regnarono insieme. Ma si odiavano e, dopo un anno di regno congiunto, Caracalla uccise il fratello tra le braccia della madre per poi decretarne la "damnatio memoriae". Tutti i suoi ritratti furono perciò distrutti o cancellati (come quello che lo ritraeva insieme al fratello, nell'atto di sacrificare, all'interno del fornice dell'arco degli Argentari a Roma). Con lui vennero massacrati i i suoi partigiani. (4) Υ AΥ ΓAΛΛOΥ MA-KIANOΠOΛITWN (per esteso, Υπατεύοντος AYρήλου ΓAΛΛOΥ MAKIANOΠOΛITWN - genitivo etnico, dunque [moneta battuta nel nome di ...] Aurelio Gallo, legato consolare (in greco ὑπατεύων, in latino legatus Augusti Pro praetore) dei Marcianopolitani. Aurelio Gallo rivestì la carica di governatore della Mesia Inferiore dal 201(?) al 204 (v. link). Si noterà come nella leggenda del rovescio della moneta di figura manchi la "P" (la "R" romana) dopo "MA". L'assenza della P non è del tutto insolita, in quanto la si nota anche nelle monete di cui ai link3 e link8 di cui sopra. (5) Dioniso (v. link) è l'antico dio greco della vendemmia e del vino, dell'ebbrezza e dell'estasi rituale. Nella mitologia greca era indicato come figlio di Zeus e della mortale Semele e descritto come uomo-donna. Il seguito di Dioniso era detto tiaso, corteo di menadi e di satiri. Dioniso e il suo seguito praticavano i riti dionisiaci dei quali custodivano gelosamente i segreti. Molti studiosi credono che Dioniso sia il risultato del sincretismo tra una divinità locale greca e un dio molto potente della Tracia o della Frigia. In conseguenza di ciò egli fu sempre percepito come una divinità forestiera. I suoi attributi sono il Kantharos, la coppa a due anse che, riempita di vino, procurava ebrezza e il tirso, un lungo bastone tradizionalmente composto dal fusto di una lunga pianta di finocchio a volte chiamata ferula, avvvolta di edera e di nastri recante in cima la pigna dei semi. Taluni interpretano il tirso come simbolo fallico e il kantharos come simbolo vaginale. Io mi chiedo se l'associazione tra il Kantharos e il tirso non sia legata all'utilizzo del seme del finocchio come aromatizzante del vino.
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