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Costantino I e il Sole invitto | ||||||||||||||||||||||||||||
20.2.2017
Buonasera,Le invio dati in mio possesso per identificazione moneta con molta patina che mi impedisce di leggere legenda. Desidererei almeno sapere epoca e personaggio relativo Grazie per la disponibilità Dritto busto verso dx diademato Imp costant illeggibile Rovescio legenda illeggibile sembra finale comiti Nel campo forse h forse s Personaggio ritratto verso sx tiene sospeso sembra bambino Peso 2.77g Diametro 17mm Asse 6 Colore strofinando leggermente tende al rame No magnetico |
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Roma, 22.2.2017
Egregio Lettoredi seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: AE Follis1, zecca gallica2, 315-316 d. C., categorico indeterminato3 , indice di rarità "c1-c2". Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati: Zecca di Lugdunum, Ric 53 (pag. 125), indice
di rarità C2
Zecca di Trier, Ric 74 (pag. 170), indice di
rarità C
Un saluto cordiale. ----------------------------------------------
(1) Follis (bronzo). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura presenti nei link di cui sopra:
(2) Zecca gallica. La classificazione delle monete d'epoca costantiniana si basa sul nominativo di zecca riportato in esergo. Quando questo è mancante per usura, come nel caso in esame, la moneta non è classificabile con certezza. Tuttavia, pur in assenza della leggenda d'esergo, nel rovescio in esame sono presenti e leggibili, a sinistra e a destra del campo, le lettere A-S, collegabili ad una o più emissioni monetali, facenti capo, rispettivamente, alla zecca di Lugdunum (v. le monete da 1 a 4 di cui sopra), e alla zecca di Treviri, (v. le monete restanti). Considerato inoltre che il tipo del dritto laureato e corazzato è di gran lunga il più frequente per entrambe le zecche, si può con discreta probabilità, identificare la moneta in esame come battuta o dalla zecca di Ludunum o da quella di Treviri. (3) Categorico indeterminato. Per la moneta in esame, compatibili con gli elementi indicati in premessa, sono i seguenti categorici: * Lugdunum (indicativo di zecca LG), Ric VII 53 (pag. 125), busto laur. e cor., A-S/PLG, 316 d.C., ind. di rarità "c2" * Treviri (indicativo di zecca TR), Ric VII 74 (pag. 170), busto laur. e cor., A-S/PTR, 315-6 d.C., ind. di rarità "c1". (4) IMPerator CONSTANTINVS AVGustus. In altra pagina di questo sito (cliccare qui) si è tracciata una sintesi storica della tetrarchia, dalle origini sino alla conferenza di Milano del gennaio-febbraio del 313 che aveva sancito la parità di culto tra la religione cristiana e quella pagana, ma sopra tutto, dal punto di vista politico, affermato l'alleanza tra Costantino, Augusto d'Occidente e Licinio, Augusto d'Oriente. Ma la pace tra i due non era destinata a durare, Costantino infatti, per contenere il potere di Licinio, aveva avviato con lui negoziati per la creazione di uno stato cuscinetto tra i due reami comprendente la Rezia e la Pannonia alla testa del quale intendeva mettere Bassiano, suo cognato, una volta elevato al rango di Cesare. L'annuncio dell'elevazione doveva essere dato a Treviri il 25 luglio del 315, nella ricorrenza del primo decennale di regno di Costantino. Ma in quell'occasione Costantino svelò invece un complotto ordito contro di lui dallo stesso Bassiano e da Licinio che doveva trovare esecuzione per mano di Senecio, fratello di Bassiano. Seguì un periodo di guerra fredda tra i due Augusti con scambi di note diplomatiche, culminato con la rottura finale nell'agosto-settembre del 316 quando le zecche occidentali (Arles, Treviri, Roma, Ticinum, sotto il controllo di Costantino) cessarono di battere moneta anche nel nome di Licinio e le operazioni belliche ebbero inizio. Stante lo stato di crisi dei rapporti tra i due sovrani, nel periodo 315-316 la tipologia in esame non fu battuta nel nome di Licinio ma solo in quello di Costantino. (5) SOLI INVICTO COMITI (al compagno "Sole Invitto"). Invitto era l'epiteto di tre diverse divinità, El Gabal (divinità siriaca), Mitra (divinità di origine persiana), il Sole (il dio protettore dell'imperatore Aureliano) che venivano festeggiate insieme il 25 dicembre, "dies natalis solis invicti" (compleanno del sole invitto). La festa, secondo http://en.wikipedia.org/wiki/Sol_Invictus, fu introdotta da Elagabalo (218-222) e raggiunse l'apice della popolarità sotto Aureliano che la promosse in tutto l'impero. Quando Giulio Cesare introdusse il calendario giuliano, il 25 dicembre corrispondeva approssimativamente alla data del solstizio d'inverno. Dunque, proprio nel giorno più corto dell'anno, il Sole dimostrava la sua natura invitta perché dava inizio ad un nuovo ciclo di crescita. La moneta richiama il culto del dio, presente in tutta la monetazione di Costantino e, con la stessa leggenda, anche in quella precedente sin dai tempi di Adriano. Secondo P.M. Bruun, l'adozione dell'immagine del Sole sulle monete di Costantino, piuttosto che come una professione di fede, va interpretata come una sfida all'ideologia tetrarchica di Diocleziano che voleva l'imperatore "gioviano", figlio di Giove. Poiché la moneta di figura fu coniata pochi anni dopo la battaglia di Ponte Milvio del 28.10.312, si pone il problema dell'apparente contraddizione tra la famosa visione di Costantino ("in hoc signo vinces", con riferimento al cristogramma, nella vulgata popolare segno premonitore della vittoria su Massenzio) e l'omaggio al dio Sole, simbolo palese di paganesimo. In realtà la contraddizione é solo apparente, Costantino era il capo di un impero pagano e pagano egli fu durante il corso della sua vita, pare infatti che si facesse battezzare solo poco prima della morte. Come sovrano, egli pretese gli onori divini, nel suo caso facendosi riconoscere quale incarnazione del dio Sole; tuttavia nel 313, con l'editto di Milano, egli aveva legalizzato e protetto la religione cristiana, concesso benefici al clero e personalità giuridica alle comunità cristiane, i suoi stessi figli furono educati nello spirito della religione cristiana. Insomma è probabile che, pur rimanendo legato al paganesimo, fonte del suo potere, promuovesse la convivenza, nella reciproca tolleranza, tra il paganesimo e il cristianesimo intuito come la religione del futuro. Quanto al cristogramma e alla sua interpretazione cristiana, esso appartiene ad una tradizione successiva agli eventi a cui viene comunemente riferito (la battaglia di ponte Milvio). |
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