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25.1.2018
..da Monete
Imperiali Romane di Michele Monti.Una mano a riconoscerle? |
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Roma, 4.2.2018
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Follis1, zecca di Lione, RIC VII 213 (pag. 135), 323-324 d. C.2, indice di rarità "r4" Descrizione
sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia in esame ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. -------------------------------------------- Note: (1) Follis. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) L'anno 323, nel quale, secondo il Ric, la moneta risulta battuta, vede il mondo romano diviso tra Costantino, imperatore d'Occidente e Licinio, imperatore d'Oriente. Il contrasto politico tra le due parti dell'impero aveva ripreso vigore nel 321, allorchè Licinio aveva rifiutato di riconoscere il consolato di Crispo e di Costantino Cesare e, per contrasto, aveva elevato alla carica se stesso e il proprio figlio Liciniano. La situazione rapidamente si era deteriorata, Costantino aveva concentrato le sue forze nei Balcani, a Sirmio, Serdica e Tessalonica. La guerra sarmatica del 322 tuttavia aveva rallentato i preparativi militari. Nel 323, nello sforzo di contrastare un'invasione dei Goti, Costantino aveva violato il territorio di Licinio. Questo fatto e alcune schermaglie tra i due eserciti nell'Egeo avevano determinato il casus belli. Costantino aveva aperto le ostilità nel giugno del 324 e poco dopo, il 3 luglio, aveva battuto l'avversario ad Adrianopoli e subito dopo conquistato Eraclea, sulla sponda europea del Mar di Marmara. Licinio aveva elevato Martiniano al rango di Augusto e coreggente (estate del 324), mentre Costantino aveva replicato nominando Cesare il proprio secondogenito Costanzo. La battaglia finale tra i due contendenti avvenne a Crisopoli (sulla sponda asiatica del Bosforo) il 18 settembre del 324; Licinio, battuto, riuscì a fuggire a Nicomedia dove si arrese. Gli fu temporaneamente risparmiata la vita per intercessione di Costanza che era ad un tempo moglie di Licinio e sorella di Costantino. Nel 325 tuttavia Licinio fu accusato di tradimento e di complotto con i Goti e quindi decapitato. La morte di Licinio travolse anche la sua famiglia; infatti Liciniano, fu ridotto in schiavitù per essere alla fine giustiziato nel 336. (3) CRIS - PVS NOBilis CAESar. L'intendimento di Costantino I di costituirsi come capostipite di una dinastia si manifesta nella scelta di conferire il titolo di Cesare ai due figli, Crispo e Costantino. Dall'interruzione nella continuità della leggenda del dritto di Crispo, ma non di quella di Costantino Cesare, si deduce che Crispo era, dei due, il primo in linea di successione. Flavio Giulio (o Valerio) Crispo era il primo figlio di Costantino I, quello avuto dalla concubina Minervina. Nato nel 303, era stato elevato al rango di Cesare nell'ultima parte del 316, riconosciuto in Oriente il 1° marzo del 317, unito in matrimonio con Elena la Giovane a Sirmium nel 321. Avviato ad un brillante futuro in quanto principe ereditario, Crispo si era dimostrato buon generale, (notizie riprese da http://www.lamoneta.it/topic/85640-crispus-un-cold-case-imperiale/) avendo sconfitto i Franchi e gli Alamanni nel 323 e avendo riportato su Licinio una fondamentale vittoria navale nell'Ellesponto nel 324, l'anno del suo terzo consolato. Tutto sembrava andare per il verso giusto per il giovane erede: vincente, in accordo con i "colleghi" augusti, amato dal pubblico che vedeva in lui il degno delfino di Costantino, sposato con prole (e anche questo aiutava nella successione dinastica), la serie BEATA TRANQVILITAS (v. link), traducibile con "finite le guerre, l'Impero può godersi l'agognata tranquillità". Ma così non fu, perché su Crispo si abbatté una sciagura originata, non da mano nemica in battaglia, ma dalle stesse mura domestiche. Nel 326 Crispo fu fatto giustiziare dal padre a Pola, poco prima della morte di Fausta, la moglie legittima di Costantino I: alcune fonti riferiscono che Fausta avesse accusato Crispo di aver cercato di sedurla e che Costantino avesse ucciso il figlio in un impeto di rabbia e che poi, avendo scoperto la falsità dell'accusa, avesse fatto soffocare la moglie in un bagno caldo. Un'altra versione suggerisce che Crispo e Fausta avessero ciascuno (separatamente) violato le severe leggi di Costantino contro l'adulterio e che Costantino non fosse riuscito a controllare la rabbia di fronte alla disobbedienza del figlio e all'infedeltà della moglie. (4) La leggenda del rovescio CAESARVM NOSTRORVM va letta insieme a VOT X ad indicare i "vota suscepta decennalia" dei "nostri Cesari", cioè Crispo (Ric 213) e Costantino Cesare (v. link) che, come sottintende questo conio, in cambio del sacrificio pubblico agli dei, si attendevano per altri dieci anni la protezione divina nello svolgimento delle funzioni a cui erano chiamati. (5) La lettura della leggenda d'esergo, da cui discende la classificazione della moneta, è assai incerta a causa dello stato di usura della moneta e/o della scarsa qualità della foto. Così come da me interpretato, il segno di zecca PLGR, si compone di tre parti, la prima, P, identifica l'officina monetale (P=Prima), la seconda (LG) identifica la zecca (LG=LuGdunum, l'odierna Lione), la terza, R è un segno caratteristico dell'emissione monetale. |
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