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8.3.2018
..da
Identificazione Monete (numismatica).Queste 3 sono sicuramente più' difficili da riconoscere...ma provo comunque a proporvele. |
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Roma 14.3.2018
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Follis1, zecca di Aquileia, c. 300 d. C., RIC VI 29b (pag. 315), Cohen VI 504 (pag. 545), indice di rarità "C". Descrizione sommaria (sono indicate
in rosso le parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Note: (1) Follis. Il Ric fornisce, come valore di picco del peso di questa tipologia monetale, l'intervallo 8,5-10,75g con asse di conio prevalente ad ore 6. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura di cui ai link sopra segnati:
(2) IMPerator MAXIMIANVS Pius Felix AVGustus. Diocleziano, memore delle esperienze trascorse, si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che fece Cesare nel 285 e Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sulla sponda asiatica del Mar di Marmara). Ogni diarca disponeva di un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza. Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater" (fratello e quindi membro della gens Valeriana alla quale Diocleziano apparteneva) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza. Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. Fu così che i tetrarchi, a testimoniare la concordia e l'unità di intenti, batterono, in alcune zecche della parte occidentale dell'impero (Treveri, Ticinum, Aquileia, Roma, Siscia), monete tipologicamente simili, recanti al dritto l'immagine del tetrarca e al rovescio quella della dea Moneta. Ciò avvenne anche nella zecca di Aquileia, vedi: * Diocleziano Augusto, IMP DIOCLETIANVS P F AVG, Aquileia Officina P, Ric 29a; * Massimiano Augusto, IMP MAXIMIANVS P F AVG Aquileia Officina S, Ric 29b; * Costanzo Cesare, CONSTANTIVS NOB CAES Aquileia Officina G, Ric 30a; * Galerio Massimiano Cesare, MAXIMIANVS NOB CAES Aquileia Officina Γ, Ric 30b. (3) SACRA MONETA AVGG - ET CAESS NOSTR (Sacra Moneta Augustorum et Caesarum Nostrorum). La buona armonia degli Augusti e dei Cesari della prima tetrarchia trova espressione nella leggenda del rovescio. La dea Moneta con i suoi attributi (la bilancia del giusto peso e la cornucopia della ricchezza) esprime il carattere "sacro" della moneta che gli Augusti e i Cesari si impegnano a mantenere nel corretto stato di purezza. (4) AQS è il segno di zecca che si compone di due parti, il nominativo di zecca AQ (=AQuileia) e l'officina monetale (S=Secunda, seconda di quattro attive nel periodo). |
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