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Sesterzio, Gordiano III e l'era felice | ||||||||||||||||||||||||
12.6.2018
.. da MSNciao, ...ho una moneta romana, ti va di darci un okkiata? 22g 28mm |
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Duisburg, 14.6.2018
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: AE Sesterzio1, zecca di Roma, 243 d. C.2, RIC IV/III 330 (pag. 51), Cohen V 82 (pag. 29), indice di rarità "C" Descrizione sommaria (sono indicate
in rosso le parti della leggenda usurate o comunque
non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) Sesterzio (bronzo). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) Il sito francese http://www.inumis.com/ fornisce un'articolata tabella delle emissioni della zecca di Roma da cui si evince che la moneta di figura fu emessa nella seconda metà del 243 d. C. dalla prima delle sei officine operanti nella zecca. (3) IMPerator GORDIANUS PIVS FELix AVGustus. Gordiano III, il cui nome per esteso da Augusto è Imperator Caesar Marcus Antonius Gordianus Augustus, riceve il titolo di "PIVS" nel 239 d.C. e l'anno successivo aggiunge al proprio nome l'appellativo di "FELix". La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco dei sei anni compresi tra il 238 e il 244 d.C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Alessandro Severo l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d.C., regnante Massimino (Alessandro Severo era stato assassinato su suo ordine nel 235), scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni confiscati dalla politica predatoria del sovrano. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (che in seguito diventerà Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'elevazione al trono dei due Gordiani. Il loro regno tuttavia durerà meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, si rivoltò ritenendo che i suoi interessi non venissero tenuti nella giusta considerazione e poiché aveva al proprio comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei Gordiani, sicché Gordiano I si suicidò e Gordiano II finì ucciso in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa circa la morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere le sue prerogative. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, una rivolta dei pretoriani pose fine alla vita dei due Augusti regnanti, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica portò alla sua morte. Il giovane Gordiano III era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia e il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante una campagna in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo che passerà poi alla storia come Filippo I l'Arabo, fece assassinare Gordiano dai suoi sicari nel 244 e si fece proclamare Augusto al suo posto. Il Senato e le province riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (4)
FELICITAS TEMPORVM (Felicità dei tempi). Nella
mitologia romana la Felicitas era la dea o la
personificazione della fortuna propizia e del
successo (v. link).
Durante
l'impero essa
giocava un ruolo importante nella religione di
stato romano ed era di frequente rappresentata
sulle monete con i suoi attributi, la cornucopia e
il caducèo (v. link),
simboli rispettivamente della prosperità e della
salute. Un'era felice, questo è il messaggio
propagandistico della moneta, garantita dalle
particolari qualità del sovrano regnante.
(5) S. C. (Senatus Consulto,
"per decreto del Senato") era la consueta sigla
apposta sui nominali in bronzo romani (sesterzi,
dupondi e assi) ad indicare la competenza esclusiva
del Senato Romano nelle decisioni attinenti alle
emissioni di quelle monete (la monetazione in oro e
in argento, che non riporta quella sigla, rientrava
invece nelle competenze dirette dell'imperatore). |
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