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Erice, Afrodite(?) e il cavallo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
14.9.2018
Gentile sig,
De Florio,mi permetto di sottoporle un'altra monetina che io (non so se correttamente) ho classificato Erix AE3 Onkia 400-340 a.C. I suoi dati sono: bronzo 17mm 4,8g Asse di conio 1h. Io l'ho pensata come Calciati 285 19/10. Ho pertanto bisogno di una corretta identificazione e mi affido alla sua esperienza. Cordiali saluti e infinite grazie. |
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Roma, 18.9.2018
Egregio
Lettore,penso che la classificazione da lei indicata sia corretta. Ciò premesso, di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Onkia (bronzo)1,
zecca di Erice2,
330-260 a. C., Campana
51 (pag. 253), Calciati
I, 19 pag. 285 Descrizione sommaria:
Veniamo alle conclusioni: Ho riportato in tabella
(v. link) le
immagini delle monete reperite nel web per
facilitare il confronto con la moneta in esame. Il
confronto mette in evidenza che il campione in esame
è stilisticamente diverso dalle monete originali, la
capigliatura del personaggio femminile è priva di
dettagli e sembra accumularsi verso il basso, dietro
la testa, nel rovescio le gambe del cavallo, quelle
in primo piano, sembrano tracciate col righello, la
schiena del cavallo è dritta, la criniera è sparita;
le zampe del cavallo in secondo piano sono appena
accennate. L'insieme dà l'idea di un artefatto, non
saprei dire come realizzato. Un saluto cordiale. Note: Il Campana
indica per l'onkia "Campana 51" il range di
variazione del peso, 5,62-2,17g. Raccolgo in
tabella le caratteristiche fisiche delle onkie
ericine della tipologia di figura reperite
nel web.
(2) Riprendo dalla prefazione del Campana le notizie che seguono concernenti Erice. L'antica Erice (Eryx) sorgeva sul colle (fino al 1934 denominato Monte San Giuliano) che domina con i suoi 751metri s.l.m. la pianura costiera sulla quale si è sviluppata Trapani, dalla quale dista 15 km (v.mappa): ). All'inizio l'area fu probabilmente occupata da genti indigene dello stesso orizzonte culturale dei Sicani. Successivamente la comunità sicana dovette arricchirsi di elementi orientali e poi di Greci, forse commercianti provenienti dall'Asia Minore, dando origine agli Elimi che abitavano anche a Segesta e a Entella. Nel corso del VI secolo a.C. gli Elimi dovettero fronteggiare più volte i Cartaginesi, che miravano a creare nei loro territori una vera e propria eparchia punica ma furono sconfitti tra il 570 e il 55O a.C. dal generale punico Malchus. Intorno al 510 a.C. lo spartano Dorieo fece una spedizione in Sicilia e, sulla base dell'oracolo di Delfi, che aveva affermato che il territorio di Eryx apparteneva agli Eraclidi in quanto conquistato da Eracle, vi fondò una colonia, chiamandola Heraclea. Ma la colonia ebbe vita breve e fu distrutta dai Cartaginesi, alleati con i Segestani Forse in seguito ai tentativi greci di penetrare nell'area elima, già durante le prime fasi dell'occupazione punica fu eretta l'imponente cinta di mura, parte della quale è ancora oggi visibile. Dal V secolo a.C. e fino alla prima guerra punica Eryx e il suo porto di Drepanon (attuale Trapani), come pure l'alleata Segesta, rimasero soggetti al dominio cartaginese, salvo una breve parentesi, nel 398 a.C., quando Eryx fu conquistata da Dionisio I, per essere poi recuperata dai Cartaginesi guidati da Imilcone. Nel 260 a.C. i Cartaginesi rasero al suolo la città, tranne il tempio, e ne trasferirono gli abitanti a Drepanon, che fu allora fondata come città e divenne una delle loro più importanti basi navali. Nel 248 a.C. i Romani, con un colpo di mano, riuscirono a impadronirsi di Erix, ma quattro anni dopo Amilcare Barca, provenendo da Panormus, riconquistò la città, tranne la cittadella del tempio, che rimase in mano romana. Nonostante aspri combattimenti sulla sommità del monte, la situazione rimase immodificata fino alla fine della prima guerra punica. Nel 241 a.C. tutta la Sicilia occidentale, e quindi anche Eryx, fu assegnata ai Romani. La datazione fornita da Campana per la moneta ericina della serie del cavallo è 330-260 a.C., il 260 corrispondendo all'anno della distruzione della città. (3) Testa femminile. La distruzione della città nel 260 risparmiò solo il tempio posto sulla sommità del colle di Erice, dedicato al culto della Venere Ericina, culto molto sentito dai Romani perché li legava agli Elimi nella comune origine troiana. Ciò spiega perché, sia pure in modo dubitativo, alcuni autori sostengono che il personaggio femminile della moneta in esame possa essere interpretato come Afrodite, nome greco della Venere romana. (4) Il tipo del rovescio, il cavallo stante, riprende, come c'era da aspettarsi vista l'occupazione cartaginese nella città ormai ridotta a fortezza, il tema del cavallo, presente solitamente nella monetazione punica con postura a destra del cavallo (v. ad es. il link). |
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