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17.12.2019
..da msnGb.Buonasera chi mi dice qualcosa su questa moneta? Questa è la moneta n° 13 Peso 3,67g Diametro 23mm. |
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Roma, 16.1.2020
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta provinciale di figura: Æ231, Nicea di Bitinia2, 218-222 d. C., BMC XIII 93 (pag. 167)3, RG III Nicaea 571 (pag. 471)3 Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Concludo osservando che la moneta di figura è priva di patina, ha un peso piuttosto basso, non ha un aspetto "antico". Andrebbe osservata da vicino, nutro dubbi sulla sua autenticità. Un saluto cordiale.Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Æ23 (cioè bronzo di 23mm di diametro). Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura reperite nel web e di seguito tabulate:
(2) Nicea (oggi Iznik in Turchia, vedi mappa), famosa città dell'antica Bitinia, situata sulla riva orientale del lago Ascania nella regione di Marmara, era originariamente chiamata Antigonea, dal nome del sovrano che la fondò attorno al 300 a. C. Successivamente Lisimaco ne mutò il nome ribattezzandola Nicea (Νίκαια in greco) in onore della moglie. Fu residenza reale e, sotto la dominazione romana, importante centro dell'Asia Minore. Fu sede del primo concilio ecumenico del mondo cristiano che ebbe inizio il 20 maggio del 325 d. C. Al tempo degli imperatori di Bisanzio costituì base avanzata di Costantinopoli nella lotta contro i Turchi. Nel 1330 fu conquistata dal turco Orchan (notizie tratte da http://www.bible-history.com/maps/romanempire/Nicaea.html). (3) Il tipo di Nicea e dei tre stendardi, battuto sotto Elagabalo, si presenta con numerose varianti: *) tre stendardi sormontati da corone e leggenda del rovescio distribuita sillabicamente tra gli stendardi (la moneta di figura); *) tre stendardi sormontati da corone e leggenda del rovescio distribuita lungo il bordo; *) uno stendardo centrale sormontato da un'aquila tra due stendardi sormontati da corone e leggenda del rovescio distribuita sillabicamente tra gli stendardi. (4) Μ AYP ΑNTΩNINOC AVΓ (Μάρκος ΑYPήλιος ΑNTΩNINOC AVΓουστος, equivalente al latino, "Marcus Aurelius Antoninus Augustus"). Agli inizi del 218, imperatore regnante era Macrino, già prefetto del pretorio e artefice del complotto che nel 217 aveva portato alla morte di Caracalla e all'esilio della sua famiglia ad Emesa. Macrino, dopo l'elevazione, aveva scontentato l'esercito per la pace con i Parti pagata a prezzo d'oro e per le promesse non mantenute di aumentare le paghe ai soldati; in conseguenza di ciò nell'esercito siriaco avvennero dei moti e si cominciò a cercare un nuovo imperatore. Giulia Mesa, sorella di Giulia Domna (la defunta moglie di Settimio Severo), donna energica e autoritaria, decise di sfruttare il malcontento dell'esercito siriaco contro Macrino per procurare il trono al nipote, Vario Avito Bassiano, sacerdote del dio Sole, figlio della maggiore delle sue figlie, Giulia Semia. Sfruttando la passata popolarità di Settimio Severo e Caracalla, ai soldati furono promesse generose ricompense. Preparato il terreno, i cospiratori, nel maggio del 218, proclamarono Bassiano Imperatore conferendogli il nome tradizionale di Marco Aurelio Antonino. Le truppe rimaste fedeli a Macrino furono sconfitte sotto Antiochia e lo stesso Macrino, mentre fuggiva in occidente, fu catturato ed ucciso. Aveva regnato poco più di due anni e durante tutto quel tempo non era stato nemmeno una volta a Roma. Bassiano assunse, come nome complementare, Elagabalo o Eliogabalo e con esso passò alla storia. Lasciata Emesa, egli non abbandonò i doveri sacerdotali. Il senato fu costretto ad accogliere nella religione romana «l'invitto dio Sole Elagabalo», di cui sacerdote supremo era lo stesso imperatore. Al nuovo dio fu dedicato un tempio vicino al palazzo imperiale sul Palatino, dove fu trasferito 1'altare della dea Vesta insieme ad altre reliquie sacre dello Stato romano. Questo fatto dimostra non solo la stravaganza dell'imperatore, ma anche la servilità del senato; esso svela pure che in Italia e nelle regioni orientali dell'Impero si erano diffuse in quell'epoca varie credenze e culti orientali che avevano creato una variegata mescolanza religiosa. Questo sincretismo religioso creò la base sulla quale proprio a quel tempo cominciò rapidamente a diffondersi il cristianesimo. La svolta decisiva originata dall'Oriente non poté non determinare la protesta di vasti circoli sociali. L'opposizione alla politica orientale di Elagabalo fu rafforzata dal malcontento derivante dalla condotta del giovane imperatore e della cricca di corte. E' vero che, al riguardo, a Roma non rimaneva molto di che meravigliarsi, ma ciò che succedeva alla corte di Elagabalo superava qualsiasi misura di impudenza. Nonostante la giovane età l'imperatore era estremamente corrotto. Egli era un pervertito sessuale; le scene di dlssolutezza che si svolgevano sul Palatino superavano di gran lunga le orge di Caligola, Nerone e Commodo. Le persone piu vicine all'imperatore, la madre Semia, il favorito Ierocle, il prefetto di Roma Fulvio, il ministro delle finanze Eubulo e altri dissipavano apertamente il denaro dello Stato e si permettevano inauditi abusi. La nonna di Elagabalo, Giulia Mesa, che all'inizio dirigeva tutti gli affari di Stato, comprese presto che la sua «creatura» era assolutamente incorreggibile e che non solo sarebbe stata incapace di consolidare la dinastia, ma al contrario 1'avrebbe inevitabilmente rovinata. Perciò ella convinse Elagabalo ad adottare il cugino Alessandro, figlio di Mamea, la sorella minore di Semia, e a proclamarlo Cesare. Subito dopo Elagabalo, allora diciottenne, fu ucciso dai pretoriani insieme alla madre e a tutta la sua cricca (inizio del 222). (5) NI-KA-IE-ΩN (=dei Niceni) è l'etnico (moneta battuta nel nome dei Niceni). La scelta del tipo (le tre bandiere) sembra legata alla volontà di riconoscere l'importante impegno dell'esercito nella difesa dei confini. Il tipo del rovescio della moneta in esame (le tre bandiere) è condiviso da alcune monete di Caracalla (v. link), con le stesse leggende del dritto e del rovescio; ciò significa che l'assegnazione della moneta in esame all'uno o all'altro dei due imperatori, a parità di leggende, è legata al riconoscimento facciale dell'imperatore nel dritto della moneta (v. link). In linea di massima, il profilo di Elagabalo è più tondo e minaccioso sulle monete rispetto a quello di Caracalla, ragione per cui ho ritenuto di attribuire la moneta al primo dei due. |
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