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Æ3, Roma, Costanzo II e il cavaliere trafitto
6.1.2020
..da Monete Imperiali Romane di Michele Monti.
Di quale moneta si tratta? grazie
fig. 1
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Roma, 7.2.2020
Egregio
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Æ31, zecca di Roma2, 354-359 d. C.3, RIC VIII 314 (pag. 278), indice di rarità "S"

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. D N CONSTAN-TIVS P F AVG4. Costanzo II, testa diademata di perle, busto paludato e corazzato a destra.
R. FEL TEMP - REPARATIO5, intorno. R•M•Δ6, segno di zecca. Al centro, soldato elmato, proteso in avanti a sinistra, con il braccio sinistro imbraccia uno scudo, mentre con il ginocchio destro tiene fermo un cavaliere barbaro, caduto a terra sopra il cavallo, che protende il braccio verso il suo aggressore e che, con la lancia nella mano destra, lo trafigge.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. http://www.ancientimports.com/cgi-bin/lotinfo.pl?id=21764 Attribution: RIC VIII 314 Rome Secondary Attribution: Failmezger 463 CS c Date: 357 AD Obverse: DN CONSTAN-TIVS PF AVG, Diademed draped cuirassed bust right Reverse: FEL TEMP REPARATIO, Soldier spearing fallen horseman left, R•M•P in ex. Size: 18.43mm Weight: 3.7g Rarity: 6 Description: A nice example of this scarcer mint mark.
  2. https://www.acsearch.info/search.html?id=62880 CGB.fr http://www.cgbfr.com/ Description: CONSTANCE II (8/11/324-3/11/361) Flavius Julius Valerius Constantius Auguste (9/09/337-3/11/361). Maiorina, (MB, ئ 3) 355-358 N° brm_186720. Date: 355-358. Nom de l'atelier: Rome. Métal: cuivre. Diamètre: 19mm. Axe des coins: 6h. Poids: 2,62g. Degré de rareté: R1. Etat de conservation: TTB+. Commentaires sur l'état de conservation: Exemplaire sur un flan très irrégulier et échancré. Beau portrait. Joli revers. Patine marron foncé. Prix: 45,00€ N° dans les ouvrages de référence: C.44 - RIC.314 - LRBC.684 - RC.4003 var. (25£). Titulature avers: D N CONSTAN-TIVS P F AVG. Description avers: Buste diadémé, drapé et cuirassé de Constance II à droite, vu de trois quarts en avant, tenant un globe de la main droite (A'4c); diadème perlé et gemmé. Traduction avers: 'Dominus Noster Constantius Pius Felix Augustus', (Notre seigneur Constance pieux heureux auguste). Titulature revers: FEL TEMP RE-PARATIO/ -|-// R.M.Q. Description revers: Soldat casqué, vêtu militairement, tenant un bouclier sur le bras gauche et une haste de la main droite terrassant un cavalier tombé au sol couché sur son cheval qui est tourné à droite. Traduction revers: 'Felicitas Temporum Reparatio', (Le retour des temps heureux). Commentaire à propos de cet exemplaire: Rubans de type 3 aux extrémités bouletées. Epaulière cloutée . Historique: Constance II est né le 7 août 318 à Sirmium. Il est élevé au césarat le 8 novembre 324 à l'âge de six ans. Il va régner trente-sept ans, l'un des plus longs règnes du IVe siècle. Après avoir écrasé la révolte de Magnence, il est seul auguste avec un césar, Constance Galle, qu'il fait exécuter en 354. Le 6 novembre 355, il élève son cousin Julien au titre de césar. Il se rend à Rome en 357, puis à Sirmium dont il fait sa capitale. Devant le danger sassanide, il quitte cette région en 359 et s'installe à Antioche. Julien est proclamé auguste en février 360. Constance meurt le 3 novembre 361, laissant Julien à la tête de l'Empire.
  3. http://www.constantinethegreatcoins.com/Rulers/Constantius_II/Rome314.jpg Constantius II. A.D. 357. 16x17mm 2.6gm D N CONSTANTIVS P F AVG; pearl diademed, draped & cuirassed. FEL TEMP-REPARATIO; Soldier spearing fallen horseman. In ex. R • M • Q. RIC VIII Rome 314.+
  4. https://i.frg.im/mWgfshXh/img1240a.jpg?r=SlbKmZoWxSFsk9eqqiRnqFtNtUbKbILa BATTLE SCENE Roman Coin "Equestrian Slaughter" Rome SCARCE RIC 314 HIGH QUALITY. Constantius II Rome Mint 355-361 AD Obverse: D N CONSTAN-TIVS P F AVG Bust of Constantius II, pearl-diademed, draped, cuirassed, right. Reverse: FEL TEMP – REPARATIO Soldier, helmeted, draped, cuirassed, advancing left, spearing fallen horseman with right hand and wearing shield on left arm; shield on ground to right; horseman facing soldier, extending left arm; R•M•T. References: RIC 314 Scarce. Size: 17mm, 2.67g. VENDUTO - 20 Jul 2019, 01:54 £5.62 7 Offerte, £7.54 Spedizione, 30-Day Restituzione.
Concludo osservando che le caratteristiche generali e di stile della moneta non si discostano da quelle delle monete d'epoca di pari tipologia. Mancano le caratteristiche fisiche e non è possibile un esame comparativo con le monete autentiche del periodo. Nel presente stato di conservazione la moneta, se autentica, vale, a mio avviso, una ventina di euro.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Follis (bronzo). RIC VIII fornisce le seguenti caratteristiche fisiche di riferimento per gli AE3 della zecca di Roma battuti nel 357 d.C. nel nome di Costanzo II e di Giuliano Cesare: diametro 17-19mm, peso 2,25g. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra

Riferimenti Peso(g.) Asse di conio (h) Diametro(mm)
Link1 3,7 - 18,43
Link2 2,62 6 19
Link3 2,6 - 16-17
Link4 2,67 6 17
In assenza delle caratteristiche fisiche della moneta in esame non sarà possibile svolgere un esame comparativo con le monete autentiche del periodo.
(2) La zecca di Roma batté la tipologia monetale di figura nel nome di Costanzo II e di Giuliano Cesare. Ciò significa che ritroviamo monete con gli stessi rovesci ma con le seguenti leggende del dritto:
  • Costanzo II - D N CONSTAN-TIVS P F AVG (Ric 314);
  • Giuliano Cesare - D N CL IV-LIANVS N C (Ric 315).
(3) La contemporanea emissione di questa tipologia monetale nel nome di Costanzo II e di Giuliano ne circoscrive l'arco temporale di emissione al periodo compreso tra la morte di Gallo (354) e l'inizio della crisi tra Costanzo e Giuliano (359).
(4) D N CONSTAN-TIVS P F AVG (Dominvs Noster CONSTANTIVS Pivs Felix AVGvstvs). L'imperatore Costanzo Cloro, aveva avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra questi Giulio Costanzo, padre del futuro Giuliano l'Apostata, e Delmazio senior. Diversi anni prima del matrimonio, però, aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato, come allora si usava quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale. Alla morte di Costanzo Cloro, fu Costantino, allora trentenne, ad assumere, per ragione di età e di esperienza (i figli di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la famiglia di Teodora visse così all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino condivise con i figli la responsabilità di governo, sicché Costantino jr. ebbe la Spagna, la Gallia e la Britannia, Costante l'Italia, l'Illiria e l'Africa e Costanzo le province asiatiche e l'Egitto, mentre Costantino mantenne per sé la penisola balcanica. Prima di morire, nel 337, Costantino si ricordò nel testamento dei nipoti, Delmazio jr e Annibaliano, figli di Delmazio senior, fratellastro di Costantino e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu causa della loro disgrazia: alla notizia della morte del padre, Costanzo si precipitò a Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra cui Delmazio senior e il padre di Giuliano e sette suoi nipoti, tra cui Delmazio jr. e Annibaliano, furono trucidati. Per caso si salvarono dal massacro Giuliano che all'epoca aveva sei anni e il fratello Gallo che ne aveva 12. Il crudele e sospettoso Costanzo risparmiò loro la vita ma li relegò in due diverse città dell'Asia Minore. I ragazzi furono posti sotto la guida di maestri cristiani, che spiavano i loro minimi movimenti e sotto la supervisione di Eusebio, vescovo ariano di Nicomedia. Così Giuliano ricevette le prime lezioni di cristianesimo da coloro che considerava nemici mortali e la dottrina cristiana gli fu presentata sotto l'aspetto più infelice di un'interminabile disputa tra ortodossi e ariani. A Giuliano il cristianesimo fu inculcato a forza ed egli, per un senso di istintiva difesa, fu costretto a mostrarsi convinto e fervente. Tuttavia, tra gli insegnanti che ebbe modo di frequentare, ne conobbe uno che lo introdusse di nascosto alla poesia e alla filosofia greca, poi, più tardi, seguì in gran segreto, all'insaputa dello zio, le lezioni di un famoso retore pagano, Libanio. Avvenne quindi in quegli anni la conversione al paganesimo e l'odio verso i cristiani: erano stati costoro che gli avevano ucciso il padre, loro che l'avevano tenuto per anni in esilio, loro che gli avevano negato la conoscenza del mondo classico. Giuliano abbracciò così il neoplatonismo che, rispetto al cristianesimo, presentava il vantaggio di rimanere nel campo dell'antica cultura e del vecchio politeismo. Poi venne anche per lui il momento di comandare. La svolta si ebbe poco dopo la morte del fratello Gallo (354); Costanzo, che pure l'odiava, non aveva eredi e quindi, dopo avergli conferito il titolo di Cesare, lo inviò in Gallia a difendere il confine renano. Sul campo il filosofo si rivelò buon generale riuscendo a sopraffare gli Alemanni e più tardi i Franchi. La crisi con Costanzo intervenne nel 359, quando il re persiano Sapore II passò il Tigri e attaccò i territori romani. Costanzo, impegnato sul Danubio a contrastare i Quadi e i Dalmati, ordinò a Giuliano di inviare dei reparti ausiliari ma questi oppose un rifiuto perché, in forza di un trattato concluso con i barbari che servivano nel suo esercito, si era impegnato a non utilizzarli fuori dalla Gallia. Scoppiò così una rivolta che terminò nel 360 con l'acclamazione di Giuliano ad Augusto. Di lì il passo fu breve, l'occidente fu dalla sua parte, Costanzo non volle riconoscerlo e mosse contro di lui ma la morte lo colse all'improvviso e Giuliano fu riconosciuto augusto da tutto l'impero.
(5) FEL TEMP - REPARATIO. Mentre il significato della leggenda allusiva del "ritorno dei tempi felici" (quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere l'ordine interno  e a proteggere la popolazione dalle invasioni) è trasparente, non del tutto certa è l'espansione della leggenda, FELix TEMPorvm REPARATIO oppure FELicium TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO.
(6) R•M•Δ è il segno di zecca, ove:
  • RM sta per RoMa:
  • Δ (=4) è l'officina monetale (la quarta di sette attive in quel periodo);
  • i punti "" tra le lettere sono segni caratteristici dell'emissione.
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