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5.5.2020
Buon giorno,
mi hanno regalato questa moneta, mi aiutate per
favore a catalogarla? dimenticavo... diametro 24mm,
peso 10g. |
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Roma, 9.5.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Tetrassarion1,
zecca di Odessos, Varbanov 4373, Moushmov 1613, AMNG
2284,
BMC III 13 (pag. 138) D. AVT K M AVP CƐVHPO-C AΝΤΩΝƐΙNΟC2. Caracalla, testa laureata a destra. R. ΟΔHCC-Ɛ-ITΩΝ3. Serapide (?), stante a sinistra, moggio sulla testa, sorregge con la mano destra una patera sopra un altare acceso e con la sinistra una cornucopia4. La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Tetrassarion. Riporto in tabella le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura reperite nel web:
(2) AVT K M AVP CƐVHPO-C AΝΤΩΝƐΙNΟC (ΑVTokράτωρ Kaíσαρ Μάρκος ΑVPήλιος CƐVHPOC ΑNΤΩΝEΙNΟC, corrispondente al latino Imperator Caesar Marcus Aurelius Severus Antoninus). Traggo dal Kovaliov alcune note su questo imperatore. "Fin dal 196, Settimio Severo aveva proclamato Cesare, sotto il nome di Marco Aurelio Antonino, il figlio di 8 anni Bassiano, passato alla storia come Caracalla per via di un mantello con cappuccio all'uso gallico che soleva indossare e che era diventato di moda a Roma. Due anni dopo lo aveva fatto suo conregnante con il titolo di Augusto. Alla fine del regno si era comportato allo stesso modo con il secondo figlio, Geta. Nel 211 Settimio morì in Britannia durante la guerra con le tribù indigene, sicché Roma finì governata da due imperatori legali che si odiavano a morte, ognuno di loro sostenuto da una parte dei cortigiani e della popolazione. Nel 212 Caracalla, durante una lite, uccise il fratello fra le braccia della madre Giulia Domna. Caracalla aveva ereditato dal padre il carattere duro, ma in lui questa severità si trasformò in estrema crudeltà. Dopo la morte di Geta, Caracalla si vendicò dei suoi partigiani attivi o simpatizzanti, e anche Papiniano, famoso giureconsulto e consigliere paterno, venne condannato perché si era rifiutato di giustificare il fratricidio in ambito senatorio. Caracalla si occupò poco degli affari dello Stato, avendone lasciato la direzione a Giulia Domna. Le linee fondamentali di politica interna, tracciate da Settimio, continuarono ad essere sviluppate; i soldati furono colmati di ricompense e di ogni sorta di generosità; il soldo fu di nuovo aumentato con grave danno per le finanze. Può darsi che a ciò sia dovuto il famoso editto del 212 che concedeva il diritto di cittadinanza a qualsiasi libero abitante dell'Impero, purché fosse iscritto in una qualunque comunità (constitutio Antoniniana). Si suppone che in tal modo il governo romano sperasse di unificare il sistema delle tasse ed aumentare le entrate. Comunque, quali che fossero le cause dirette che determinarono l'editto del 212, sta il fatto che, storicamente, esso rappresenta il punto di arrivo della politica tradizionale dell'Impero romano, da Cesare a Claudio, Vespasiano, Adriano e Settimio Severo, diretta ad ampliare la base sociale dello Stato romano. La politica estera di Caracalla in parte si prefisse di consolidare i confini e in questo senso non venne meno alle antiche tradizioni, in parte cercò di dare di che vivere ai soldati. Due volte Caracalla combatté sul Danubio, ma senza notevoli risultati; in seguito mosse contro i Parti, sognando le imprese di Alessandro il Macedone. Durante la permanenza in Oriente approfittò dell'occasione per vendicarsi degli Alessandrini che già erano stati partigiani di Geta. Nel 215 Alessandria venne abbandonata al saccheggio dei soldati. Nell'aprile del 217 un complotto del prefetto pretorio Marco Opellio Macrino, mauritano di origine, portò all'uccisione di Caracalla e all'ascesa dello stesso Macrino. L'esercito e il Senato lo riconobbero e Giulia Domna si lasciò morire di fame. (3) ΟΔHCC-Ɛ-ITΩΝ il genitivo etnico, secondo l'uso greco, indica che la moneta è stata emessa nel nome del popolo di Odessos. Odessos o Odessopolis (l'odierna Varna in Bulgaria) era colonia greca sul Mar Nero, nella Moesia Inferior (v. mappa del mondo antico). (4) L'indicazione che il dio rappresentato nel rovescio fosse Serapide è data (con riserva) da BMC III, pag. 138. Diversa indicazione è suggerita dallo Snible (v. link) che parla del "gran dio di Odessus". Ad ogni modo, Serapide era rappresentato nelle statue con una folta capigliatura, una barba incolta ed un moggio sulla testa. Riferisce lo Stevenson che il dio era considerato dagli antichi come principio e fondamento delle cose. Serapide era adorato non solo ad Alessandria d'Egitto, terra d'origine del suo culto, ma anche ad Atene ed in altre città greche, alcune delle quali batterono monete che recavano l'immagine del dio sul rovescio. Il culto di Serapide, dopo Caligola, raggiunse anche Roma dove un altare fu eretto nel Circus Flaminii, altare successivamente trasformato in un tempio superbo che prese il nome di Serapéon dal prototipo alessandrino. Il fatto di rappresentare sul dritto della moneta l'immagine dell'imperatore e sul rovescio quella del dio era inteso a rassicurare la popolazione di Odessos del rispetto dell'imperatore per la tradizione religiosa locale. |
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