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25.9.2020
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NUMISMATICA ITALIANA MONETE ITALIANE DA COLLEZIONE
ITALIAN COINS.Buongiorno. Non essendo io esperto di questo tipo di monete qualcuno mi saprebbe dare informazioni e prezzo? Purtroppo mi sono sempre e solo concentrato sulle lire e davanti a queste non saprei proprio come orientarmi. Grazie. |
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Roma, 27.9.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Denario1, zecca di Roma, 222 ÷ 235 d. C., RIC IV/II 355 (pag. 99), BMC VI 152 (pag. 128), Cohen IV 72 (pag. 497), indice di rarità "C" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------------------------
(2) IVLIA MA-MAEA AVG (IVLIA MAMAEA AVGusta, Giulia Mamea Augusta). Dopo l'assassinio di Caracalla ad opera di Macrino e l'esilio e la morte di sua mamma Giulia Domna, moglie del defunto imperatore Settimio Severo, Macrino era divenuto imperatore ma il suo regno era destinato a durare appena 14 mesi perché una ribellione dell'esercito, fomentata da Giulia Mesa, sorella di Giulia Domna, portò alla fine del suo governo e poco dopo alla sua esecuzione l'8.6.218. Giulia Mesa, madre di Giulia Semia e di Giulia Mamea (v. dinastia dei Severi), disponendo di immense ricchezze e influenza politica, aveva architettato la congiura per mettere al posto di Macrino il quindicenne nipote Elagabalo, figlio di Giulia Semia, riconosciuto Augusto il 16.5.218. Grazie agli intrighi della madre e della nonna, Elagabalo fu fatto passare per figlio naturale di Caracalla (di qui il suo nome Marco Aurelio Antonino), quindi proclamato imperatore nel 218 dalla legione romana di Emesa. A Roma Elagabalo ebbe vita dissoluta e lasciò il governo dello stato nelle mani della nonna. Quando costei comprese che la sua «creatura» era assolutamente incorreggibile e che non solo sarebbe stato incapace di consolidare la dinastia, ma al contrario l'avrebbe inevitabilmente rovinata, convinse Elagabalo ad adottare il cugino Alessandro, figlio di Mamea (la più giovane delle figlie) e a proclamarlo Cesare. Poco dopo (inizio del 222) Elagabalo, allora diciottenne, fu eliminato dai pretoriani insieme alla madre Giulia Semia e a tutta la loro cricca e il 13 marzo 222 il quattordicenne Alessandro divenne imperatore sotto la tutela della nonna prima (sino alla sua morte nel 226) e poi della madre. Mamea (qui riprendo da wikipedia) "è raffigurata sulle monete in associazione alle figure di Giunone conservatrice, Venere felice, Vesta, Pudicizia, "Felicitas publica", con l'intento di conferire ufficialità al ruolo che aveva assunto di nume tutelare del "ritorno all'ordine" dopo gli eccessi di Elagabalo. La donna aveva una buona reputazione di modestia, prudenza e fedeltà alla dinastia. Il figlio, una volta giunto alla maggiore età, la volle nominare, "consors imperii" (consorte dell'impero), qualifica che la rendeva "associata nel comando". La situazione probabilmente lo richiedeva, ma era un'innovazione azzardata, nessuna donna aveva mai ricoperto una posizione simile. La novità causò malumori nell'esercito e nei gruppi più tradizionalisti che accusarono di debolezza il giovane imperatore, visto come succube della madre. Come Giulia Domna prima di lei, Mamea ricevette nel 224 il titolo di "Mater Castrorum" (madre degli accampamenti) e nel 226 quello di "Mater Senatus" (madre del Senato). Nella sua veste di co-reggente, accompagnò il figlio nelle campagne militari, secondo un costume iniziato da Giulia Domna. Ma adesso i ruoli si erano invertiti e Mamea di fatto controllava le decisioni del giovane imperatore. Mamea si recò quindi in oriente per la campagna contro i Parti e poi nelle province della Germania: fu proprio in questa occasione che Alessandro e Mamea si trovarono a Mogontiacum (moderna Magonza) quando alcune truppe si ribellarono e li uccisero nella tenda imperiale il 22 marzo 235 d.C.". (3) VENVS GENETRIX (Aeneadum genetrix, hominum divumque voluptas, così ne parla Lucrezio in De Rerum Natura, I, 1-5). Venere, voluttà degli uomini e degli dei, detta GENETRIX (Genitrice) in quanto "madre del popolo romano". Se Marte era il padre dei gemelli, Venere unendosi ad Anchise, aveva generato Enea: era quindi madre degli eneadi e, a seguire, dei re di Lavinio e Alba Longa. Accanto a lei il figlio Cupido che con le sue frecce induce il desiderio. Dobbiamo ricordare che l'Afrodite greca (Venere a Roma) aveva vinto la competizione fra le tre dee che si erano presentate a Paride; ne aveva ricevuto in premio la mela d'oro, promettendogli la donna più bella del mondo, che però aveva già un marito. Le concorrenti deluse (Era/Giunone ed Atena/Minerva) si erano vendicate di Paride, parteggiando con i Greci contro Troia, fino alla distruzione della città. Ma Afrodite aveva ottenuto da Zeus la salvezza di Enea che scampò all'incendio di Troia. Giulia Mamea, il cui ritratto è presente nel dritto della moneta, è assimilata alla dea protettrice del popolo romano, la mela ne evoca la bellezza, accanto a lei il figlio Alessandro, tiene il posto di Cupido che di solito accompagna Afrodite, legittimando con la sua presenza il ruolo politico assunto dalla madre. |
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