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5.2.2021
..da msnFrIDiametro 17 peso 1,86g calcola che io l'ho pulita. |
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Roma, 7.2.2021
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Æ181, Nicea di Bitinia2, 222-235 d. C., BMC XIII 123 (pag. 172), WRG III Nicaea 713 (pag. 489) Descrizione
(sono indicate in rosso le parti della leggenda
usurate o illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Concludo osservando che, per quanto consentito da
una valutazione a distanza, la moneta di figura, di
modesto valore venale (meno di 10,00€, direi),
appare autentica. Il colore rossiccio è tipico del
rame al naturale avendo la moneta perso la patina
originale. Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Æ17 (cioè bronzo di diametro 17mm). Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura reperite nel web e di seguito tabulate:
(2) Nicea (oggi Iznik in Turchia, vedi mappa), famosa città della Bitinia, situata sulla riva orientale del lago Ascania nella regione di Marmara, era originariamente chiamata Antigonea, dal nome del sovrano che la eresse attorno al 300 a. C. Successivamente Lisimaco ne cambiò il nome ribattezzandola Νίκαια in onore della moglie. Fu residenza reale e, sotto la dominazione romana, importante centro dell'Asia Minore. Fu sede del primo concilio ecumenico del mondo cristiano che ebbe inizio il 20 maggio del 325 d. C. Al tempo degli imperatori di Bisanzio costituì base avanzata di Costantinopoli nella lotta contro i Turchi. Nel 1330 fu conquistata dal turco Orchan (notizie tratte da http://www.bible-history.com/maps/romanempire/Nicaea.html). (3) M ANT ΓΟΡ-ΔΙΑΝΟC AV (Μάρκος ANTώνιοc ΓΟΡΔΙΑΝΟC AΥγουστος - equivalente latino Marcus Antonius Gordianus Augustus). La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco di soli sei anni, tra il 238 e il 244 d.C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Severo Alessandro l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d.C., regnante Massimino (Severo Alessandro era stato ucciso nel 235 proprio per mano di Massimino), scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni confiscati dalla politica predatoria del sovrano. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'elevazione al trono dei due Gordiani. Il loro regno doveva tuttavia durare meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, si rivoltò contro di loro allorché ritenne che le sue prospettive non venissero tenute nella giusta considerazione e poiché aveva al proprio comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei suoi oppositori, sicché Gordiano I si suicidò e Gordiano II finì ucciso in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa della morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere le sue prerogative. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, una rivolta dei pretoriani pose fine alla vita dei due Augusti regnanti, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica ne determinò la morte. Gordiano III, data la giovane età, era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia. Ma il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante una campagna militare in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo, passato poi alla storia come Filippo I l'Arabo, lo fece assassinare dai suoi sicari nel 244 facendosi proclamare Augusto al suo posto. Il Senato e le provincie riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (4) NI-K-AI-E//ΩN è l'etnico (moneta battuta nel nome dei Niceni). Il tipo dei 3 stendardi, che si trascina da Settimio Severo, a Caracalla, Elagabalo e Severo Alessandro, sembra legato alla volontà di dar luogo ad un formale riconoscimento del valore e del sacrificio dell'esercito nella difesa dei confini. |
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