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Costantinopoli, follis, Costanzo II ed il cavaliere trafitto
8.2.2021
..da Monete Imperiali Romane di Michele Monti.
Approfitto ancora della vostra competenza. Ho dei dubbi su questa moneta. Teodosio, Arcadio, Onorio? Grazie.
fig. 1
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Roma, 24.2.2021
Egregio,
riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Follis1, zecca di Costantinopoli2, 15.3.351-6.11.355 d. C., RIC VIII 118 (pag. 458), indice di frequenza "c"

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. D N CONSTAN-TIVS P F AVG3. Costanzo II, testa diademata di perle, busto paludato e corazzato a destra.
R. FEL TEMP RE-PARATIO4. Segno di zecca CONSΘ5. Soldato elmato volto a sinistra, imbraccia uno scudo con il braccio sinistro, con una lancia nella mano destra trafigge un cavaliere finito a terra sul suo cavallo e con il ginocchio destro lo tiene fermo; scudo a terra a destra. Il cavaliere ha il braccio sinistro e la testa protesi verso l'aggressore.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

  1. vcoins Constantius II Minted: Constantinople. Size: 18mm Weight: 2.49g. Obverse: DN CONSTANTIVS PF AVG, pearl diademed cuirassed bust right. Reverse: FEL TEMP REPARATIO, Soldier spearing fallen horseman who is reaching out, CONSI in ex.
  2. https://www.wildwinds.com/coins/ric/constantius_II/_constantinople_RIC_viii_118.jpg Constantius II, AE, 17mm, Constantinople. DN CONSTAN-TIVS PF AVG, pearl diademed, draped, cuirassed bust right. FEL TEMP RE-PARATIO, soldier spearing fallen horseman who is bearded, bare-headed, reaching backwards. No field marks. Mintmark: CONS epsilon. RIC VIII Constantinople 118. contributed by Dane, June 2008.
Concludo osservando che le caratteristiche generali e di stile della moneta non si discostano da quelle delle monete d'epoca di pari tipologia. Mancano le caratteristiche fisiche e non è possibile un esame comparativo con le monete autentiche del periodo. Nel presente stato di conservazione la moneta, piuttosto comune, se autentica, vale, a mio avviso, pochi spiccioli.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Follis (bronzo). RIC VIII fornisce per questa tipologia monetale le seguenti caratteristiche fisiche di massima: diametro 17-18mm, peso 2,45g. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche delle monete di pari tipologia reperite nel web (v. link):
Riferimenti Peso(g) Asse di conio (ore) Diametro(mm)
Link1 2,49 - 18
Link2 - - 17
In assenza delle caratteristiche fisiche della moneta in esame, non potrò procedere alla comparazione con i dati in tabella.
(2) La zecca di Costantinopoli (v. mappa) batté la tipologia monetale di figura nel nome di Costanzo II e, sino alla morte, nell'inverno 354, nel nome di Costanzo Gallo, nipote di Costanzo I e cugino dei figli di Costantino. Ciò significa che furono battute monete tipologicamente simili con le seguenti leggende del dritto:
  • D N CONSTA-NS P F AVG (Costante, RIC VIII 136)
  • D N FL CL CONSTANTIVS NOB CAES (Costanzo Gallo, v. ad es. il link - RIC VIII 120).
(3) D N CONSTAN-TIVS P F AVG (Dominvs Noster CONSTANTIVS Pivs Felix AVGvstvs). L'imperatore Costanzo Cloro aveva avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra questi: Giulio Costanzo, padre di Costanzo Gallo e di Giuliano (passato alla storia come l'Apostata) e Delmazio senior. Diversi anni prima del matrimonio, però, aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato, come allora si usava quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale. Alla morte di Costanzo Cloro, fu Costantino, allora trentenne, ad assumere, per ragione di età ed esperienza (i figli di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la famiglia di Teodora visse così all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino condivise con i propri figli le responsabilità di governo, sicché Costantino jr. ebbe il governo della Spagna, della Gallia e della Britannia, Costante dell'Italia, dell'Illiria e dell'Africa e Costanzo jr. delle province asiatiche e dell'Egitto, mentre Costantino padre mantenne per sé la penisola balcanica. Prima di morire, nel 337, Costantino si ricordò nel testamento dei nipoti, Delmazio jr e Annibaliano, figli di Delmazio senior, fratellastro di Costantino e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu causa della loro disgrazia perché, alla notizia della morte del padre, Costanzo si precipitò a Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra cui Delmazio senior e Giulio Costanzo, il padre di Giuliano e sette suoi nipoti, tra cui Delmazio jr. e Annibaliano, furono trucidati. Per caso si salvarono dal massacro Giuliano che all'epoca aveva sei anni e il fratello Gallo che ne aveva 12. Il crudele e sospettoso Costanzo risparmiò loro la vita ma li relegò in due diverse città dell'Asia Minore. Successivamente, in un momento di turbolenze nell'impero occidentale, Costanzo, sentendo il bisogno di avere in Oriente una figura simbolica a rappresentare la famiglia imperiale, convocò a corte Gallo, che era il più anziano dei cugini sopravvissuti alla strage seguita alla morte di Costantino I, gli diede in isposa la sorella Costantina e lo fece Cesare a Sirmium, il 15 marzo del 351. Gallo e il nuovo prefetto pretorio dell'Est, Talassio, senza por tempo in mezzo, si trasferirono in Oriente e si insediarono ad Antiochia a metà maggio, nel momento in cui si vociferava del fenomeno meteorologico o astronomico della croce celeste, almeno creduto tale. Poiché la situazione al confine persiano si manteneva piuttosto tranquilla, Gallo ebbe vita relativamente facile. Le agitazioni degli Isauri e degli Giudei, specie di questi ultimi, furono represse con grande brutalità. Certo è che il suo governo fu caratterizzato da grande irresponsabilità e violenze che culminarono con l'istigazione al linciaggio del prefetto Domiziano e del questore Monzio. A seguito di questo accadimento Gallo fu richiamato, ufficialmente per essere trasferito in Gallia, ma in realtà per essere privato delle prerogative di comando ed essere processato e poi decapitato a Flanona presso Pola nel dicembre del 354 (v. link). Dopo la morte di Gallo, Giuliano, nominato Cesare, fu inviato in Gallia. Da solitario e filosofo che era, egli si trasformò presto in abile condottiero e pragmatico uomo di stato. Nel 357 sbaragliò gli Alemanni in una grande battaglia presso Argentorate (l'odierna Strasburgo). In seguito passò tre volte il Reno ottenendo successi militari, combatté vittoriosamente contro i Franchi, sebbene dovette permettere ad una parte di loro di trasferirsi in territorio romano, sulla sponda sinistra del Reno. Nel frattempo Costanzo combatteva sul Danubio contro i Quadi e i Sarmati. Nel 359, il re persiano Sapore II passò il Tigri con grandi forze, attaccando i territori romani. L'imperatore fu costretto a recarsi in Oriente e richiese a Giuliano l'invio di reparti ausiliari. La richiesta dell'imperatore trovò però resistenza da parte delle truppe galliche, poiché Giuliano, in forza di un trattato concluso con i barbari che servivano nel suo esercito, si era impegnato a non impiegarli fuori dalla Gallia. Scoppiò così una rivolta che si concluse nell'inverno del 360 a Parigi con l'acclamazione di Giuliano da parte delle truppe, acclamazione dovuta alla grande popolarità di cui Giuliano godeva presso i Galli per le capacità militari e amministrative dimostrate. Giuliano dapprima chiese a Costanzo di riconoscerlo come Augusto e di evacuare le truppe dall'Occidente; ma non avendo ricevuto risposta dall'imperatore, impegnato nella guerra contri i Persiani, mosse infine verso la penisola balcanica. Costanzo si attivò per contrastarlo, ma il 5 ottobre 361 morì per cause naturali in Asia Minore. Giuliano fu riconosciuto immediatamente da tutto l'Impero.
(4) FEL TEMP RE-PARATIO. Mentre trasparente è il significato della leggenda allusiva al "ritorno dei tempi felici" (forse quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere l'ordine interno  e a proteggere la popolazione dalle invasioni), non del tutto certa è l'espansione della leggenda "FEL TEMP REPARATIO", potendo essere FELix TEMPorvm  REPARATIO oppure FELicium TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO.
Sulle FEL TEMP REPARATIO (in breve, FTR) ha scritto un interessante articolo Dough Smith (v. http://www.forumancientcoins.com/dougsmith/ftr.html) da cui attingerò per  la breve sintesi che segue. La riforma monetaria del 348 di Costante e Costanzo II portò in circolazione tre nominali in bronzo argentato, nei seguenti tipi, tutti caratterizzati dalla leggenda del rovescio FTR:
Nominali Tipi
maggiore (biglione - argento al 3%) - grande AE2 "Cavaliere trafitto" (tema del rovescio preferito da Costanzo II)
"Galea pilotata dalla Vittoria" (tema del rovescio preferito da Costante perché verosimilmente onorava lo sbarco di Costante in Britannia nel 342)
intermedio - piccolo AE2 - busti a sinistra
"Barbaro portato fuori dalla capanna" (tema del rovescio preferito da Costante forse per esaltare il tema della ricolonizzazione dei territori conquistati) 
"Sovrano con due prigionieri" (tema del rovescio preferito da Costanzo II)
minore - AE3 "La Fenice"
Con la morte di Costante, il "Cavaliere trafitto" rimase l'unico FTR in circolazione. Durante i suoi 13 anni di vita, il "Cavaliere trafitto" subì molte modifiche nel peso e dimensioni. Le prime monete erano quelle che i collezionisti definiscono AE2 in quanto misuravano 21÷23 mm di diametro; le ultime emissioni scesero a 16 mm, nemmeno qualificabili come AE3. Spesso queste ultime monetine sono dette AE3/AE4 per indicare che si collocano nella fascia di confine tra AE3 e AE4. Anche il peso progressivamente scemò, così come il contenuto, in partenza già basso, d'argento.
(5) CONSΘ è il segno di zecca. Esso si compone di due parti, il gruppo CONS (breve per CONStantinopolis) e Θ (=9), officina monetale (la nona di 11 al tempo attive nella zecca).
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